Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Di rumors in questi giorni ce ne sono molti attorno al primo cittadino di Vibo. Si candiderà o no alle prossime elezioni regionali? L’approvazione in consiglio regionale della doppia preferenza apre, per il capo dell’amministrazione municipale, una strada importante, ragione per la quale l’eventualità di una sua corsa a palazzo Campanella non è certo peregrina. Tutt’altro. D’altronde, lo sponsor c’è ed è bello pesante: il senatore Giuseppe Mangialavori, colui il quale ha sostenuto la candidatura dell’avvocato vibonese fino a portarla alla vittoria alle comunali del 25 maggio del 2019.
Ma per Maria Limardo, l’amministrazione di un Comune affetto da mille difficoltà si è trasformata ben presto particolarmente problematica sia per le note vicende legate al dissesto finanziario – con la spada di Damocle da 61,5 milioni di euro certificata dalla Corte dei conti che ancora pende sulla testa di palazzo Razza – sia giudiziarie con il blitz della Guardia di finanza prima e l’uragano “Rinascita-Scott” dopo e le continue voci di invio di una commissione di accesso agli atti. Senza contare il clima in cui si sono svolte le comunali di un anno e mezzo fa, poche settimane dopo un’altra importante indagine antimafia: “Rimpiazzo”. E ancora, le sofferenze legate alla cronica carenza di personale che non consentono l’espletamento dei servizi, anche quelli essenziali.
Ma oltre questo sembra essersi perso quello smalto che accompagnava l’esecutivo e la sua maggioranza nei primi mesi. Come non ricordare, infatti, le prese di posizione di Rinasci Vibo e Udc – che avevano ritirato, salvo poi fare marcia indietro dopo un’interpartitica chiarificatrice, le presidenze delle I e III Commissione, lamentando un mancato coinvolgimento nelle scelte amministrative – le uscite di qualche consigliere comunale della stessa maggioranza, il depotenziamento dell’assessore Franca Falduto, lo “scivolone” dell’assessore all’Urbanistica sui giudizi espressi dal Ctr in ordine al Psc e adesso il caso Pacienza e le frizioni con “Citta futura” che però ha ufficialmente deciso di non creare la crisi. Forza Italia resta fedele al suo sindaco, e così anche Fratelli d’Italia e il gruppo Forza Portosantavenere (costola del partito azzurro), ma l’impressione è che il resto della maggioranza si sia un po’ defilato pur mantenendo fede ai patti elettorali.
Questo, però, potrebbe non bastare all’avvocato Limardo per proseguire la propria esperienza. Un appiglio per sfilarsi a sua volta potrebbe averlo offerto proprio il ritorno alle urne alla Regione. In questo modo non sarebbe costretta a continuare a barcamenarsi nell’attività amministrativa né a dimettersi (gesto che politicamente sancirebbe il fallimento dell’esperienza non solo sua ma anche del suo main sponsor) aggirando l’ostacolo con la volontà di correre per palazzo Campanella e magari evitando il tanto paventato e temuto arrivo della commissione d’accesso. Sarebbe una questione di forma, tuttavia, ma non di sostanza.
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