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La bozza rivisitata del Piano di dimensionamento scolastico per la provincia di Vibo passa con polemiche e il voto contrario di sei sindaci e di diversi istituti, ora la parola passa al Consiglio provinciale e poi alla Regione

VIBO VALENTIA – Alla fine le divisioni sono rimaste ma la maggioranza dell’assemblea ha dato parere favorevole alla nuova bozza di piano di dimensionamento scolastico redatta dalla Provincia per il 2024-2025. L’organismo, costituito da sindaci e dirigenti scolastici (o loro delegati) non ha potere vincolante, tuttavia rappresenta la base del sentire comune in quanto sono i primi cittadini e i presidi a farsi portavoce delle istanze delle rispettive comunità.

Il documento sarà messo ora al vaglio del consiglio provinciale, che si riunirà giovedì, per l’eventuale approvazione, dopo di che sarà inviato alla regione che dovrà decidere se dare il via libera definitivo, rimandarlo indietro con la specifica di qualche modifica, oppure bocciarlo e dare incarico ad un proprio dirigente di rifarlo. Esito, quest’ultimo, che si verificherebbe anche in caso di voto contrario del consesso provinciale.

C’è da specificare, tuttavia, che all’esito della votazione il numero degli assenti ha superato quello dei favorevoli (32 contro 27) mentre ad esprimere un parere negativo sono stati in 18, riferibili ad amministratori e dirigenti degli istituti di una parte della fascia montana, segnatamente quella delle Serre. Anche il Comune di Vibo ha manifestato – dopo averlo fatto apertamente sulla stampa – la propria  contrarietà al documento – seppur assente al momento della votazione. I più agguerriti sono stati i sindaci di Fabrizia, Francesco Fazio, e Nardodipace, Romano Loielo, che hanno evidenziato come il piano (che nel prevede la perdita di 11 dirigenze sul territorio provinciale) danneggi i loro territori smantellandone ogni possibilità di offerta scolastica in quanto gli istituti di questi paesi hanno visto elidere l’autonomia didattica. Ad essi si è aggiunto il Comuni di Mongiana, poi quello di Soriano, e infine, di Polia e di Ricadi, sempre per le medesime motivazioni.

Vibo, poi, mira a preservare una dirigenza in più rispetto a quella prevista nel documento. Il presidente della Provincia, Corrado L’Andolina, ha ascoltato tutti ma ha sempre menzionato le linee guida imposte dal governo dalle quali, per legge, non ci si può discostare. Tuttavia, come detto, le differenze sono rimaste con chi ha espresso parere contrario.

La seduta. È stato lo stesso capo dell’esecutivo di palazzo Bitonto ad aprire l’assemblea nell’aula consiliare illustrando i nuovi dettami della bozza (cambiata a seguito delle interlocuzioni con gli stessi sindaci, dirigenti ed organizzazioni sindacali) ed evidenziando, come detto, che a suo parere si tratta di un piano “equilibrato, onesto e che va verso la tutela dei territori in un’area depressa sotto l’aspetto dell’offerta scolastica in quanto è penultima in Europa, dopo la Romania, per povertà educativa. Ci siamo dovuti confrontare con le linee guida imposte che, ovviamente, non abbiamo potuto travalicare e siamo andati incontro, restando in quel perimetro, alle richieste che ci erano state avanzate. Alcune abbiamo potuto soddisfarle, altre meno. Tuttavia, la Regione stessa ha dato merito agli Uffici della Provincia di aver svolto un lavoro organico e una fase di concertazione che segna il cambio di passo rispetto al passato”.

A seguito delle parole del presidente dell’ente è iniziata la girandola di interventi tra chi ha concordato con il piano e chi no, al netto della presenza di genitori degli alunni di Fabrizia che, ovviamente, hanno fatto sentire la propria voce in aula, mentre i rispettivi figli erano di fronte ai cancelli dell’ente per manifestare. Come detto il fronte di questi ultimi ha visto uniti 3 comuni dell’area montana (Fabrizia, Nardodipace, Mongiana per le Serre), Soriano per le Preserre, Polia per l’Angitolano, Ricadi, e infine Vibo. Ed è stato proprio l’assessore all’istruzione di quest’ultimo centro, Antonello Fuscà, dopo aver esposto le motivazioni di contrarierà alla bozza a ventilare la possibilità di un ricorso presso la magistratura amministrativa. Strada che verrà seguita dal sindaco Fazio e non è detto che non si uniscano altri. Ma anche le organizzazioni sindacali non hanno condiviso tale documento per come avevano già esposto sugli organi di stampa chiedendo al presidente L’Andolina di rivedere alcuni parametri.

L’Andolina che, da parte sua, ha ribattuto ricordando che il calcolo matematico fatto dalla Regione non è interpretabile in quanto impone la perdita di dirigenze nel momento in cui non si raggiunga una determinata soglia di studenti con l’accorpamento ad altro istituto. Come il caso di Soriano che non raggiunge la quota necessaria per 150 unità (600 quelle richieste) e che, pertanto, andrà a dipendere da Acquaro. Ha quindi ricordato che tutte le parti in causa, pur avendone facoltà, avrebbero potuto proporre un piano alternativo “ma ciò non è avvenuto in quanto sono state avanzate solo singole richieste”. Oltre ai Comuni sopracitati, aveva espresso contrarietà anche Mileto e diversi istituti. A Vibo, nello specifico, i dirigenti della “Buccarelli-Garibaldi”, della “Murmura”, del “Morelli-Colao”, del “De Filippis-Prestia” e infine del Galilei. Favorevoli, invece, i 9 sindaci da cui dipendeva l’omnicomprensivo di Vallelonga che è stato preservato. E favorevoli, per le scuole, Iti-Itg, III Circolo “Don Bosco” e Ipseoa. Assenti i rappresentanti di “Capialbi”, “Berto”, Convitto e Cipia. Il dato conclusivo è stato, dunque, il seguente: 27 sì, 18 no, un astenuto e 32 assenti.


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