La statua di San Francesco
2 minuti per la letturaMILETO – La diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, guidata dal vescovo Luigi Renzo, ha messo la parola fine sul caso della Statua di San Francesco che secondo diversi fedeli e con l’annuncio dello stesso parroco di Pannaconi, frazione di Cessaniti dove si trovava la statua, per diversi giorni avrebbe lacrimato (LEGGI LA NOTIZIA).
Attraverso una nota stampa, infatti, la curia diocesana, dopo aver precisato che “questi fenomeni non sono oggetto di fede, come del resto non lo sono le stesse apparizioni importanti riconosciute dalla Chiesa” e aggiunto che si tratta, comunque, di “fenomeni che vanno analizzati con prudenza e sapienza senza lasciarsi prendere dalla fregola del miracolismo a tutti i costi”, ha annunciato che “l’esito di dieci giorni di osservazione serrata è stato negativo perché non è affiorato nulla negli occhi e sul volto della statua”.
Inoltre, visto che non si è provveduto “a raccogliere le gocce d’acqua comparse sul viso della statua, non è stato nemmeno possibile effettuare le dovute analisi chimiche necessarie, pertanto non si può dire nulla sulla loro natura fisico-chimica”.
In conclusione, quindi, “si intende tranquillizzare la coscienza e il sentimento religioso di chiunque, raccomandando altresì di radicare la propria scelta religiosa sull’insegnamento del Vangelo più che su questi fenomeni che restano sempre marginali e non determinanti”. Rispetto ad una possibile spiegazione di quanto accaduto la Curia diocesana ritiene che “tante volte si può trattare di semplici reazioni chimiche, possibili nella natura delle cose”.
Senza contare che “nei giorni precedenti al fenomeno era stata spostata dalla chiesa in sagrestia per effettuare alcuni rilievi in vista di un restauro. È plausibile che il cambiamento di sito e di clima, magari più umido nella sagrestia, abbia potuto provocare la condensa di gocce d’acqua, riprese in quel momento con video e foto. Il legno, come si sa, può assorbire umidità, che poi in situazioni nuove di temperatura rigetta sotto forma di gocce di acqua”.
Una nota a margine l’ufficio stampa della curia la riserva alla considerazione che “se San Francesco avesse voluto essere più convincente e comunicare qualcosa con le sue lacrime, avrebbe ripetuto la cosa anche davanti al vescovo nei successivi giorni di osservazione, cosa che non è avvenuta almeno finora, tutto in buona pace e serenità di spirito”.
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