Il segretario provinciale del Pd di Vibo Enzo Insardà
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Scontri intestini all’interno del Partito democratico vibonese. E no, non è affatto una novità. È stato il segretario provinciale, Enzo Insardà, a replicare a quanto sostenuto in un documento da 27 referenti in vari centri della provincia vibonese.
«A proposito delle affermazioni rese pubbliche dal documento sottoscritto da alcuni circoli della federazione di Vibo Valentia, è doveroso precisare che i criteri per la composizione delle liste del Partito democratico della Calabria sono stati stabiliti dal gruppo dirigente presieduto dal commissario regionale, Stefano Graziano, e composto dai parlamentari, dai consiglieri regionali, dai segretari provinciali, dal sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e del presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci. Nel merito si è ritenuto opportuno e giusto offrire la possibilità di ricandidarsi a coloro i quali hanno concorso nella precedente consultazione elettorale», ha asserito.
Nello specifico, a concorrere per uno scranno a Palazzo Campanella saranno Luigi Tassone, in cerca di una riconferma, e Raffaele Mammoliti, come annunciato già da tempo. Insardà ha voluto insistere, rimarcando la bontà del percorso. «Si è poi ribadita la necessità di rispettare rigorosamente i vincoli imposti dal codice etico, come previsto dallo Statuto, e di operare in coerenza con le scelte di rigenerazione già assunte in occasione della precedente consultazione elettorale. – ha continuato – Per quanto attiene, invece, agli aspetti organizzativi della Federazione di Vibo Valentia, seppur in un momento segnato dall’emergenza sanitaria e dalle restrizioni anti-contagio, è senza precedenti all’attività di coinvolgimento di iscritti, simpatizzanti, dirigenti e amministratori sempre nel segno di una discussione leale e aperta a tutti».
Il documento in questione, ha precisato il segretario provinciale, «è giunto a distanza di oltre due mesi dall’assemblea di cui si tratta, la quale peraltro ha registrato la partecipazione di molti degli stessi odierni sottoscrittori, si presta ad uno strumentale tentativo di paralizzare l’attività politica dell’organizzazione, e questo proprio in un momento in cui a tutte le donne e gli uomini di questa comunità viene chiesto un più intenso contributo di energie e idee a sostegno del Partito democratico».
Dietro la levata di scudi, secondo molti, ci sarebbe l’ex deputato Bruno Censore. Lo stesso ha intenzione di candidarsi alle elezioni regionali, tant’è che con il suo “figlioccio politico”, Luigi Tassone, i rapporti si sono raffreddati. Lo stesso Censore, ricordiamo, alla passata tornata elettorale è stato escluso dalle liste del Pd, che aveva attuato una strategia di rinnovamento. Insomma, passano gli anni ma gli scontri fratricidi continuano ad esistere all’interno di un partito che, negli ultimi anni, ha visto la fuoriuscita di molti storici esponenti e militanti.
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