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Francesca Rombolà con i bambini in una visita guidata

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DRAPIA (VV) – Cos’hanno in comune il fruscio del vento tra gli alberi, il crepitio del fuoco nel camino, il frangersi di un’onda del mare sulla battigia? Sono suoni che viaggiano tutti alla stessa frequenza, 432 Herz, quella del “Pink noise”, rumore rosa, o “Suono della natura”. E hanno il potere di rilassarci. Intervenendo sul sistema neurologico e favorendo il rilascio di endorfine. A quella frequenza viaggia anche un altro suono della natura: il suadente ronzio delle api.

Ed è questo uno dei principali benefici dell’apiterapia: l’insieme dei trattamenti mirati al benessere della persona con i prodotti raccolti, trasformati e secreti dalle api. Ma anche con i benefici derivanti, ad esempio, dal profumo dell’alveare che, grazie a più di 500 elementi volatili, agisce direttamente sull’amigdala. Stimolando il nostro centro emozionale.

SULLE COLLINE SOPRA TROPEA IL PRIMO APIARIO OLISTICO

Una pratica che da pochi mesi è possibile effettuare anche in Calabria, ai “Giardini di Aristeo” (dal nome del figlio di Apollo, innamorato di Euridice e dedito all’apicoltura). Primo apiario olistico della nostra regione e tra i soli tre del sud Italia, che si trova a Brattirò, sulle colline che sovrastano Tropea.

L’idea è di Francesca Rombolà, giovane imprenditrice che, dopo una formazione in ambito pedagogico, si appresta a diventare naturopata ma è già esperta apicoltrice. Avendo raccolto dal suocero il testimone di una tradizione di famiglia che affonda le radici nel secondo dopoguerra.

L’interno della casetta per l’apiterapia

LA PRIMA ARNIA DELL’APIARIO ARRIVATA IN TRENO DA NOLA

È dal 1946, infatti, che in contrada Spaccio ronzano le api dopo che, in maniera a dir poco rocambolesca, il nonno acquisito di Francesca, di ritorno dal fronte, si ferma con i suoi commilitoni in una masseria di Nola e assaggia per la prima volta il miele. Scocca un colpo di fulmine che lo convince ad investire i pochi risparmi che aveva con sé nell’acquisto di una rudimentale arnia che, a distanza di mesi, quando ormai non ci sperava più, gli viene inviata via treno a Tropea.

È la genesi epica di un’attività che negli anni fiorirà fino a ospitare oltre 200 arnie e che, di generazione in generazione, arriva fino a Francesca. Lei s’innamora di quel mondo ronzante che la conquista completamente e che, oggi, non ha dubbi a descrivere come «essenziale alla vita dell’uomo».

LA PASSIONE DI FRANCESCA E I GIARDINI DI ARISTEO

Francesca Rombolà (a destra) premiata dalla Fidapa

Da quella passione, unita a studio e formazione, in pieno lockdown, matura l’evoluzione olistica dell’apiario tradizionale e, grazie ad un bando regionale intercettato con il Gal Terre vibonesi, nascono “I giardini di Aristeo”. Qui si realizza l’immersione totale nel mondo delle api e se ne godono a pieno tutti i benefici.

Ci si viene in famiglia o da soli, in coppia o in gruppi organizzati: per scoprire da vicino i segreti delle api, con Francesca, premiata di recente da Coldiretti e Fidapa, che guida bambini e adulti in un percorso conoscitivo e sensoriale unico. Ma ci si viene soprattutto per vivere un’esperienza di benessere: accomodandosi nella cascina in legno sulle cui pareti esterne sono posizionate le speciali arnie che consentono di osservare l’infaticabile lavoro delle piccole operaie. Di respirarne i profumi. Di ascoltarne il soave ronzio. Ricevendo in cambio sensazioni di appagamento e benessere. Infine, la degustazione del miele di varie tipologie, abbinato ai formaggi locali, soddisfa anche il palato e regala un dolce ricordo gustativo.

L’APIARIO OLISTICO CHE RIGENERA I SENSI

Didattica e benessere. Accoglienza e relax. E un orto botanico ad incorniciare un luogo in cui il tempo è scandito dai ritmi della natura. Ma anche consapevolezza. «Conoscere le api – spiega Francesca – è il primo passo per imparare a proteggerle. Osservandole da vicino e apprendendo del loro ruolo nell’ecosistema, si comprende quanto esse siano essenziali per la vita dell’uomo. A partire dall’impollinazione. E la cosa più bella – ammette – è vedere lo stupore negli occhi dei visitatori. Adulti o bambini che siano, qui scoprono un mondo per molti versi sconosciuto che immancabilmente li affascina e li rapisce».

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