L'area contesa tra Eni e Comune di Vibo Valentia
3 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – A chi appartiene quell’area? Una domanda banale quanto legittima visto che si sta correndo il rischio di andare incontro ad un nuovo pasticcio. Da un lato il Comune ne rivendica la titolarità, dopo aver ottenuto dal Nucleo industriale (oggi Corap) l’utilizzo dello spiazzo dall’altro l’Eni ha recintato la zona per farci un parcheggio per mezzi pesanti.
La situazione kafkiana si materializza a Vibo Marina, più precisamente in un appezzamento di terreno lambito da Viale delle Industrie e da via degli Abruzzi. Nei giorni scorsi abbiamo riportato la notizia – a seguito di una delibera di Giunta con annesse planimetrie e finalità del progetto – che Palazzo Razza, su quell’area, è intenzionato a realizzare un piccolo parco, opportunamente attrezzato, a seguito delle diverse segnalazioni pervenute da parte dei cittadini residenti nel quartiere (che è il Pennello), relative allo stato di degrado in cui versa la stessa e pertanto gli uffici preposti del municipio avevano sviluppato un’analisi istruttoria in relazione alla realizzazione di interventi di riqualificazione urbana per un ammontare di 250mila euro, fondi dei quali però nella documentazione attinente non viene specificata la provenienza. Sempre nell’atto si metteva in evidenza come il terreno fosse stato dato in concessione gratuita, fin dai primi anni 2000, dal Nucleo industriale all’ente locale. E fin qui tutto normale. Se non fosse che il perimetro della zona è stato recintato proprio nei giorni scorsi dall’attigua Società Eni con l’intenzione di realizzarci un’area da parcheggio. Un cantiere aperto, dunque.
E la notizia è piombata al Comune come un fulmine a ciel sereno, con la questione sollevata dal consigliere di maggioranza, Lorenzo Lombardo, in III Commissione cui hanno fatto seguito le parole dell’assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Russo che hanno confermato la correttezza di quanto riportato in delibera. Russo che si è detto sorpreso dell’esistenza di un cantiere annunciando l’invio sul posto della polizia municipale per acquisire la documentazione.
La domanda quindi resta: chi ha la competenza dell’area? Eni sembra essere sicura che spetti a lei, altrettanto Palazzo Razza. Lombardo ha chiesto delucidazioni in merito alla vicepresidente Stefania Ursida chiedendo l’audizione del dirigente al ramo: «La mia istanza (sulla quale hanno convenuto tutti i presenti, ndr) è finalizzata a capire da quale parte stia la ragione. Ci troviamo da un lato con una delibera di Giunta e dall’altro con l’avvio di lavori da parte di un altro soggetto su quella che il Comune individua come area di propria pertinenza. Credo che un chiarimento si imponga», ha affermato il capogruppo di Forza Porto Santavenere. Sul punto, la presidente Ursida ha convocato l’assessore Russo che ha offerto le delucidazione richieste: «Al Comune non risultano lavori in corso da parte dell’Eni. La zona è stata concessa nel 2002 dal Nucleo industriale a palazzo Razza in comodato d’uso gratuito. Il sindaco, in virtù dell’interlocuzione aperta con gli uffici Lavori pubblici della Regione, ha individuato lo spiazzo per riqualificarlo e renderlo fruibile per gli abitanti del quartiere. Ora, in virtù di questa segnalazione, effettueremo gli accertamenti sul posto, di che tipologia di interventi la multinazionale dell’energia sta mettendo in atto e se vi sono, al riguardo, le autorizzazioni richieste dalla società per effettuarli».
E, infatti, il personale della Municipale si è recato sul luogo acquisendo la documentazione. Tuttavia il cantiere rimane aperto. La presenza di un cortocircuito è, insomma, chiara, adesso bisogna vedere dove si è creato. Fatto sta che resta una situazione quantomeno singolare.
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