Maria Limardo
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VIBO VALENTIA – Con l’uscita di scena del vicesindaco e assessore al Personale, Domenico Primerano (LEGGI), si è ufficialmente aperta la fase conclusiva della rimodulazione della Giunta comunale, deleghe comprese. Il sindaco Maria Limardo avrebbe ormai preso la decisione che potrebbe essere resa nota urbi et orbi nelle prossime ore. E tra spostamenti e nuovi incarichi, qualche connotato cambierà, ma non molto. Di certo l’amministrazione avrà un’impronta politica rispetto al passato. E domani (al massimo dopodomani) potrebbe esserci l’ufficialità del cambio.
IL VICESINDACO
Sembrerebbe ormai certa la nomina a vicesindaco di Pasquale Scalamogna, area “Rinasci Vibo” che riesce a spuntarla, dopo aver incassato il “niet” per Tonino Daffinà. In realtà si tratta di una mezza vittoria per il gruppo e per il sindaco stesso come spiegheremo più avanti.
PERSONALE
Adesso la delega è vacante ma secondo quanto filtra dagli ambienti di palazzo Razza, sarebbe stata assegnata a Mimmo Francica al quale, però, verrebbe tolta quella alle Attività produttive. Non solo, l’attuale assessore in quota Pitaro avrebbe anche gli Affari Generali e manterrebbe quella del Contenzioso.
COMMERCIO
Resta, dunque, da assegnare un assessorato pesante come quello alle Attività produttive e Commercio e tutto lascerebbe pensare che possa andare alla nuova figura che indicherà Forza Italia: al riguardo salgono le quotazioni di Angela Ierfone, che alle passate elezioni raccolse 210 voti (seconda non eletta dopo Giuseppe Cozzucoli). Ma questo è ancora da stabilire.
SPORT, TURISMO E SPETTACOLO
Attualmente a detenere tali deleghe è Michele Falduto (Fdi) che però sarebbe destinato a perderne almeno due nell’ambito di un depotenziamento che va di pari passo con la copertura politica: seppur in Consiglio vi sia un rappresentante del partito della Meloni, Antonio Curello, è anche vero che quest’ultimo non ha particolari rapporti sia coi vertici provinciali e locali ma anche con lo stesso assessore. Al componente della Giunta resterebbero quindi quelle originarie (innovazione tecnologica e poco altro) e forse il Turismo.
Ad ogni modo, non è neanche peregrina l’ipotesi che il sindaco decida di accantonare definitivamente il giovane assessore o che sia proprio quest’ultimo a fare un passo indietro seguendo le orme di Primerano in caso di netto ridimensionamento. Sempre che lo stesso primo cittadino non voglia tenersi un “paracadute” per le Politiche del 2023. D’altronde, l’estrazione della Limardo è di destra, la stessa della Parlamentare Wanda Ferro. Per quanto concerne Falduto, una parte delle sue deleghe dovrebbe essere consegnata ad un consigliere delegato.
IL CONSIGLIERE DELEGATO
I rumors danno tale figura ormai per certa e sarebbe stata individuata nell’attuale capogruppo di FI, Antonio Schiavello: a lui andrebbero lo Sport e lo Spettacolo, non il Turismo che potrebbe, come detto, anche restare a Falduto. Tra l’altro, una simile esperienza era avvenuta con Paola Cataudella al Randagismo.
Alla Cultura andrebbe una figura il cui nome verrà avanzato da Città Futura così come per i Servizi Sociali. Il sindaco ha chiesto una rosa di nomi a Vito Pitaro che almeno ufficialmente fino a oggi a mezzogiorno non è pervenuta. Anche in questo caso le indiscrezioni virerebbero su Rosa Chiaravalloti e Antonella Tripodi che però, sembrano ormai superati, e non è detto che si opti per una figura di sesso maschile.
GLI ALTRI
Restano saldi al loro timone invece Giovanni Russo (Città Futura) ai Lavori pubblici, Vincenzo Bruni (Forza Italia, figlio dell’ex presidente della Provincia, Gaetano) all’Ambiente, e Maria Teresa Nardo (assessore tecnico) al Bilancio.
ITALIA AL CENTRO
Un altro aspetto sul quale vale la pena soffermarsi, anche perché sembra prendere quota, è la possibile entrata (per alcuni un ritorno) in maggioranza di parte del gruppo di “Coraggio Italia”, attualmente all’opposizione ed espressione del consigliere regionale Francesco De Nisi. Tre consiglieri su cinque, infatti, avrebbero manifestato apertamente tale volontà.
Se così fosse si creerebbe un paradosso: i tre (Azzurra Arena, Katia Franzè e Giuseppe Russo) andrebbero a formare il gruppo di Italia al Centro; gli altri due (Pietro Comito ed Elisa Fatelli), che continuerebbero a sedere nei banchi della minoranza, manterrebbero il nome di “Coraggio Italia”. Due gruppi, una stessa anima, due collocazioni differenti. Come detto: un paradosso, che la politica spesso offre.
VINCITORI E VINTI
Partiamo da questi ultimi: non v’è dubbio che in questa sezione vi sia Fratelli d’Italia. Per quanto concerne Forza Italia, ci sono da fare dei distinguo. Per la corrente “Rinasci Vibo” la bilancia è in equilibrio: da un lato è vero che non è riuscita a imporre Daffinà come vicesindaco per via del veto della Limardo, dall’altro però ha spinto (come avevano fatto del resto i pitariani) per estromettere Primerano (che il primo cittadino ha dovuto “sacrificare”) facendo nominare il proprio assessore, Scalamogna.
Pende positivamente, invece, per la parte maggioritaria in Forza Italia che piazzerebbe un assessore (al posto di Primerano) e un consigliere delegato. Simile il discorso per Città Futura con due componenti in Giunta, ma tale giudizio è sub judice per la possibile entrata in maggioranza di “Italia al Centro” che potrebbe chiedere un “posto al sole”. In quel caso gli assessori per il gruppo di Pitaro si ridurrebbero da 2 a 1. A quel punto, tuttavia, ci sarebbe da discutere al tavolo con tre gruppi e non più due, con tutte le possibili rivendicazioni future del caso.
E IL SINDACO?
Il giudizio potrebbe essere positivo. Perché se è vero ha dovuto cedere loro qualcosa – e la perdita di Primerano è stato un duro colpo – è altrettanto pacifico che i suoi veti hanno retto (Daffinà in primis, ma non solo) alle pressanti richieste dei partiti e delle varie anime della maggioranza, trovandosi ad affrontare la situazione spesso da solo.
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