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Su Tropea gli effetti del fallimento del colosso “Fti Touristik”, il leader in Germania per i viaggi in Calabria. “Ci sono albergatori che lavorano in esclusiva con loro, allarme nel settore”


TROPEA – È un duro colpo anche per noi. Non nasconde la sua preoccupazione, Massimo Vasinton, presidente dell’Asalt di Tropea, l’associazione degli albergatori cittadini. Anche nella “Perla del Tirreno”, Tropea, infatti sembra ormai certo che si avvertiranno pesantemente gli effetti del crac finanziario del tour operator Fti Touristik GmbH, terzo in Europa, che ha dichiarato insolvenza, colpendo tutti i viaggi prenotati e lasciando migliaia di dipendenti in enormi difficoltà. E, chiaramente, anche chi aveva prenotato una vacanza a Tropea è rimasto con un pugno di mosche. Ma il danno maggiore è per gli operatori economici e le migliaia di maestranze che ogni estate consentono alle strutture turistiche di funzionare e queste ultime di consentire alle prime di mantenere le loro famiglie.

Vasinton, che vanta una pluriennale esperienza nel settore, sa bene che quanto accaduto potrebbe essere una catastrofe per la categoria locale perché, spiega, ci sono delle strutture che «lavoravano da anni ormai con Fti ed alcune di queste nella quasi interezza. Molte di queste si sono viste azzerare le prenotazioni e pertanto col rischio reale che dall’oggi al domani l’albergo resti vuoto anche perché siamo già a giugno». Vero è che c’è sempre il turismo last minute che proprio per questo crac può prendere piede e forse salvare l’estate ma, per come spiega il presidente dell’Asalt, «al momento una chance in più la hanno quelle strutture dotate di una capacità commerciale importante, ma sono pur sempre poche mentre per tutte le altre le difficoltà saranno serie al punto da mettere a repentaglio l’intera stagione».

Inevitabile visto che negli ultimi 5 anni Tropea è letteralmente decollata sotto l’aspetto della visibilità turistica e non solo, approdando su canali impensabili fino a qualche tempo fa, aprendo al turismo giapponese, confermando quello russo, tedesco, francese, americano e spagnolo e con importanti presenze anche dal Regno Unito. Insomma un turismo cosmopolita che si affianca a quello tradizionale italiano. Ed è per questo che la scure si abbatterà più forte qui che in altre località della Calabria.
Non è un bel periodo per la città: «Prima lo scioglimento per mafia del Comune, che ha inferto un duro colpo a livello di immagine, e adesso questo del fallimento della Fti Touristik – commenta ancora Vasinton – dai quali non sarà facile riprendersi».

A rischio, come detto, è anche il tessuto occupazionale oltre che economico della città: «Ci sono intere famiglie che vivono di questo, giovani che si ritroveranno senza impiego in un territorio già povero di per sé di lavoro e possibilità».
Ed ecco perché serve una presa di posizione della politica che, al momento, non è avvenuta: «Un silenzio assordante – commenta ancora Vasinton – sia a livello nazionale che regionale anche perché questo tour operator, che aveva anche dei voli, in qualche modo qualche soldino in passato l’ha ricevuto dalla Regione. Ecco perché mi auguro che lì a Catanzaro contattino qualcuno della Fti sia per capire come stanno le cose e come potrebbero evolversi e in caso rassicurare i rappresentanti del comparto turistico calabrese. Senza considerare che meno turisti significa per i Comuni anche minori entrate della tassa di soggiorno che possono essere reimpiegate per realizzare opere nelle città. Insomma un circolo vizioso che si sta pericolosamente mettendo in moto».

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