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«LA conferenza stampa sul bilancio? Non ne sappiamo nulla. Ce lo sta annunciando lei».
Cadono, come si suol dire, dal pero sia il segretario di federazione che quello cittadino del Pd, alla notizia che il capogruppo in consiglio comunale Stefano Luciano ha indetto, insieme alla collega, Laura Pugliese, per la mattinata odierna, una conferenza stampa avente ad oggetto la situazione finanziaria dell’ente locale sulla quale domani è programmato il Consiglio.
Ad aggiungere benzina sul fuoco (come se già non bastasse) il fatto che l’incontro con i giornalisti non è avvenuto presso la sede del Pd.
Vero è che la presenza della Pugliese (che è nel gruppo misto dopo essere subentrata ad Alfredo Lo Bianco, fedelissimo di Luciano e travolto dall’inchiesta “Rinascita-Scott”, e dopo una toccata e fuga in “Vibo Democratica”) può aver indotto a scegliere una location differente, ma resta il fatto che il tutto è avvenuto – almeno secondo i diretti interessati – all’oscuro delle figure dirigenziali dei Dem vibonesi.
Situazione che Enzo Insardà e Francesco Colelli non vogliono al momento commentare ulteriormente, sta di fatto che tale circostanza li ha inevitabilmente, e visibilmente, infastiditi. È forse, questo, lo strappo maggiore, forse definitivo, che si consuma in casa Pd, un partito che definire autolesionista è un eufemismo, dove i malumori sono ormai conclamati, anche per altre circostanze come la presa di posizione di numerosi circoli nei confronti della Segreteria provinciale, ed altro ancora.
Da un lato la dirigenza locale che non viene informata di una iniziativa da proprio esponente principale in Consiglio (ed anche il collega Stefano Soriano, con cui i rapporti sono ormai politicamente formali, il presidente Enzo Romeo e il candidato alle regionali, Raffaele Mammoliti sono rimasti all’oscuro), dall’altro Luciano sembrerebbe, nonostante le smentite, ormai essersi affrancato dal partito.
Posizioni sempre più distanti e un rapporto ormai logoro, consumato, molto probabilmente ai titoli di coda. Anche perché al capogruppo verrebbero imputate una serie di colpe: dalla gestione del partito in seno all’assemblea pubblica alla presenza (o meglio assenza) nelle commissioni consiliari, che vedono ormai da tempo presente il solo Soriano.
Un gruppo consiliare, quello del Pd che era il più numeroso insieme a Forza Italia (ben sei esponenti, anche se quattro arrivavano da “Vibo Unica”, creatura di Luciano) ma che col passare dei mesi ha iniziato a perdere pezzi: se ne sono infatti usciti Marco Miceli, Giuseppe Russo, Azzurra Arena e, per motivazioni diverse da quelle dei colleghi, Lo Bianco.
Al posto di quest’ultimo è subentrata la Pugliese che però ha deciso di intraprendere un percorso diverso, e con la quale l’attuale capogruppo democrat sembra aver ricucito un rapporto politico che si era interrotto nella passata consiliatura. E ancora, l’assenza alle commissioni consiliari, sedi nelle quali si discutono numerosi argomenti, compresi quelli dei regolamenti che poi finiscono all’attenzione del civico consesso.
Ciò che, quindi, viene imputato all’avvocato Luciano da alcuni esponenti del Pd è quello di non solo di non riuscire ad aggregare, ma anzi di mettere in atto un’azione diametralmente opposta. Ed in effetti, il dato oggettivo è che in due anni si è passati da 6 a 2 consiglieri. E, visto l’andazzo, presto potrebbe restare il solo Soriano a reggere il vessillo del Partito democratico nell’emiciclo di palazzo Razza.
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