Il vescovo Attilio Nostro apre la porta della chiesa Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime
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MILETO – Sedici anni. Sono trascorsi 16 anni da quando, vivente la mistica di Paravati Natuzza Evolo, venne effettuata la prima colata di cemento di quella che sarà la chiesa del Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime. Sedici anni e il grande sogno di Natuzza diventa realtà con la celebrazione presieduta dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro, che consacra e dedica la chiesa ospitata nella Villa della Gioia.
Davanti a devoti giunti a Paravati da tutta la regione (per la verità in numero inferiore rispetto alle previsioni) il presule ha aperto una nuova era per la Fondazione Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime, che riparte nel segno di padre Michele Cordiano rettore della struttura dopo essere stato per anni padre spirituale di Natuzza.
A concelebrare con il vescovo Attilio Nostro oltre un centinaio di sacerdoti dalle diocesi della Calabria e non solo e numerosi vescovi.
Paravati di Mileto, apre la chiesa sognata da Natuzza
Il presule miletese ha scelto il 6 agosto, festa liturgica della trasfigurazione, per “aprire” il grande portone in bronzo su cui è presente anche l’immagine di Natuzza Evolo e consentirne l’uso ai fini del culto. Una data tutt’altro che scelta a caso come del resto lo stesso pastore della diocesi ha evidenziato nella propria omelia.
Prima dell’inizio della cerimonia religiosa i progettisti Domenico e Francesco Bruno hanno illustrato il progetto mentre il presidente della Fondazione Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime, Pasquale Anastasi, ha ribadito come «la Fondazione ha sempre lavorato in comunione con la chiesa con assoluta devozione».
Il vescovo Nostro ha evidenziato l’importanza della trasfigurazione di Cristo, di cui una statua è presente all’interno del parco della Villa della Gioia, spiegando che «Gesù sembra dirci “Benvenuto, ti aspettavo da molto tempo, nel mio cuore c’è spazio per te il mio cuore è la tua casa, vieni ad abitarla”, e questa non è un’emozione ma una vera e propria richiesta sponsale».
Ripercorrendo la teologia dei padri della chiesa, Nostro ribadisce il significato della croce, talamo nuziale di Cristo, «lì dove noi abbiamo iniziato a prendere vita».
L’importanza della trasfigurazione della croce
Anche se forse è la meno visibile, la croce «è la trasfigurazione più importante e più bella» e dobbiamo mettercela davanti oggi perché «Gesù vuole essere solidale con noi e con la nostra sofferenza, vuole essere solidale con noi e con i nostri dolori, vuole condividere con noi tutto, si dona integralmente, e per questo sulla croce Gesù non compie alcun miracolo».
Ma proprio sulla croce rivela la luce divina più importante: «Dio muore accanto a te sulla croce, accanto a te che sei un malfattore, un ladro, accanto a te che meriteresti la morte, lui sta li, semplicemente accanto a te. Mentre tu soffri, mentre ti senti solo, mentre ti senti maledetto, lui benedice la tua morte con la sua morte, la tua sofferenza con la sua sofferenza, la tua solitudine con il suo dire mio Dio perché mi hai abbandonato. Fa sua la tua preghiera, il tuo grido. Ma mentre tu non credi, lui è presente, non scappa è accanto a te soltanto che tu non te ne accorgi».
Ricordando la crocifissione e il centurione che riconosce la divinità di Cristo, Nostro ha spiegato: «Maledetto non maledisse, oltraggiato non oltraggiava, ucciso non minacciava vendetta. Cristo ama a qualunque costo: Io so amarti fino alla morte – ci dice – ma tu mi vedi?».
Nostro ha poi riportato la testimonianza di un bimbo che malgrado fosse condannato consolava i genitori: «Perché il Signore gli ha messo nel cuore la grazia di capire che la sofferenza, il dolore, la morte, non sono l’ultima parola della nostra vita e vale la pena di vivere per l’amore di Dio».
Apre la chiesa sognata da Natuza, il vescovo di Mileto: «Un momento storico»
Parlando infine della chiesa sognata da Natuzza il vescovo di Mileto ha aggiunto: «Questo luogo che consacreremo nasce dalla passione di Cristo mutuata attraverso la passione che Natuzza ha condiviso con Cristo per tanti anni. Siete testimoni di un evento storico, una pietra miliare della strada che ci conduce a Dio. Oggi siamo chiamati, attraverso questa chiesa, a portare agli altri la luce della trasfigurazione, ecco perché ho voluto che fosse questa la data. Lasciamo che sia Lui dentro questa chiesa a toccare quel cuore che per tanti momenti è stato schiavo del peccato».
«La mia speranza – ha concluso – nel consacrare questa chiesa (visitando la quale è possibile ottenere le indulgenze plenarie fino al 6 agosto 2023, ndr) è che tanta gente entri disperata ma esca con la speranza, che venga qui con tante domande ma esca con la sola risposta che Gesù dice a Pietro nel vangelo di Giovanni: Io ti amo».
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