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Cristian Vardaro

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MILETO – Poteva apparire chiusa, invece, la polemica tra il sindaco Salvatore Fortunato Giordano e il consigliere non eletto Cristian Vardaro sulla rimodulazione delle indennità di carica si arricchisce di nuovi capitoli.

«Non avrei perso tempo – esordisce l’esponente politico – per controreplicare ad un Sindaco che mal sopporta e mal interpreta le critiche, travisando i fatti e trasformando la dialettica politica in attacchi personali, ma sento il dovere di chiarire, se mai ce ne fosse bisogno, quanto riportato nei giorni scorsi sugli organi di stampa al solo fine di informare compiutamente i cittadini sulle dibattute indennità dei nostri amministratori».

Vardaro precisa di «non essere uno che “ama spargere veleno”, né tantomeno un “soggiogatore di folle”, come sono stato definito, ma un amante della verità e non mi piace polemizzare gratuitamente e senza alcuna motivazione sensata».

Detto ciò, Vardaro precisa di aver sempre parlato non di aumento dell’indennità ma «dell’opportunità di rinunciare agli adeguamenti, iniziativa che sarebbe stata in linea con quanto aveva dichiarato il Sindaco in passato».

In particolare, l’attività politico ricorda che «la legge di bilancio per il 2022 ha previsto la possibilità e non l’obbligo, per come sostiene Giordano, di adeguare le indennità di funzione del Sindaco e degli amministratori comunali, con fondi statali che non dovrebbero gravare sul bilancio dei comuni; e qui il condizionale è d’obbligo visto i dubbi sorti rispetto al contenuto della relazione tecnica allegata al provvedimento e la successiva nota inviata dalla Ragioneria Generale dello Stato all’Anci».

In particolare, «la normativa riguarda gli anni che vanno dal 2022 al 2024, mentre dal 2025, se gli eventuali adeguamenti delle indennità non saranno più finanziati dallo Stato centrale, graveranno totalmente sul bilancio comunale e quindi sui cittadini».

Nella prospettiva di una simile circostanza «tantissimi comuni hanno deciso di rinunciare in toto a questo aumento, al contrario dei nostri amministratori che non hanno perso tempo per adeguare i rispettivi aumenti quindi, infischiandosene della situazione di grande crisi che attanaglia il nostro Paese, acuitasi a seguito della pandemia prima e della guerra dopo».

Tuttavia «l’aspetto che più stride in questa materia – prosegue Vardaro – il fatto che, questo Sindaco dopo aver criticato aspramente l’allora Amministrazione Mazzeo che ha ridotto del 10% le indennità di funzione, anziché ridurle del 30% per come da lui proposto, nel momento in cui è toccato alla sua amministrazione farlo, non ha preso alcuna iniziativa in tal senso. Questa si chiama incoerenza politica, ed è quello che volevo far emergere senza scendere nel personale o ledere la sfera privata del Sindaco di cui rispetto autorità e funzioni».

In ogni caso «si è sempre in tempo per prendere spunto da altre virtuose realtà. Mi piace, ad esempio, citare un comune della nostra Provincia: Spilinga (comune dove l’ organo tecnico della segreteria comunale è affidato alla stessa persona che c’è nella nostra comunità e quindi basterebbe confrontarsi con il suo ufficio per ottenere spunti e indirizzi procedurali interessanti). Gli amministratori di questo ente locale, rinunciando alle indennità di carica già da due anni sono riusciti a risparmiare 20 mila euro, destinandoli a lavori di manutenzione delle strade comunali e lavori di rifacimento del calvario; questi sono atti concreti nell’interesse della propria comunità».

In chiusura, comunque, Vardaro annuncia la volontà di chiudere la polemica senza ulteriori eventuali «polemiche sterili e strumentali non servono a nessuno, tanto meno ai nostri cittadini che ancora attendono altre e più importanti risposte da questo Sindaco che tende a mistificare la realtà con banali polemiche, come ha fatto nell’ultimo Consiglio Comunale sul PSC».

In chiusura, però, l’esponente politico non rinuncia ad un’ultima stoccata: «Dimenticavo, quegli stessi cittadini stanno ancora aspettando di sapere come mai ancora a tutt’oggi non gli vengono forniti i 3 sacchetti settimanali per la raccolta dell’umido e, come mai ancora non viene fatto rispettare il contratto che prevedeva una penale nel caso di mancato raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata, creando un danno economico, non solo sul bilancio familiare, ma anche sul bilancio comunale che sarà ulteriormente gravato da mancati introiti e da iniziative scellerate o impegni di spesa discutibili e inopportuni, come quelli relativi a manifesti funerari».

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Francesco Ridolfi

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