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«CHE c’entra la salsa choritzo con la Calabria? È una salsa piccante molto diffusa in Spagna e in Messico». McDonald’s l’ha fatta protagonista del suo “Panino calabrese” appena arrivato sul mercato italiano.
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Enzo Monaco, presidente dell’Accademia italiana del peperoncino contesta: «Forse la multinazionale dei fastfood non sa che la Calabria ha grosse tradizioni piccanti e che le aziende calabresi producono decine di salse col peperoncino». Monaco ha reso noto di aver scritto a Roberto Masi, amministratore delegato della McDonald’s Development Italia, una lettera di protesta «accompagnata» da un nutrito campionario di salse piccanti rigorosamente made in Calabria.
Nei giorni scorsi anche il sindaco di Spilinga, nel Vibonese, aveva scritto contestando il mancato uso della ‘nduja (LEGGI). Ora tocca a Monaco: «Apprezziamo l’iniziativa dei panini regionali – scrive – e siamo grati alla McDonald’s che ha voluto dare alla Calabria il ruolo di apripista. Condividiamo anche la scelta di prodotti prestigiosi come l’olio extravergine d’oliva Greco e il salame di Madeo. Non possiamo però rimanere profondamente delusi di fronte alla scelta di una salsa messicana, senz’altro buona, ma non rappresentativa della nostra più importante tradizione gastronomica che si identifica tutta col peperoncino. Preparare una pietanza calabrese – sottolinea Monaco – ed utilizzare una salsa piccante messicana è un’offesa, un tradimento di tutta la cultura gastronomica regionale. Da Norman Douglas a Vito Teti, passando per Corrado Alvaro e Saverio Strati, tutti i conoscitori di cose calabre riferiscono che la nostra gastronomia è impensabile senza il peperoncino. E l’Accademia, con i suoi esperti, da venti anni promuove il diavolillo calabrese come il migliore del mondo».
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