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I lavori in corso al nuovo tribunale di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – “Si è appena conclusa una riunione telematica finalizzata a trovare una soluzione percorribile per un rapido completamento del nuovo Palazzo di Giustizia di Via Lacquari a Vibo Valentia.” Lo afferma la deputata M5s Dalila Nesci.

“E’ stata raggiunta una prima intesa sulla possibilità per il MIT di sbloccare le economie e le somme residue del III lotto ammontanti a circa 3 milioni di euro e poterle utilizzare subito per i lavori necessari al completamento, compromesso ormai da tempo – ricorda la Nesci – da numerose infiltrazioni d’acqua nelle parti afferenti ai precedenti lotti”.

Alla riunione erano presenti l’On. Dalila Nesci (M5s), il Procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo, il Capo dell’Ufficio di Segreteria della Commissione Antimafia Daniele Piccione, il Comune di Vibo Valentia nelle persone della Sindaca Maria Limardo e dell’Ing. Pasquale Lagadari, per il MIT il responsabile del Dipartimento per le Infrastrutture Pietro Baratono e per il Ministero della Giustizia il Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria Barbara Fabbrini.

“Ho fortemente voluto questo ulteriore incontro di raccordo con i funzionari dei Ministeri competenti – aggiunge la parlamentare Nesci – e sono molto soddisfatta anche perché il Ministero della Giustizia si è reso disponibile a impiegare risorse proprie per le manutenzioni straordinarie necessarie, riservandosi di valutarne le modalità di erogazione”.

Si ricorda che l’imponente opera incompiuta è ubicata su un’area estesa per circa 16 mila mq ed è costituita da 5 corpi di fabbrica indipendenti per un totale di ben 9 mila mq calpestabili, sviluppati fino a 4 piani fuori terra ed un piano seminterrato di circa mq 4500 destinato ad archivi e parcheggi. La deputata M5S Nesci conclude: “Queste sinergie istituzionali saranno cruciali per la risoluzione dei problemi che hanno portato al blocco dei lavori del nuovo Tribunale. Completare quest’opera sul territorio Vibonese costituirà un momento, anche simbolico, per rimarcare la presenza dello Stato”.

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