Andrea Delogu e Flavio Insinna
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C’è trepidazione nel cortile dell’Istituto Nautico di Pizzo Calabro, sede prescelta del 2021 per la ormai tradizionale cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (trasmessa in diretta su Rai Uno).
Trepidazione e attesa per un evento che acquisisce un particolare significato per la città di Pizzo che negli ultimi anni è stata al centro di episodi di cronaca e operazioni della magistratura che hanno portato, tra l’altro, al commissariamento del comune.
Le scuole invitate hanno cominciato a prendere posto intorno alle 15 diligentemente ordinate nelle sedie messe a disposizione dall’organizzazione e malgrado il sole cocente non abbia dato un attimo di tregua.
Come ogni anno la cerimonia prevede la menzione delle classi selezionate dal Ministero dell’Istruzione «per aver realizzato i migliori percorsi didattici sui temi della legalità e della cittadinanza».
Le scuole premiate per l’anno 2021
Si comincia «con “Diversi ma in fondo uguali” con cui bambine e bambini dell’Istituto Comprensivo “5 Bologna” – Scuola secondaria di I grado “Testoni Fioravanti” di Bologna dimostreranno come in un contesto multietnico la diversità possa essere vissuta al di fuori da stereotipi».
A seguire alunne e alunni dell’Istituto “I.O. Griselli” di Montescudaio (PI) con la loro riflessione sui diritti dei bambini attraverso il canto e la recitazione, mentre, l’Istituto Comprensivo “Jannuzzi – Mons. Di Donna” di Andria (BT) proporrà una coreografia su inclusione e fiducia sulle note di “Abbi cura di me” di Simone Cristicchi.
Un particolare spettacolo è quello offerto dalle sbandieratrici dell’Istituto Comprensivo 2 Sant’Agata de’ Goti (BN) che «con il loro vessilli d’Italia e d’Europa porranno l’attenzione sul tema della cittadinanza», dal canto loro poi «le ragazze e i ragazzi dell’Istituto Omnicomprensivo Statale “Bruno – Vinci” di Nicotera (VV) hanno illustrato il “Bat Stick – le difficoltà non fan la differenza”, un bastone elettronico per persone ipovedenti».
Il lavoro del XIII Istituto Comprensivo “Archimede” di Siracusa «ripercorrerà l’esperienza di vita e l’impegno di madri, mogli, sorelle di vittime di mafia, messaggere di legalità» e «infine, con le studentesse e gli studenti dell’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “Paolo Frisi” di Milano, che hanno avuto la possibilità di formarsi con lo chef Davide Oldani, si è fatta un’incursione sul Made in Italy».
L’avvio della trasmissione Tutti a Scuola
A dare il via ufficiale alla serata nel segno della scuola sono i due conduttori scelti per questa 21esima edizione dell’appuntamento di apertura dell’anno scolastico, Flavio Insinna e Andrea Delogu che con il loro entusiasmo hanno salutato non solo l’inizio dell’anno scolastico ma anche il rientro in presenza nelle aule scolastiche.
Lunghi applausi e poi la trasmissione entra nel vivo, fa il proprio ingresso il ministro della Cultura, Patrizio Bianchi, mentre il duo Delogu-Insinna lascia il palco alla musica di Tancredi che manda in visibilio i più giovani.
Tra il pubblico siedono gli ori olimpici di Tokio 2020 guidati dal presidente del Coni, Giovanni Malagò e dal presidente del comitato paralimpico Luca Pancalli, e in un momento in cui l’esempio è la chiave della rinascita, le parole di Marcel Jacobs e Caterina Banti, i primi tra gli atleti ad intervenire, diventano una spinta per tutto il mondo della scuola. Così come lo è stata la testimonianza di Leonardo Spinazzola che ha parlato del proprio infortunio (non senza qualche incursione ironica dello stesso Insinna) ma anche del libro che ha scritto e i cui proventi saranno devoluti in beneficienza.
L’ingresso del Presidente della Repubblica è stato salutato dall’esecuzione dell’inno nazionale da parte dell’orchestra dei Conservatori d’Italia mentre Massimo Ranieri sul palco ha risvegliato nella memoria del pubblico i suoi più grandi successi per poi “violare” il protocollo e scendere dal palco per stringere la mano al Presidente Mattarella.
È seguita una breve pausa ammirazione per l’omaggio reso al Capo dello Stato dal vascello Amerigo Vespucci “la nave più bella del mondo” di passaggio in Calabria e poi di nuovo sul palco con le esibizioni delle scuole selezionate e le interviste ai campioni dello sport
Il ministro Patrizio Bianchi: La scuola riapre e il Paese riparte
“Fatemelo dire e con molta emozione: con tutti i ragazzi apriamo la scuola in presenza”.
Non è un intervento tradizionale e istituzionale quello del ministro Bianchi, è un intervento carico di emozione e soddisfazione, e orgoglio. Orgoglio per un qualcosa che può sembrare normale ma che negli ultimi due anni era scomparso dal nostro orizzonte: la scuola vissuta di persona, tra i banchi, con gli insegnanti assieme agli altri studenti. «La scuola riapre e il Paese riparte” la fase conclusiva dell’intervento di Bianchi è la perfetta sintesi dell’importanza di questa giornata. Una giornata che “non è una routine ma neanche un azzardo: è il risultato di un lavoro faticoso fatto dal mondo della scuola».
Bianchi ricorda come la scuola sia «la più grande comunità di lavoro del nostro paese con oltre 1,5 milioni di persone che hanno lavorato per permettere a 10 milioni di studenti di ritrovare la propria comunità di vita».
Ecco appunto la scuola come comunità di vita che dà l’esempio come nel caso delle vaccinazioni e del green pass con percentuali superiori al 90% risultato per il quale il ministro ringrazia tutti: «Dai sanitari alle famiglie a tutti i ragazzi», perché non solo lo sport ha vinto le sue medaglie «ce l’abbiamo fatta anche noi, anche noi abbiamo vinto la nostra medaglia».
Tutta l’emozione del ministro nelle sue ultime parole: «La scuola è il battito della comunità, è il ritmo della vita di tutti noi e quando non c’è stata ci siamo sentiti persi. Credo che sia bellissimo che il grande messaggio di fiducia che i nostri ragazzi ci stanno dando oggi parta da qui, da Pizzo Calabro, dal nostro Mezzogiorno. E da qui arriva a tutto il Paese. Sì, noi ce la possiamo fare. Il nostro Paese può vincere le nostre battaglie».
Il Presidente Mattarella: «Un giorno speciale perché speciale è l’anno scolastico che comincia»
Sergio Mattarella nel suo discorso inaugurale non ha remore nel ricordare che «oggi è un giorno speciale, allegro, di speranza, di impegno, per l’intero Paese. Come ogni anno, il primo giorno di scuola suscita festa e attesa. Ma quest’anno a essere speciale è l’anno scolastico che comincia». Già è un anno scolastico speciale perché si torna in aula fisicamente presenti, studenti e professori, personale ata e dirigenti.
«Voi – prosegue Mattarella – ragazze e ragazzi, tornate di nuovo tutti in aula, insieme ai vostri insegnanti. Dopo le tante sofferenze e le grandi limitazioni che la pandemia ci ha imposto, la ripartenza delle scuole a pieno regime è il segno più evidente della ripartenza dell’Italia».
La scuola è il motore silente che fa girare il Paese, ne è convinto il presidente della Repubblica che, ai più giovani, spiega come «con le scuole riaperte si riallacciano i fili che si erano interrotti o che erano diventati più esili: certo, anzitutto lo studio, ma anche le relazioni, le amicizie, l’insieme di quelle esperienze così decisive nella vostra formazione. E questo trasmette energia a tutta la comunità nazionale».
Sì energia perché, come detto, «la scuola è ossigeno per la società. Non riguarda soltanto voi che la frequentate. Il suo funzionamento è specchio di quello del Paese».
Senza dimenticare di mettere in luce «aspetti che devono essere migliorati. Soffriamo per ritardi antichi, per qualche inefficienza, per disparità e disuguaglianze», Mattarella riconosce alla scuola italiana il suo essere «una scuola di valore, grazie alla passione degli insegnanti, alla dedizione del personale, all’impegno di voi studenti». E rispetto ai problemi vi è la certezza che «non mancano risorse e capacità per superarli. E per avere fiducia in noi stessi».
Del resto, «siete voi, ragazze e ragazzi, che avete il compito e la responsabilità di scrivere la nostra storia, di essere i costruttori del nostro futuro. Nella scuola troverete gli strumenti per farlo».
In questi ultimi mesi «vi sono state assunzioni, molte aule sono state adeguate per garantire migliori spazi interni, sono stati realizzati interventi strutturali e organizzativi. Le istituzioni ai diversi livelli hanno collaborato allo scopo di fornire i servizi essenziali ad assicurare il diritto allo studio».
Tutta una serie di «investimenti doverosi» per far ripartire il sistema scolastico ma «che ora dovranno assumere continuità e prospettiva strategica con il Piano nazionale di resilienza e ripartenza. Le risorse impiegate per avere una scuola più moderna, per rendere più sicuri e funzionali gli edifici scolastici, per realizzarne di nuovi, per formare docenti preparati alle sfide di una società in trasformazione, sono l’investimento più intelligente e proficuo».
Bisogna convincersi, e qui il messaggio sembra rivolto in generale alla classe dirigente del Paese, che «la scuola non è un capitolo accessorio, bensì è assolutamente centrale in un Piano di ripartenza. Le conoscenze e la cultura delle giovani generazioni costituiscono il volano migliore per il domani di tutti noi».
Ma se tutto ciò è stato necessario, se oggi dobbiamo parlare di ripartenza è perché prima c’è stato chi ha fermato tutto, ha fermato il Paese.
«La pandemia – prosegue Mattarella – ha prodotto una condizione drammatica e dolorosa. Ha recato tanto dolore e lutti. Ancora conduce a morte ogni giorno decine di nostri concittadini. Ha frenato le nostre vite, le nostre attività. Ha creato ulteriori diseguaglianze. Ha creato povertà nuova. Ha ridotto opportunità. I giovani, i ragazzi, i bambini hanno pagato un prezzo molto alto. Non dimenticheremo quanto è accaduto».
Ma se il proverbio che non tutti i mali vengono per nuocere ha un senso allora è questo il momento di provarlo.
«Non dobbiamo neppure perdere il ricordo – riconosce il Capo dello Stato – delle esperienze positive che sono giunte dalla risposta sociale, collettiva, alla pandemia. Questa risposta ha preso forma dal nostro comune impegno, dalla generosità, dal coraggio, dal senso del dovere e della responsabilità che tanti hanno dimostrato. Il mondo della scuola è stato un esempio di passione civile e di solidarietà».
Questi mesi di difficoltà hanno fatto comprendere «a tante ragazze e tanti ragazzi il valore del “noi”. Li ha sollecitati a guardare oltre la propria individualità, a sentirsi parte di una comunità più grande, e questo nonostante i distanziamenti che frenavano i contatti personali».
E adesso la forza della Scuola si fa vedere nei comportamenti «merita attenzione la grande partecipazione degli studenti alla campagna vaccinale: rivela da che parte sta il desiderio di libertà, di vivere appieno la propria vita con gli altri, rispettandoli, e dove invece prevale una visione regressiva». E con i risultati ottenuti in questi ultimi mesi appare chiaro che «quello che per l’intera società è un obiettivo, la scuola lo ha già raggiunto. E vuole andare più avanti, per la sicurezza di tutti. Ancor più doverosa nei luoghi dei bambini e dei ragazzi».
In conclusione Mattarella ribadisce altresì che «Guardare l’esuberanza dei nostri ragazzi, specchiarsi nella loro speranza, trasmette coraggio agli insegnanti, alle famiglie, a tutti noi».
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