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Il messaggio di Natale ai fedeli del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Attilio Nostro: «Attraverso noi Dio parla al povero»
MILETO (VIBO VALENTIA) – Dopo il video per augurare alla comunità diocesana una sereno Natale, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro, ha diffuso, (anche attraverso il sito web della diocesi) il proprio messaggio natalizio. Nel rivolgersi ai fedeli, egli ha ricordato «una serie di fondamentali appuntamenti: il primo di questi è la ricorrenza degli 800 anni dall’allestimento del primo presepio a Greccio. San Francesco è riuscito a imprimere una svolta nel modo di vivere la devozione popolare, personale ed ecclesiale, realizzando una meravigliosa rivisitazione dell’evento più importante della storia: l’incarnazione di Dio».
Citando Tommaso da Celano, il presule ha ricordato come «accanto all’umile mangiatoia che accoglieva il Cristo venuto sulla terra, Francesco volle si celebrasse anche l’Eucaristia per contemplare simultaneamente “l’umiltà dell’incarnazione e la carità della passione”, due realtà che si richiamano continuamente nella vita del santo poverello, unendo indissolubilmente l’episodio di Greccio (il presepio) alla teofania della Verna (le stimmate)».
IL MESSAGGIO DI NATALE DEL VESCOVO DI MILETO, ATTILIO NOSTRO
Andando all’essenza del Natale, la nascita di Gesù, il vescovo Nostro ha rimarcato come «la Parola di Dio diventa… infante! La Parola di Dio ci offre, con il suo silenzio dell’età infantile, uno spazio da riempire col nostro parlare: si fa spazio, si fa ascolto per accogliere nel suo cuore diventato anche umano i desideri dell’uomo che a Lui si rivolge fiducioso. Che prodigio di amore! Questo bimbo è il capolavoro di Dio, che si rende presente nei grandi occhi di un bimbo che si consegna e si consacra totalmente al servizio dell’umanità».
Il secondo appuntamento «è simile al primo: agli occhi di questo Dio bambino si sovrappongono i tanti occhi dei bimbi che patiscono la sua stessa povertà e nudità. Gli sguardi di quei troppi bambini che in questi giorni patiscono la Passione di fame, freddo e guerra non vanno dimenticati né ignorati. Sono molte le iniziative fatte per portare conforto e amore a questi sventurati che vedono crollare il mondo attorno a loro senza capirne il perché: è a noi infatti che Dio si affida per portare loro quella speranza che sembra svanita per sempre.
Sono centinaia e centinaia le famiglie della nostra provincia che patiscono la povertà: le nostre comunità cristiane sono chiamate ad aprire ancora di più i propri occhi e il proprio cuore per accorgersi di quante famiglie fanno affidamento su di noi per non consegnarsi all’isolamento e alla disperazione, riscoprendo il tepore di una appartenenza solidale e familiare alla comunità dei credenti in Cristo».
L’IMPORTANZA DEL RUOLO DELLA CHIESA
Il terzo appuntamento «è con la Sposa di Cristo, la Chiesa: dallo scorso ottobre la nostra Diocesi è coinvolta nell’Anno Giubilare Sacerdotale Mottoliano – ricorda il vescovo -. È una preparazione al grande Giubileo che vivremo nel 2025 e che ci vede impegnati a percorrere una via nuova nello Spirito, seguendo l’esempio del sacerdote Beato Francesco Mottola. Chiedo a tutti i fedeli laici di pregare incessantemente il Signore per i sacerdoti e per le vocazioni, affinché durante questo anno giubilare Dio Padre possa plasmare il nostro cuore rendendolo sempre più simile al Sacro Cuore di suo Figlio Gesù».
Infine, «il quarto e ultimo appuntamento che vi propongo è con Dio: è mio vivo desiderio che, in questo tempo che ci prepara alla venuta di Cristo, possiamo imitare la Beata Vergine Maria, che è diventata colei che ha generato la Parola accogliendola nel suo grembo silenzioso». Il pastore della diocesi ha guardato alla vergine Maria «la nostra umanità è chiamata a diventare spazio, luogo e grembo di quella Parola che per essere accolta compiutamente richiede il nostro silenzio. Un silenzio che profuma di preghiera, di ascolto, di partecipazione, di solidarietà, di commozione, di desiderio, di amore! Maria profuma di Dio, Maria profuma di quell’amore che sale a Dio come quell’incenso che riempirà le nostre liturgie, intrise del nostro silenzio orante e della presenza amorevole di Dio».
In chiusura, il vescovo Nostro ha rassicurato i fedeli: «Prego per tutti voi e spero che, con la Grazia che solo Dio può donare, anche il vostro cuore possa diventare grembo di quella Parola che Dio desidera indirizzare al mondo, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, alla Chiesa e all’umanità tutta. Ciascuno di noi infatti è chiamato a diventare una lettera mediante la quale Dio parla al cuore del povero, dell’oppresso, del diseredato».
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