Il Consiglio comunale di Vibo Valentia
4 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – E alla fine divorzio fu. Stefano Luciano e i suoi fedelissimi lasciano il Pd per abbracciare il gruppo “Azione” guidato a livello nazionale da Carlo Calenda. D’altronde, che la presenza dell’ormai ex capogruppo dem all’interno del partito fosse ormai arrivata al capolinea si era capito da tempo e non solo in occasione della recente fase congressuale.
Isolato e isolatosi, la candidatura ritirata di Claudia Gioia alla segreteria di Circolo cittadino è stato il penultimo atto di uno strappo iniziato mesi addietro mentre l’ultimo in ordine di tempo è stato l’assenza all’assemblea congressuale democrat della scorsa settimana. Si era provato a celarla con una nota stampa nella quale si manifestava la volontà di restare “a guardare” pur non mancando di condividere alcune dinamiche interne, ma evidentemente la volontà di voltare pagina era ormai stata decisa.
E si è ufficializzata nella serata di oggi con la seguente comunicazione: «Si uniscono al progetto liberale e riformista del partito Giuseppe Romano, Stefano Luciano, Claudia Gioia, Samantha Mercadante, Giuseppe Tropeano. L’ingresso di nuove forze nel partito è il frutto di una intensa e proficua interlocuzione avviata nelle ultime settimane con la segreteria regionale guidata da Fabio Scionti e con il segretario nazionale Carlo Calenda».
Queste nuove adesioni e «l’interesse che vediamo attorno al nostro partito, sempre crescente, ci inorgogliscono e ci danno la spinta giusta per continuare a lavorare per un progetto europeista e riformista anche in Calabria – ha commentato Fabio Scionti segretario regionale di Azione – La nostra terra, più di altre, ha bisogno di competenze, concretezza e capacità gestionale per risolvere e superare le tante emergenze esistenti. Ai nuovi “azionisti” l’augurio di buon lavoro in un territorio che ha tanto bisogno di competenze e concretezza».
Luciano e il suo gruppo storico di “Vibo Unica” era entrato nel Partito democratico subito dopo le elezioni comunali del 2019. Con sei esponenti (due dem: Soriano e Miceli) il Pd era la seconda formazione politica all’interno dell’emiciclo pur sedendo all’opposizione. Tuttavia, col passare dei mesi, c’è stata una vera e propria diaspora fino a restare in due (Luciano, appunto, e Soriano), cui poi si è aggiunta Laura Pugliese (che attualmente non ha seguito le orme del collega avvocato e dei suoi fedelissimi). Ma, come detto, i rapporti con gli altri esponenti all’interno della formazione politica sono andati deteriorandosi fino alla rottura definitiva. Luciano, e non è un segreto, mira ad una ricandidatura alle prossime comunali o, più probabilmente al Parlamento, che il Pd non è in grado di garantire sulla scorta di almeno due presupposti: la sconfitta elettorale della passata consultazione e le scorie delle varie dinamiche instauratesi in occasione della recente fase congressuale col tentativo fallito di “Opa” sul Circolo cittadino.
Da parte sua, l’avvocato vibonese – al quale bisogna riconoscere di essere, in occasione dei Consigli (e non solo) il maggiore pungolo critico nei confronti dell’esecutivo comunale – si è sempre fatto forte di un bacino di voti importante (e questo è indubbio), molti di più di quelli del Pd stando all’ultima tornata delle amministrative, che con tutta certezza non ha mancato di far pesare nelle stanze che contano e che, senza fallo, sarà ago della bilancia nei prossimi appuntamenti elettorali che lo vedranno più agguerrito che mai. Questo, però, non è bastato, decretando la fine di un matrimonio mai realmente consumato.
LE PAROLE DI LUCIANO
E in serata sono arrivate le parole proprio di Luciano: Per cambiare lo stato dell’arte nella città serve un partito dinamico e di azione che riesca a mettere in campo un progetto di buon governo per migliorare la condizione generale in cui versa la nostra città e sperare in un futuro migliore. Occorre una grande spinta di rinnovamento e di radicale cambiamento nel modo di fare politica adoperandosi per mettere al centro di ogni azione esclusivamente l’interesse pubblico”.
Luciano afferma di essere “grato a Nicola Irto per avermi scelto in direzione Regionale del Pd, ma quanto verificatosi recentemente nel partito cittadino e provinciale non mi ha lasciato sereno, perché ogni spinta verso un radicale cambiamento è stata impedita in ogni modo e con ogni forza. Ho deciso di spendere pertanto la mia attività politica in un partito che crede fortemente in uno spirito riformista e di vero rinnovamento”.
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