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Palazzo Luigi Razza, sede del Comune di Vibo Valentia

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Sembra destinato a sgonfiarsi il caso relativo all’individuazione da parte del Comune di Vibo di un superesperto a 26mila euro per 65 giorni di lavoro (non continuativi) che la minoranza aveva bollato come bando cucito su misura per una persona vicina all’attuale sindaco Romeo: dei 33 candidati solo 4 idonei e tutti bocciati dalla commissione


VIBO VALENTIA – Il caso del Super esperto da 26mila euro pe 65 giorni di lavoro che sta cercando il Comune di Vibo e che la minoranza ha bollato come bando cucito su misura per una persona vicina all’attuale sindaco Romeo è destinato – almeno per il momento – a sgonfiarsi. Sì, perché tutti i pretendenti idonei non hanno superato l’esame davanti la commissione giudicatrice.

DEI 33 CANDIDATI SOLO 4 IDONEI E TUTTI BOCCIATI

Nella mattinata odierna  si sono concluse le prove dei candidati che avevano presentato domanda per  la figura di esperto «di particolare e comprovata specializzazione incaricato di espletare funzioni e attività strettamente necessarie a realizzare progetti finanziati dal Pnrr e dalle Politiche di Coesione». Erano pervenute presso l’ente ben 33 candidature da tutta Italia. Di queste, però, solo 4 erano risultate idonee. Si richiedeva infatti una laurea in Beni culturali o Scienze della comunicazione, lo svolgimento dell’attività da giornalista per un lungo periodo, di essere esperto di social media e web, ex direttore di testata giornalistica ed ex dirigente d’impresa. 

Criteri, insomma, indubbiamente stringenti e infatti, come detto, solo 4 hanno superato il primo step approdando all’esame della commissione giudicatrice presieduta dal segretario generale Domenico Libero Scuglia, e dai componenti Claudia Santoro, dirigente del settore Bilancio, e Massimo Messina, funzionario di palazzo Razza. Ebbene, nessuno dei quattro candidati, e tra questi vi era anche la persona di cui la minoranza aveva fatto cenno, lo ha superato. Tutti, a quanto pare, sono scivolati sui quesiti attinenti proprio gli aspetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Ora bisognerà rifare il bando, modificando inevitabilmente i criteri, ma servirà procedere con speditezza perché ogni attività che sarà espletata dall’esperto dovrà terminare entro la primavera del 2026, il che, vista la burocrazia italiana, non è poi così lontano.

LA BAGARRE SUL BANDO NELL’ULTIMO CONSIGLIO COMUNALE DI VIBO

Per quanto concerne l’aspetto politico, come detto, il caso dovrebbe essere destinato a sgonfiarsi dopo le polemiche delle scorse settimane e quelle nell’ultimo consiglio comunale – che aveva visto bocciare la richiesta della minoranza di ritiro del bando – con attacchi reciproci tra maggioranza e opposizione. Quest’ultima aveva parlato di  “classico bando costruito su misura anche perché basta andare sulla pagina Facebook del principale “sospettato” e vedere che è in possesso di quelle credenziali. E se dovesse essere lui non solo si è fatto un bando ad hoc ma si è pagata una cambiale elettorale”; la prima aveva replicato: “Quando si andrà a conclusione di tutta questa vicenda e a vincere non sarà quella persona di cui parlate, spero abbiate l’umiltà di chiederle scusa, al pari dell’amministrazione Romeo. Non state ponendo problemi di irregolarità e illegittimità, ma di indirizzo politico e questo spetta a noi perché siamo al governo della città”.

Ora si ricomincerà daccapo. Sicuramente con nuove polemiche.

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