Il porto di Vibo Marina
3 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Prima la vicenda dell’Iban (LEGGI), adesso l’assenza di una firma su un decreto. E intanto sono passati 17 mesi. Per il porto di Vibo Valentia, insomma, il finanziamento da 18 milioni è sempre stato particolarmente travagliato. E da un anno e mezzo a questa parte sono rimaste solo le parole e le buone intenzioni.
Di fatto, i soldi ci sono, anche perché si è scongiurato il loro storno, tuttavia sono ancora bloccati al Mit nonostante – a quanto parte – i progetti per la riqualificazione della più importante infrastruttura marittima della Calabria, dopo quella di Gioia Tauro, siano stati redatti.
Ma facciamo un passo indietro. A dicembre del 2020, il deputato del Movimento Cinque Stelle, Riccardo Tucci, che sta seguendo la vicenda in prima persona già dal novembre del 2019 – quando il Quotidiano diede la notizia della mancata comunicazione del Ministero alla Regione delle coordinate Iban presso cui versare le risorse del finanziamento -, ha avuto una interlocuzione con Gianluca Ievolella (direttore del Provveditorato delle opere pubbliche) finalizzata a chiedere se vi fossero novità sull’erogazione delle stesse.
Ma tutto sarebbe sostanzialmente fermo. In buona sostanza, dal dicembre del 2019, dopo aver scongiurato – grazie alla mediazione di Tucci – il rischio di perdere i fondi, il Provveditorato avrebbe dovuto agire in automatico con i progetti già pronti per iniziare i tanto sospirati interventi. Ma da allora nulla di tutto ciò è stato fatto. La motivazione dei ritardi risiederebbe nella carenza di personale e nell’esplosione dell’emergenza pandemica che, di fatto, ha rallentato numerose attività. Però, come detto, il tempo scorre.
Nel 2016, infatti, il governo Renzi firmò un decreto attraverso il quale dismetteva tutte le Autorità portuali di competenza del Ministero per farle transitare alle Regioni. L’unicum dei porti di interesse nazionale era rappresentato proprio dall’infrastruttura vibonese e ciò ha comportato, infatti, dei problemi a livello burocratico, tant’è che la questione dell’Iban era sorta proprio per questo motivo.
Adesso, per poter sbloccare definitivamente i 18 milioni di euro e farli arrivare al porto di Vibo, manca un ultimo passaggio che può essere compiuto seguendo due direzioni: attraverso un’apposita firma del presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, fresco di incarico, oppure l’emissione di un decreto del Ministero dei trasporti che consentirà allo scalo di Vibo di finire sotto Gioia Tauro. A prescindere da quale sarà la strada, questo passaggio eviterà il verificarsi di intoppi burocratici come avvenuto in precedenza.
Una volta esaurito questo passaggio, i 18 milioni andranno a finire sul conto corrente dell’Autorità portuale ma la preoccupazione del deputato Tucci, che ha già avuto un incontro con il viceministro alle Infrastrutture, Giovanni Cancelleri, è che – pur essendo vincolati – questi potrebbero un domani essere anche oggetto di diversa destinazione. Un rischio, obiettivamente, minimo ma comunque reale. Ecco perché il rappresentante del Movimento Cinque Stelle si sta muovendo per tempo.
«Sono assolutamente convinto – ha affermato il parlamentare vibonese – che una simile eventualità sia alquanto remota anche perché lo spessore del presidente Agostinelli è universalmente riconosciuto, tuttavia è anche dovere della politica vigilare costantemente, sopratutto se in ballo ci sono somme così rilevanti destinate ad un’opera primaria della Calabria e allo sviluppo di un territorio. Perché il Porto di Vibo Valentia è davvero una infrastruttura dalle potenzialità illimitate in grado di creare anche un indotto che consentirebbe di dare lavoro a centinaia, se non migliaia di persone, senza contare i benefici che ne trarrebbero le attività commerciali del territorio».
Che sia davvero l’ultimo capitolo di una vicenda intricata e a tratti grottesca? Lo sapremo a breve.
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