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VIBO VALENTIA – La costa tirrenica vibonese, grazie ai panorami mozzafiato e alla cultura gastronomica che contraddistingue questa zona, ogni anno, in estate, è tra le località marittime più in voga tra i turisti provenienti da ogni parte del mondo.

Si sta avvicinando la stagione estiva, tanti sono gli entusiasmi e, al contempo, le perplessità dei proprietari dei lidi per questo nuovo inizio. Tra i sentori positivi che riecheggiano tra gli animi dei titolari vi è quello di assistere ad un grosso flusso turistico nel periodo che va da metà luglio fino a tutto il mese di agosto.

Si prospetta, infatti, un’estate che, soprattutto durante quest’arco temporale, possa essere ricca di turismo, sia locale che estero. «Siamo fiduciosi di ricevere molte prenotazioni per il periodo che va dal 20 luglio al 30 agosto – dice Carlo Magno, proprietario del lido “Il Chiringuito” di Pizzo Calabro -. Siamo positivi. Dobbiamo esserlo, più degli altri anni. Il mio pensiero va ai giovani imprenditori che hanno aperto da poco un’attività del genere. Ammiro la loro grinta. Non molliamo».

Tante, però, sono le perplessità ed i timori in merito all’imminente stagione estiva. Ogni lido, infatti, per motivi di sicurezza anti-Covid, ha dovuto ridurre il numero di ombrelloni per potere aumentare la distanza tra uno e l’altro (deve essere circa di due metri e mezzo per lato). Ridurre il numero di ombrelloni, dunque, significa anche ridurre i guadagni.

In più, per motivi economici, date le forti perdite registrate per via della pandemia lo scorso anno, i proprietari dei lidi hanno dovuto effettuare dei tagli – sommariamente del 20% – all’interno del personale.

«Abbiamo avuto delle sovvenzioni – afferma Vincenzo Grasso, titolare del lido “La Rada” di Vibo Marina – che non hanno coperto neppure il 5% delle perdite che abbiamo subito, che si aggirano intorno al 60% percento. Molti dei nostri dipendenti stanno ancora attendendo la Cassa Integrazione».

In questo periodo dell’anno, dunque tra la fine della primavera e gli esordi dell’estate, in genere, prima dell’inizio della pandemia, i lidi della provincia di Vibo Valentia già erano in pieno lavoro. «Chiaramente non sostenendo un’affluenza turistica pari a quello dell’alta stagione – ha raccontato Vincenzo De Vita, proprietario del lido “Aretusa” di Tropea -, ma a maggio e giugno si iniziava già a lavorare con gli stranieri. Quest’anno abbiamo prenotazioni solo per luglio e agosto. È per questo che ho scelto di effettuare dei tagli, ma non sul numero dei dipendenti, quanto sul periodo. Sarà necessario che vi sia un numero fisso di loro nel periodo di alta stagione, e non prima». 

Per quanto riguarda i prezzi, molti hanno scelto di non aumentarli nonostante le spese aggiuntive che devono sostenere (quali i prodotti igienizzanti in più postazioni del locale), forti del fatto che potrebbe prospettarsi una stagione ricca di turismo, e dunque di entrate.

«I nostri prezzi sono e resteranno fissi anche quest’anno: affittare un ombrellone costerà dieci euro al giorno nel mese di giugno, quindici a luglio e venticinque ad agosto», ha continuato De Vita.

Ma non tutti i proprietari effettuano questa scelta. Dominique Barbieri, titolare del Lido “La Praia” di Zambrone, ha deciso che sia conveniente aumentare, seppur di poco, i prezzi degli ombrelloni perché solo a inizio stagione il lido deve andare incontro a spese piuttosto consistenti: «A giugno devo sborsare 9mila euro di canone demaniale, tasse regionali, tasse comunali e in più una quietanza relativa ad oltre due annualità. L’azienda familiare quest’anno compirà 20 anni di attività. Avrei voluto rendere onore ai miei genitori e festeggiare come si vede ma purtroppo non è possibile».

Ma, effettivamente, cosa vorrebbero maggiormente ricevere i titolari dei lidi dalle istituzioni?  «È necessario semplificare la burocrazia – racconta ancora Carlo Magno – e creare proposte innovative per tutta la zona». Questo perché, molto spesso, le strade burocratiche sono tortuose e poco efficaci, e i titolari si trovano a dovere aspettare mesi, o, addirittura, anni prima di potere ricevere risposte o concessioni. Altro problema poi è l’erosione del mare: «Bisognerebbe ricevere aiuti dalle Autorità per impedire, o quantomeno limitare, l’erosione. Dal 2015, infatti, il mare è “avanzato” e le mareggiate fanno più danni alle spiagge e ai lidi». 

In ultimo, poi, che le autorità non considerino solo i lidi come luoghi di assembramento e, quindi, di possibile contagio: «È giusto che vi siano controlli per la sicurezza pubblica, ma non bisogna credere che altrove non ci si possa contagiare. È sbagliato pensare che solo il lido sia un posto pericoloso in tal senso».

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Stefano Mandarano

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