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Il municipio di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – Alla fine a gongolare è stata la maggioranza e una piccola parte dell’opposizione. Il resto di quest’ultima ha malcelato la rabbia e la tensione accumulate. Il “dramma” politico che si è consumato l’altro ieri a palazzo Luigi Razza per l’elezione dei componenti del Consiglio comunale nel Consorzio Costa degli Dei ha sancito una nuova frattura tra le fila dell’opposizione visto che ad un certo punto le candidature presentate da quel lato dell’emiciclo sono state ben tre.

La votazione

Dall’altro lato, invece, la maggioranza ha puntato fin dall’inizio sull’avvocato Giuseppe Calabria (Forza Italia) ma con i restanti suoi voti ha spaccato lo schieramento avversario facendo nominare il dirigente scolastico Giuseppe Policaro (Vibo Democratica) che ha avuto la meglio sulla collega Katia Franzé (Coraggio Italia), che si era proposta nelle settimane precedenti, sostenuta da Al Centro (Comito), Pd (Soriano), Liberamente progressisti (Pilegi), Azione (Luciano) oltre che Giusy Colloca (Misto), mentre il M5S (Santoro) si è smarcato optando per Loredana Pilegi. Numeri che però non sono bastati perché a far saltare il banco è stato – nel momento in cui non si trovava la quadra – Marco Miceli (capogruppo di Vibo democratica) avanzando il nome del collega Policaro. E infatti, all’esito dello spoglio (preceduto dalle dichiarazioni di voto dai toni particolarmente accesi) il risultato è stato il seguente: 9 preferenze per Calabria, 8 per Policaro, 6 per la Franzé e una per la Pilegi (che tra l’altro aveva ritirato la propria candidatura per favorire quella della collega).

Maggioranza unita, opposizione no

Un risultato, questo, che se da un lato ha fatto scoppiare le polemiche dall’altro impone una riflessione in seno allo schieramento in cui l’unità dimostrata su alcuni punti presentati nei precedenti consigli è di fatto andata in frantumi nel momento in cui si è trattato di esprimere un proprio rappresentante. E in questo senso la maggioranza, che dalla parte opposta dell’emiciclo viene spesso tacciata di essere sfilacciata, ha invece dimostrato nuovamente non solo compattezza nei momenti che contano – pur avendo subito qualche defezione, oltre alle assenze ormai croniche nei consigli che mettono a rischio la tenuta numerica senza però scalfirla più di tanto – ma anche di determinare l’elezione di un candidato alternativo rispetto a quello sul quale avevano trovato convergenza gli altri rappresentanti della minoranza.

Guardando al futuro

Una sconfitta senza appello, indubbiamente, ed un esito del voto che certifica un aspetto che, ad ormai un anno di distanza dalle elezioni comunali, non può passare inosservato, ovvero che alla fine le differenze vengono a galla e quando in una coalizione le anime sono numericamente diverse il rischio di incappare in vistosi scivoloni (e non è il primo in questa consiliatura) è quanto mai reale.

Pd e Azione contro Policaro

E di quanto sia rovente il clima nella minoranza lo testimonia non solo ciò che è avvenuto due giorni fa ma soprattutto gli sviluppi, con un attacco frontale al consigliere Policaro., E così è stato, e lasciando li fioretto per passare alla spada sono stati i consiglieri comunali Stefano Soriano e Stefano Luciano, rispettivamente Pd e Azione, e i segretari di circolo dei due partiti, Francesco Colelli e Claudia Gioia. Tutti imputano all’esponente di Vibo Democratica di essersi prestato “ai soliti giochi sottobanco come aveva già fatto in occasione della sua nomina del vice presidente del Consiglio. Policaro da tempo dichiara a parole la sua appartenenza al perimetro dell’opposizione ma pur di essere protagonista per un solo giorno, ha accettato di essere votato dalla maggioranza politica di destra ad una carica che spettava alla minoranza. Non è nuovo – incalzano i Dem e Azione – a simili evoluzioni” ma visto quanto successo lo stesso, che “continua tranquillamente a sedere tra i banchi della minoranza insieme al secondo componente del gruppo Vibo Democratica”, viene invitato a togliere “definitivamente la maschera schierandosi apertamente con il sindaco la cui maggioranza evidentemente ha bisogno di questi giochi che fanno male alla democrazia per tenersi a galla. Non solo, ma attraverso queste azioni individuali si continua a minare la credibilità delle istituzioni e della politica sempre per colpa dei soliti noti che non si prodigano per temi che interessano la città ma si muovono solo per nomine e cariche. Però, non siamo tutti uguali e per tale ragione noi prendiamo le distanze dalla nomina di Policaro per dare un segnale di positività e di credibilità della politica”.

Le considerazioni finali

Andando alle conclusioni, Soriano, Luciano, Colelli e la Gioia rilevano due evidenze politiche: la prima relativa al fatto che “questa Destra menefreghista di un meccanismo democratico previsto per la nomina dei membri di organismi che spettano alla minoranza ancora una volta sceglie (sempre lo stesso) un rappresentante che le fa comodo: ricordiamo a noi stessi che Policaro è stato eletto con otto voti di cui ben sei della maggioranza mentre la Franzè ha preso tutti i voti dei consiglieri di minoranza presenti ad eccezione di quello dei cinquestelle. La seconda è relativa al fatto che da domani la maggioranza potrà tranquillamente convocare il consiglio comunale in prima convocazione potendo contare su due membri nuovi di zecca”. Ma il dato ritenuto più triste è che “chiusa questa becera vicenda, resta una città in affanno, con una guida che naviga a vista e che spesso è costretta ad inseguire per coprire le varie segnalazioni e denunce che l’opposizione porta avanti, mentre la maggioranza si dimostra ancora una volta attenta alle nomine ed ai carrozzoni ed assente sui problemi”.

La replica di Policaro

E non è tardata ad arrivare la replica del diretto interessato che fa ricorso alla favola di Esopo  della volpe e l’uva per spiegare il suo punto di vista.

Peppe Policaro esordisce col ricordare che è agli atti del Consiglio Comunale la sua proposta di procedere all’individuazione del componente della minoranza da eleggere partendo dalla condivisione di un criterio oggettivo: «Essere stati eletti in una lista che ha perso le elezioni, dunque di minoranza, perché schieratasi pubblicamente in contrapposizione al Sindaco “Limardo”». In sede di riunione delle minoranze l’interessato ricorda di aver «insistito acché si convenisse per una candidatura di superamento alle tre già in campo mediante votazione o estrazione a sorte di un’unica designazione che sarebbe stata votata da tutte le opposizioni e pertanto, non avversabile dalla maggioranza», ha aggiunto, ricordando di aver anche «preannunciato che diversamente, la maggioranza, avrebbe avuto gioco facile a condizionare la votazione atteso che era stata rigettata la proposta fatta da Forza Italia, perché contrastata, parrebbe, anche da uno dei firmatari della nota a cui rispondo, di procedere con due votazioni autonome e separate».

Policaro ha quindi annunciato che non replicherà ulteriormente sulla questione in quanto «convinto che determinate false “illazioni” che peraltro qualcuno potrebbe definire dal sapore diffamatorio debbano essere combattute sempre  affermando l’integra verità dei fatti, ben tenendo presente che esistono nella società sentimenti quali l’invidia e la cattiveria gratuita che, purtroppo, servono solamente ad alimentare sterili polemiche che non interessano ai cittadini».

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