X
<
>

Un momento della discussione sull'ordine del giorno per il riconoscimento dello Stato di Palestina

Share
4 minuti per la lettura

Il Comune di Vibo è il primo capoluogo di provincia in Calabria ad approvare un ordine del giorno, proposto dalla maggioranza di centrosinistra, che riconosce l’esistenza di uno Stato di Palestina. Forza Italia e altri gruppi civici di opposizione assenti alla votazione, FdI e Insieme al Centro si astengono


VIBO VALENTIA – Il Comune di Vibo è il primo capoluogo di provincia della Calabria ad approvare un simile ordine del giorno in Consiglio: quello del riconoscimento dello Stato di Palestina. Il punto, seppur emendato in più parti per correggere il tiro, non ha comunque perso il suo principio originario ma ha esteso, come vedremo, il raggio di azione.   

L’ODG SULLA PALESTINA E L’ESITO DELLA VOTAZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE A VIBO

A presentarlo, nella seduta di ieri, 29 ottobre, sono stati i consiglieri di maggioranza Marcella Mellea (promotrice) e Maria Trapani del gruppo Progetto Vibo, Francesco Colelli, Laura Pugliese, Nino Ravella e Umberto Lo Bianco (Pd), Angela Cutrullà (M5S) e Sergio Barbuto (Liberamente Progressisti), e a votarlo tutta la maggioranza di governo e il capogruppo di Identità Territoriale, Franco Muzzopappa, dell’opposizione, mentre, del medesimo schieramento, si sono astenuti Antonio Schiavello (FdI) per il quale “bisogna impegnarsi più che altro per arrivare alla pace” e che “Siamo per la Palestina libera ma non siamo contro Israele”, e Maria Rosaria Nesci (IC) secondo cui la proposta è “tecnicamente infondata sotto il profilo del diritto internazionale in quanto l’unico organo deputato il consiglio di sicurezza dell’Onu”.

Assenti al voto infine gli esponenti di Forza Italia, Vibo Unica, Cuore Vibonese e del gruppo misto, tutti di minoranza. Alla fine il punto è passato con 21 favorevoli e due astenuti.

COME NASCE LA PROPOSTA DEL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA

L’ordine del giorno fonda la sua motivazione anche sulla circostanza che “146 Stati membri dell’Onu su 193, oltre il 75% degli Stati Membri, hanno riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina, entro i confini antecedenti la guerra del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa, quale passo fondamentale per una equa soluzione politica del conflitto che porti ad una pace duratura. L’Italia, nel 2012, all’Assemblea delle Nazioni Unite l’Italia votò a favore dell’ammissione della Palestina quale Stato osservatore all’Onu”.

La Palestina è attualmente membro della Lega araba, dell’Organizzazione della cooperazione islamica, del G7, del Comitato Olimpico Internazionale, dell’Unesco e di varie altre organizzazioni internazionali e inoltre il riconoscimento internazionale è un “passo fondamentale per equiparare la sua condizione sul piano politico a quella di altre nazioni, riconoscere le aspirazioni legittime dei palestinesi ad avere uno Stato e ribadire le tutele previste dal Diritto Internazionale”.

Risulta ormai “evidente quanto sia indispensabile che le Nazioni Unite e l’Unione Europea non si fermino alle dichiarazioni di condanna ed al richiamo alle parti di fermare la violenza, ma che prendano posizione per eliminare le cause che provocano la violenza e l’ingiustizia in Israele e in Palestina con l’obiettivo di esercitare una mediazione attiva per la fine dell’occupazione militare israeliana e della colonizzazione dei Territori Palestinesi Occupati e per il rispetto dei diritti umani e del Diritto Internazionale in tutto il territorio palestinese e israeliano”. Infine, la prospettiva dei due popoli in due Stati “non può essere raggiunta senza il previo riconoscimento della Palestina, laddove oggi l’unico riconosciuto dal nostro Paese è Io Stato di Israele”.

LE RICHIESTE DEL CONSESSO RIVOLTE AL GOVERNO E GLI EMENDAMENTI PRESENTATI

In sede di discussione, diversi gli emendamenti, a partire dall’oggetto “Riconoscimento dello Stato di Palestina” al quale è stata aggiunta la frase “e promozione di politiche di Pace e pacifica convivenza e fratellanza tra i popoli”.

Altre aggiunte sono state quella della “condanna di ogni forma di terrorismo e di violazione dei diritti umani”, quella che il riconoscimento “dello Stato di Palestina non significa ignorare le legittime esigenze di sicurezza del Popolo e dello Stato d’Israele – che riconosciamo e rispettiamo con convinzione-, né schierarsi contro un popolo o una nazione, né incoraggiare in alcun modo le azioni terroristiche di Hamas, che condanniamo fermamente”; quello di riconoscere “lo Stato di Palestina come entità sovrana, con Gerusalemme capitale condivisa con lo Stato d’Israele” e di “condannare ogni forma di terrorismo, violenza e violazione dei diritti umani, da qualsiasi  parte provengano”.

Ultimo emendamento è stato quello al punto in cui si impegna l’amministrazione comunale,  a “farsi interprete di tali istanze e ad attivarsi verso azioni incisive di sensibilizzazione delle rappresentanze politiche istituzionali,  per una politica di pace, di pacifica convivenza e fratellanza tra i popoli in quanto tutti membri, con pari dignità,  della grande famiglia umana” e “a promuovere attività culturali e sociali con le comunità straniere locali al fine di favorire e realizzare una vera e autentica cultura della pace, tale da consentire a tutti una convivenza pacifica, nel rispetto della diversità e delle  specifiche identità nazionali”.

IL COMUNE DI VIBO: IMMEDIATO RICONOSCIMENTO DELLA PALESTINA COME MEMBRO DELL’ONU

L’ordine del giorno del consiglio comunale di Vibo chiede, inoltre, al governo italiano di agire in sede Onu per un immediato riconoscimento della Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite per  consentire alla stessa e a Israele di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità  e piena sovranità; ulteriore invito al Governo è quello ad impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di Diritto Internazionale per fermare la colonizzazione e l’annessione dei Territori Occupati Palestinesi.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE