Tonino Daffinà
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Il Comune di Vibo avvia la procedura di revoca dell’incarico di presidente dei revisori dei conti a Tonino Daffinà in quanto non poteva espletarlo, ma l’interessato replica: “Ero legittimato, tuttavia avevo già deciso di dimettermi”.
VIBO VALENTIA – La sua nomina era stata ratificata il 18 ottobre 2022 dal consiglio comunale con a suo favore 21 voti (pescati in parte anche nell’allora minoranza) che ne avevano sancito la nomina a presidente del Collegio dei revisori dei conti del Comune di Vibo Valentia; un incarico, quello di Tonino Daffinà, contestato per via non solo della sua estrazione politica ma anche del peso che ricopriva (e ricopre tutt’ora) in Forza Italia, il partito di quel sindaco, Maria Limardo, che non ci pensò poi molto ad accantonarlo per sostenere una figura, quella di Roberto Cosentino, vicina allo stesso commercialista e già docente di contabilità aziendale, uscita però sconfitta dalle elezioni dello scorso giugno.
I MOTIVI DELLA DECISIONE DEL COMUNE DI VIBO
Ebbene (come scritto in esclusiva oggi sull’edizione cartacea del Quotidiano del Sud), a due anni di distanza, la nuova amministrazione Romeo ha avviato il procedimento di revoca dell’incarico a Daffinà il cui mandato sarebbe scaduto ad ottobre del prossimo anno. Questo a seguito di una attività di controllo eseguita dal servizio finanziario di palazzo Luigi Razza, in ordine alla nomina dell’Organismo, è emerso che lo stesso aveva già ricoperto tale incarico presso il comune capoluogo già in due occasioni: dal 2000 al marzo 2003 in qualità di componente, e dal febbraio 2004 a marzo 2005 proprio in qualità di presidente, entrambi sotto due consiliature di centrodestra.
Appena un paio di mesi dopo, l’avventura con Franco Sammarco, eletto sindaco, del quale sarà assessore al Bilancio, salvo poi candidarsi come primo cittadino con una propria una lista alla scadenza di quel mandato (2010), ma senza vincere, diventando però l’ago della bilancia che spalancò le porte del municipio ad Alfredo D’Agostino Jr.
GLI ALTRI INCARICHI DI DAFFINÀ NEL CORSO DEGLI ANNI
Altri incarichi, Tonino Daffinà, fedelissimo del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, li ha ottenuti nel corso degli anni successivi: commissario Aterp, presidente del collegio dei revisori dei conti del Comune di Lamezia (mentre era saltata, dopo accese polemiche, quella di componente al Comune di Cosenza) e già di numerosi enti del Vibonese e non, presidente della federazione dottori commercialisti Calabria/Basilicata, presidente dell’ordine dei commercialisti di Vibo, nonché Sub commissario del Commissario straordinario unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi funzionali all’adeguamento delle sentenze di condanna della Corte di giustizia dell’unione europea in materia di collettamento fognature e depurazione delle acque.
Nulla da dire sulla competenza di Daffinà in materia contabile, ma le domanda, a questo punto, sono le seguenti: nel 2022 i controlli ad opera del Comune erano mai avvenuti? E se sì, perché non era stata sollevata la questione?
DAFFINÀ REPLICA: “AVEVO GIÀ DECISO DI DIMETTERMI”
A stretto giro di posta arriva però la replica di Tonino Daffinà dopo aver appreso l’avvio della procedura di revoca dell’incarico pubblicata oggi sul Quotidiano del Sud. “La motivazione addotta dagli uffici – afferma – è dettata dall’articolo 235, comma 1 del D. Lgs. 267/2000 secondo cui l’organo di revisione contabile dura in carica tre anni a decorrere dalla data di esecutività della delibera o da quella di immediata eseguibilità nell’ipotesi di cui all’articolo 134, comma 3, e i suoi componenti non possono svolgere l’incarico per più di due volte nello stesso ente locale”. L’attuale presidente del Collegio dei revisori, come detto, avrebbe già “esercitato tale funzione dal 2000 al 2003 nel Collegio dei revisori e dal 12 febbraio 2004 al Marzo 2005, in qualità di Presidente, oltre che dal 18/10/2022 per il successivo triennio.
“AVEVO DECISO DI LASCIARE L’INCARICO AL COMUNE DI VIBO”
Pur definendo la ricostruzione veritiera, Daffinà ha inteso fare, però, alcune “doverose puntualizzazioni” evidenziando che era già sua “intenzione lasciare questo incarico” e comunque di aver “già inviato le mie dimissioni lo scorso 29 novembre, considerato che gli impegni sopraggiunti, da poco più di un anno a questa parte, non mi consentono di assolvere alla mia funzione nelle stesse modalità e con la medesima dedizione con cui lo avevo fatto fino a quel momento. Ad ogni modo, questo è stato il mio primo mandato a partire dall’anno 2014, ovvero, dall’introduzione del divieto di entrare per più di due volte nel Collegio dei revisori contabili dello stesso Ente”.
Tale circostanza, secondo l’interessato, ha dunque “legittimato il mio incarico che cessa per effetto delle mie dimissioni e non altro. Difatti, prima della riforma del 2014, l’art. 235 Tuel parlava genericamente di rieleggibilità per una sola volta all’interno dell’organo revisionale. Per tale ragione –ha concluso Daffinà – ho ritenuto che, ai fini dell’operatività del divieto del terzo incarico per il singolo componente del Collegio, dovessero essere considerati solo gli incarichi successivi al 2014”.
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