La seduta della V Commissione (Controllo e Garanzia)
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Sulla vicenda dell’assessore di Vibo moroso col Comune, una parte dell’opposizione ha ripreso l’argomento col proposito di mettere in scacco non solo l’amministrazione ma anche la maggioranza che la sostiene, facendo risaltare “il loro imbarazzo” per la vicenda nella quale si inserisce anche l’ex sindaco Maria Limardo che attacca Romeo: “Silenzio inaccettabile”
VIBO VALENTIA – non accenna a placarsi la polemica sulla vicenda dell’assessore comunale moroso nel confronti dello stesso Comune: dopo l’interrogazione – che ha messo in moto gli eventi – della consigliera Maria Rosaria Nesci (IC) al recente question time, adesso una parte dell’opposizione ha ripreso l’argomento nella V commissione consiliare di ieri – presieduta da Serena Lo Schiavo – col proposito di mettere in scacco non solo il sindaco Romeo e la sua l’amministrazione ma anche la maggioranza che la sostiene, facendo risaltare “il loro imbarazzo” per la vicenda.
E che sia una situazione scomoda lo si evince dall’assenza di risposte chiare da parte del primo cittadino tirato in ballo da due giorni a questa parte, con la maggioranza che tenta di tamponare. In realtà a farlo è il solo Pd, mentre dagli altri gruppi – compreso quello di riferimento dell’assessore in questione – il silenzio più assoluto.
LA CONSIGLIERA NESCI CHIEDE L’ACCESSO AGLI ATTI
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato nuovamente la Nesci reiterando in sede di organo consiliare quanto dalla stessa asserito nel question time con l’ulteriore decisione di procedere all’accesso agli atti relativi alla vicenda «per capire se è stata depositata la documentazione sull’incompatibilità, tutti quelli successivi all’elezione del diretto interessato e fino a quelli della nomina della Giunta».
Alle parole della capogruppo di Insieme al centro si è agganciata la collega di Forza Italia, Carmen Corrado, evidenziando che sul sito istituzionale del Comune manca, per alcuni nominativi della Giunta, e anche dei consiglieri, la documentazione inerente la dichiarazione di incompatibilità e quindi «mi chiedo come mai a nove mesi di distanza sul sito dell’ente mancano queste informazioni», ha aggiunto lamentando il «silenzio assordante del sindaco», con la sua vice, Loredana Pilegi, che «ha parlato di mancanza di tempo da parte degli uffici per verificare quanto chiesto dalla consigliera Nesci. Stiamo attendendo una dichiarazione del primo cittadino che ha preferito abbandonare all’improvviso il Question time, lasciando la patata bollente al vicesindaco. Adesso vogliamo la verità – ha concluso – D’altronde, se non ha nulla da temere ce la illustri».
MUZZOPAPPA INCALZA IL CENTROSINISTRA: “IL SINDACO DI VIBO STA ANDANDO OLTRE”
Durissimo invece il commento di Franco Muzzopappa che nel chiedere il protocollo degli atti ha aggiunto che «questa volta il sindaco sta andando oltre» ponendo fine alla luna di miele tra il suo gruppo, Identità Territoriale, e l’amministrazione comunale se «non si dimostrerà il contrario. C’è una questione di merito se il sindaco di Vibo ha nominato assessore del Comune capoluogo un soggetto che ha un debito col Comune» ha aggiunto affondando poi il colpo parlando di «vergogna autentica» perché, ha spiegato, «non è possibile che un assessore finanzi il proprio debito con l’incarico ricevuto».

Quindi, l’invito alla maggioranza a chiedere, qualora questo fatto corrispondesse a verità, le dimissioni di questa figura: «Avete detto che siete il nuovo che avanza ma se non percorrete il sentiero della trasparenza, dell’etica della politica, allora significa che siete marci dentro. Bisogna essere cristallini per essere ricoprire una carica pubblica», ha incalzato e rispondendo all’ex sindaco Maria Limardo (del cui intervento riferiamo nella pagina successiva) che invita Romeo a inviare tutta la documentazione su questo caso in Prefettura, il capogruppo di IT ha rilevato che il «primo garante della legge non è il prefetto ma il sindaco stesso e quindi prima di compiere quel passo deve farsi un esame di coscienza».
A spezzare una prima lancia a favore di Romeo è stato Nico Console (Gruppo Misto) ormai più vicino alla maggioranza che all’opposizione dove era stato eletto, sostenendo che in presenza di «un parere tecnico rilasciato a suo tempo, e conoscendo la professionalità del segretario Scuglia non si ha motivo di dubitare del contrario, a quello bisogna attenersi»; dopo di che invitato Muzzopappa ad allontanarsi «da questo centrodestra in cui c’è gente colpita da sentenza con danno erariale nei confronti della Regione, eppure ricopre incarichi remunerati maggiori di quelli dell’assessore».
IL GRUPPO PD IN COMUNE: “SE CORRISPONDE AL VERO FAREMO LE NOSTRE VALUTAZIONI”
La seconda lancia, ma qui è un atto dovuto, è stata spezzata da Francesco Colelli che ha bollato le dichiarazioni di sudditanza e inoperosità della maggioranza ad opera di Muzzopappa come «inaccettabili» facendo poi dei distinguo: «Per quanto concerne il mio partito, non siamo a conoscenza di nulla – ha aggiunto il capogruppo del Pd – e il caso sollevato dalla Nesci può anche essere un suo delirio in quanto al momento non ci sono documenti che attestano quanto da lei espresso. Ci riserviamo, tuttavia, di intervenire nel momento in cui vi sarà un supporto documentale perché abbiamo sempre dimostrato che le posizioni politiche, anche scomode, noi le prendiamo. Ma al momento, come detto, non ci sono da tutelare situazioni poco chiare e qualora mai dovessero esserci ombre faremo una valutazione politica».
ANCHE L’EX SINDACO DI VIBO, MARIA LIMARDO, ENTRA NEL DIBATTITO
Nel dibattito sull’assessore moroso nei confronti del Comune si inserisce l’ex sindaco di Vibo Maria Limardo con un attacco frontale e senza mezzi termini nei confronti dell’attuale amministrazione guidata da Enzo Romeo. In una lunga e dettagliata dichiarazione, l’ex prima cittadina ha sollevato interrogativi pesanti sulla condotta dell’amministrazione e, in particolare, sull’atteggiamento del suo successore a palazzo Razza, accusato di non aver risposto nel merito durante il question time di sabato scorso: “Fuggendo dalle proprie responsabilità – scrive la Limardo – il sindaco ha preferito non dare alcuna risposta, demandando tutto al vicesindaco che, a sua volta, ha rimandato la questione agli uffici”.

“IL CASO DELL’ASSESSORE E’ UN’EPISODIO MOLTO GRAVE”
Secondo l’interessata, si tratterebbe di una vicenda grave, “almeno per due ordini di motivi: se Romeo non fosse a conoscenza della situazione, dimostrerebbe di non avere contezza di chi ha nominato; se invece lo fosse, avrebbe avallato una situazione “contra legem”, in violazione di un preciso decreto ministeriale”. Ad ogni modo, incalza, a “prescindere da quale sia la verità, in entrambi i casi il danno assume un peso specifico rilevante. Sì, perché nella prima ipotesi significherebbe che il capo di questa amministrazione municipale non ha assoluta contezza delle figure che ha scelto, né di ciò che accade attorno a lui; nella seconda, vorrebbe dire che ha avallato una situazione “contra legem”, disattendendo l’apposito decreto ministeriale”.
La questione sollevata riguarda l’interpretazione dell’incompatibilità prevista dall’art. 63 del Testo Unico degli Enti Locali. Nonostante un eventuale piano di rientro del debito, la giurisprudenza ha stabilito che la rateizzazione “non incide sull’esigibilità del debito”, e quindi la posizione di debitore verso il Comune resterebbe comunque incompatibile con quella di amministratore. “Solo il pagamento dell’ultima rata – prosegue la Limardo citando ancora il decreto ministeriale – estingue il debito e fa cessare il conflitto d’interesse. Di conseguenza, il sindaco Romeo dovrebbe spiegare ai cittadini se è a conoscenza della situazione e, in caso affermativo, perché non ha provveduto”.
“ROMEO INVII TUTTO AL PREFETTO SE NON VUOLE ADOMBRARE DUBBI SULLA SUA AMMINISTRAZIONE”
Maria Limardo evidenzia questi aspetti perché, spiega, meritano una “risposta adeguata da parte del primo cittadino, al quale consiglio spassionatamente di inviare tutta la documentazione in Prefettura, sempre che non intenda alimentare dubbi sulla trasparenza della sua amministrazione. Una trasparenza per cui ho lottato duramente nel corso del mio mandato, tra mille difficoltà che – a questo punto sono certa – questo esecutivo non avrebbe retto, sfaldandosi al primo colpo, e che sono comunque riuscita a mantenere nonostante il costante gracchiare dei corvi” avvertendo, inoltre, che “il silenzio del sindaco fa rumore. Evidentemente fugge dalle proprie responsabilità che ha assunto con giuramento”.

“PER IL SINDACO DI VIBO UN’ALTRA CAMBIALE ELETTORALE”
Il tono dell’intervento è netto e critico nel dire che “ad oggi non si vede l’impronta di Romeo sulla città” e nell’aggiungere che la vicenda dell’assessore moroso si può riassumere come “un’altra cambiale elettorale, come nel caso della nomina del capo di Gabinetto del sindaco di Vibo”; e conclude con una stoccata rivolta ancora al capo dell’esecutivo municipale: “Sappia che tutta la cittadinanza attende una sua versione su questa vicenda, che di trasparente sembra avere ben poco. Un simile comportamento, infatti, non fa altro che alimentare l’idea che una scappatoia si trovi sempre, anche in presenza di situazioni scomode e – come in questo caso – non previste dalla normativa. Basta semplicemente non parlarne”.
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