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Michele Rombolà

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Prima lo sconforto e il rammarico per l’impresa Satel che annuncia la chiusura poi l’attacco al sindaco uscente di Mileto, il candidato sindaco Rombolà passa all’attacco


MILETO (VIBO VALENTIA) – «Gli ultimi avvenimenti a cui abbiamo assistito in questa parte finale della campagna elettorale e che hanno indotto l’impresa “SATEL” (la più grande impresa presente sul nostro territorio) a dichiarare attraverso i loro proprietari la decisione di una probabile chiusura con eventuale dislocazione della stessa in altro territorio, non può non indurre in tutti noi un dilaniante sconforto».

Ha esordito rivelando tutto il proprio rammarico il candidato a sindaco di Mileto Michele Rombolà nel commentare l’annuncio shock diffuso nei giorni scorsi dalla Satel Srl, importante azienda del territorio i cui proprietari, i fratelli Salimbeni, hanno annunciato la volontà di chiudere mettendo a rischio i propri dipendenti, circa un’ottantina, a causa delle dicerie e delle presunte accuse di collusione mafiosa che negli ultimi tempi hanno avvelenato il clima in città.

MILETO, ROMBOLÀ E IL CASO SATEL

Rombolà ha messo in evidenza come «quando una simile attività produttiva, capace di dare lavoro a molti padri di famiglia, corre il rischio di alzare “bandiera bianca”, a perdere non sono solamente i titolari ma anche un’intera comunità ed il suo territorio. In tal senso la nostra solidarietà – ha proseguito – nei suoi aspetti più umani, non solamente è rivolta alla proprietà ed agli operai che rischiano il loro futuro e delle loro famiglie, ma anche ad una intera comunità privata sempre di più dell’unico elemento capace di combattere mafia e criminalità: il lavoro».

L’IMPEGNO PER EVITARE LA CHIUSURA DELL’AZIENDA

Quindi, alla luce si queste considerazioni, diventa, per il candidato sindaco, «moralmente doveroso che ogni cittadino, unitamente alle istituzioni locali e non, si domandi perché tutto questo. E se ogni cosa possibile è stata fatta per evitare l’ipotesi di un tale dramma sociale. Dobbiamo concludere che questo nostro territorio sia senza futuro e senza speranza?».

Di fronte a questo interrogativo Rombolà non lascia spazio a dubbi precisando che, assieme al proprio gruppo sostenitore «non abbiamo intenzione di arrenderci difronte ad una simile prospettiva deturpante per la coscienza di ogni cittadino perbene. Ed è con questo spirito che continueremo a lottare strenuamente affinché un tale rischio possa cessare per l’intera comunità e per ogni lavoratore dipendente della SATEL. Perché siamo convinti che la solidarietà non si può esprimere solamente a parole».

L’ATTACCO AL’AVVERSARIO GIORDANO E ALL’AMMINISTRAZIONE USCENTE

Poi la stoccata. Rombolà punta il dito contro «l’uso strumentale di questa vicenda da parte del sindaco attuale e della sua amministrazione tutta, considerato che nessuno dei suoi componenti si sia dissociato da un tale atteggiamento mistificatore». Per il candidato sindaco antagonista di Salvatore Fortunato Giordano «le sue dichiarazioni, da noi valutate approfonditamente in ogni suo aspetto e per le quali ci riserviamo di adoperare ogni decisione che possa fornire verità ai cittadini tutti e tutela alle nostre persone, sono offensive e calunniose non solamente per noi componenti la lista “Eppur si Muove” , ma anche per i cittadini! Ed in modo particolare per quelli che hanno deciso di sostenerci con coscienza in questo nostro percorso».

«A parte l’aspetto diseducativo che si intravede chiaramente da parte del primo cittadino in questo contesto, vi sono anche aspetti legali che vanno considerati nella loro interezza ed al fine di scongiurare effetti sociali aberranti. Per tutte queste ragioni – ha concluso – e nel rinnovare la nostra più piena solidarietà alle “vere vittime” di questa vicenda, vogliamo annunciare una serie di provvedimenti a tutela della dignità dell’intera comunità iniziando dalla richiesta, già inoltrata, di un incontro con il Sig. Prefetto e le Autorità territoriali».

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