Il tavolo dei relatori all’evento all’istituto vibonese
3 minuti per la letturaVisi adolescenti e sguardi commossi, colmi di un entusiasmo pervasivo, quella sensazione di orgoglio e soddisfazione che deriva dallo studio, dalla fatica, dalla determinazione.
Entrando all’Iti-Itg di Vibo Valentia Alfiere della Repubblica dallo scorso 14 dicembre, si respira esattamente questa atmosfera. Kavafis sosteneva la potenza del viaggio, autentica meta, e i sette ragazzi (Lorenzo Grillo, Valerio Grillo, Antonio La Bella, Saverio Mazzitelli, Carlo Baldo, Mattia Taccone e Diego Gioffrè) dell’istituto sono stati protagonisti di un viaggio ricco, complesso, straordinariamente ambizioso; lo hanno affrontato con l’audacia e la caparbietà di chi crede nelle capacità e accetta le sfide con motivazione.
Ha vinto una squadra di ragazzi, ma allo stesso tempo una scuola che rende «gli studenti protagonisti dell’apprendimento». Un modus operandi lungimirante, alacre ed estremamente stimolante, lo ha ricordato il dirigente scolastico, Maria Gramendola. Elegante la cerimonia di premiazione, svoltasi ieri nell’aula magna Giustino Fortunato, alla presenza delle istituzioni.
Si è parlato di un modello di scuola puerocentrico e del futuro, portato avanti da alcuni virtuosi istituti tecnici, che da scuole considerate di seconda classe stanno diventando una risorsa preziosissima, lo ha osservato il moderatore dell’evento, giornalista del Quotidiano del Sud, Stefano Mandarano. Pensate a quanto possano essere utili oggi, così come nei decenni futuri, la creazione di un drone impollinatore e di un rover in grado di segnalare la necessità di irrigazione, gli studenti dell’Itg hanno vinto e sono stati riconosciuti per questo.
«La formazione come strumento di lavoro, dignità e benessere – Un concetto rimarcato dall’assessore regionale allo sviluppo economico, Rosario Varì – Perché le capacità che ogni ragazzo saprà esprimere saranno risorse vive per questo territorio».
Intenso l’intervento del dirigente scolastico, Maria Gramendola, la quale ha raccontato cosa voglia dire fare scuola in un modo attivo, fornendo motivazioni e stimoli, impegnandosi a scoprire il talento negli studenti: «Noi dobbiamo far sentire i ragazzi capaci di trovare soluzioni ai problemi, solo così l’apprendimento diventerà indelebile. Il significato che diamo e daremo alla nostra opera pedagogica è questo, per formare giovani competenti, determinati e resilienti».
La dirigente ha letto un messaggio di congratulazioni del ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi. Bellissimo lo slogan di Antonella Iunti, direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale: «Non si fa scuola, si è scuola», ponendo ulteriormente l’accento sull’approccio puerocentrico: «I ragazzi – ha proseguito la Iunti – non si sono impegnati in maniera pedante, ma con uno spirito attivo. Il Presidente ha dato un premio collettivo, la dimostrazione di come lavorare insieme sia la forza di questo territorio».
Sinergia, una parola che è ritornata in tutti gli interventi, in quello del sottosegretario al sud e alla coesione territoriale, Dalila Nesci, la quale ha ricordato come «non esistano cattivi studenti, perché tutto sta nel saper tirare fuori, scoprire. Io – ha aggiunto il viceministro – sono molto orgogliosa di questi ragazzi».
Una appassionata esortazione, come l’ha definita anche il moderatore, quella di Eugenio Pitaro, vicario del Prefetto: «Ragazzi dovete avere la consapevolezza di essere bravi e di aver vinto per questo. Se qualcuno vi accarezza, voi sbattetegli la porta in faccia, perché l’imperativo è credere in voi stessi. Io vorrei che tutti i dirigenti, gli ufficiali in servizio in Calabria tornati nelle loro regioni potessero dire “lì ho incontrato delle eccellenze”».
Delicate e incisive, poi, le parole del vescovo, Attilio Nostro: «Quando avevo la vostra età con la mia squadra abbiamo vinto un campionato di basket, aveva trionfato un gruppo come voi oggi. Io sono felice di tanta bellezza, anche i ragazzi che ho incontrato al Convitto mi hanno stupito. Insieme stiamo creando una Calabria nuova, che c’era ma non appariva». L’epilogo della cerimonia ha visto il momento più saliente: la consegna delle targhe ai ragazzi da parte delle istituzioni.
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