L'ex consigliere regionale del Pd Luigi Tassone
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Colpo di scena a poche ore dalla scadenza della presentazione delle candidature al congresso provinciale del Partito Democratico (dal 18 al 20 febbraio): Luigi Tassone non sarà, infatti, della partita.
L’ex consigliere regionale, del quale si ventilava una sua discesa in campo (non smentita dallo stesso interessato) per la carica di segretario di Federazione, avrebbe infatti deciso di fare marcia indietro. E così la corsa si restringe a soli due aspiranti: da un lato Giovanni Di Bartolo, indicato dai vertici del partito (da Nicola Irto a Stefano Luciano), e Sergio Rizzo, ex sindaco di Maierato, che conta sull’appoggio di Vitaliano Papillo (sindaco di Gerocarne) e del circolo cittadino, nonché di altri iscritti. Ulteriore novità attiene alla suddivisione del territorio in 15 collegi per un totale di 60 delegati.
La decisione dell’ex consigliere regionale (e già primo cittadino di Serra San Bruno, attualmente all’opposizione) sarebbe stata dettata da un colloquio avuto con il neo segretario regionale Irto il quale gli avrebbe chiesto di compiere, appunto, un passo indietro per non minare ulteriormente al frazionamento di un formazione politica che, di fatto, esiste visto e considerato che anche per la carica di segretario del Circolo di Vibo (votazioni la stessa data del Provinciale) sono in lizza due candidati: Claudia Gioia (anche lei espressione dei vertici dem) e Francesco Colelli (sostenuto dagli iscritti dello stesso circolo cittadino).
Tassone, quindi, si sarebbe allineato alle richieste di Nicola Irto mettendosi pertanto a disposizione del partito facendo rientrare ogni velleità di competizione. Ora bisogna capire quale (e se) possa essere stata la contropartita promessa all’ex esponente di palazzo Campanella che – lo ricordiamo – si era visto annullare ben 200 schede per delle irregolarità nelle fasi del tesseramento.
La molla che aveva fatto scattare l’intenzione di Tassone di presentarsi al congresso con la propria candidatura era dovuta a due specifici fattori: in primis la sua area deteneva infatti un corposo numero di tessere, circa il 40% (nonostante le 200 annullate ad inizio di quest’anno dopo la denuncia della componente della commissione provinciale per il tesseramento, Samantha Mercadante) quindi in grado di orientare la votazione in sede di assemblea; in secondo luogo sarebbe stato avanzato il ragionamento che la discesa in campo di Rizzo e Colelli avesse, nei fatti, determinato il venir meno di quella unità su cui miravano il commissario regionale del partito, Stefano Graziano, il consigliere regionale Raffaele Mammoliti alla quale si erano poi accodati i vari Stefano Luciano, Michele e Vincenzo Mirabello.
Seppur l’interessato non abbia mai manifestato ufficialmente le sue volontà, non ha neanche smentito una simile eventualità. Ma era chiaro che tutto dovesse passare per Nicola Irto ed era altrettanto pacifico che questi avrebbe fatto di tutto per cementare l’unità cercando di dissuadere Tassone. E così è stato.
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