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Il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo

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SOSPIRO di sollievo. I 15 milioni relativi al post alluvione del 2006 non sono andati perduti. A certificarlo il presidente della Regione, Nino Spirlì. La paventata assenza del finanziamento, lo ricordiamo, era emersa l’altro giorno nel corso di una accesa seduta della III commissione consiliare (Lavori pubblici) presieduta da Serena Lo Schiavo (FI) ed era stata portata alla luce dal consigliere Antonio Schiavello il quale aveva riferito di averla a sua volta appresa dal vicesindaco Domenico Primerano.

La discussione era proseguita con una serie di interventi, tra i quali quello della consigliera Fatelli che aveva chiamato in causa i referenti regionali e nazionali vibonesi, mentre gli altri (Lombardo e Scrugli) avevano rilevato la necessità di audire lo stesso Primerano in Commissione.

In base a quanto era emerso durante la seduta, i fondi non sarebbero più figurati nel bilancio regionale a partire dal 2019, nonostante vi fosse una delibera di Giunta del 5 dicembre del 2020 che ne certificava la presenza. L’ente locale, per come riferito fonti autorevoli dell’amministrazione Limardo, aveva quindi chiesto chiarimenti in tal senso e questi sono arrivati per bocca del governatore Spirlì (LEGGI): «Nessuno scippo è stato consumato ai danni dei cittadini vibonesi: i 15 milioni di fondi per l’emergenza scatenata dall’alluvione del 2006 sono ancora disponibili e aspettano solo di essere utilizzati», ha asserito ieri a seguito della notizia pubblicata sul Quotidiano del Sud, aggiungendo: «In merito ai fondi della Protezione civile destinati all’attuazione del programma “Emergenza Vibo Valentia”, non utilizzati per molti anni e restituiti alla Regione nel 2017, non essendo, evidentemente, maturate in quell’anno le condizioni per l’utilizzo delle risorse, il competente settore della Protezione civile non ha proceduto a impegnarle, e le stesse, in base alle regole contabili vigenti, sono confluite nell’avanzo di amministrazione vincolato. Nel 2018, inoltre, è stato richiesto l’utilizzo di oltre 700mila euro, prontamente riallocati in bilancio, a cui non è poi seguito alcun impegno di spesa».

Le somme del post alluvione 2006, secondo Spirlì, quindi «ci sono e possono essere riallocate, in tutto o in parte, su apposita richiesta, nella parte effettiva del bilancio, sulla base di uno specifico cronoprogramma di utilizzo».

Lo stesso Spirlì ha affermato di aver appreso la circostanza dalla stampa. In realtà, il Comune capoluogo aveva inviato alla Regione una nota addirittura il 6 aprile 2020 nella quale chiedeva in via d’urgenza l’erogazione del finanziamento evidenziando che fino a quella data (e adesso fino ad oggi) palazzo Razza «non ha potuto avviare l’iter tecnico-amministrativo connesso alla realizzazione degli interventi in quanto la Regione non ha posto in essere i successivi e propedeutici provvedimenti di competenza, ivi compresa la stipula della convenzione regolante il finanziamento, Permangono le criticità che hanno determinato lo stato cli emergenza nel territorio di Vibo del luglio 2006 e, di conseguenza, l’indifferibile necessità di avviare ed eseguire gli interventi programmati per la messa in sicurezza del territorio. Per via delle condizioni finanziarie in cui versa il Comune non ha la possibilità di eseguire gli interventi con fondi propri».

Pertanto, l’ente locale sollecitava la Regione ad attivarsi celermente affinché il Comune potesse disporre del finanziamento e conseguentemente, avviare tutte le attività connesse all’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, dando priorità alla mitigazione del rischio legato all’erosione costiera. Palazzo Razza chiedeva inoltre, qualora non fosse possibile nell’immediatezza disporre di tutto l’importo, di avere quantomeno le somme necessarie per avviare la progettazione degli interventi, «rimanendo in attesa di urgente riscontro, considerata l’attenzione sempre dimostrata per il territorio di Vibo Valentia».

Risposta che fino ad oggi non è mai arrivata, per come confermato venerdì dallo stesso sindaco Limardo: «Non è pervenuto alcunché fino alla data odierna». Il riferimento contenuto nella nota inviata dal Comune agli uffici della Cittadella è all’assenza di un apposito decreto (come avevamo anticipato) che consenta di stabilire tempi e modi dell’impiego dei 15 milioni. La speranza, a questo punto, è quella di non dover attendere altri quattro anni per quel decreto…

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Alessandro Chiappetta

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