Le operazioni di piantumazione del Cedro dell'Atlantico
2 minuti per la letturaIn piazza Municipio torna a campeggiare un Cedro, simbolo della città di Vibo. Accantonata l’ipotesi, pur affascinante ma poco funzionale, della pianta simbolo di Tokio. L’assessore Miceli: «Abbiamo voluto rispettare la tradizione»
VIBO VALENTIA – Alla fine ha prevalso la tradizione e così piazza Municipio tornerà ad essere la casa di un Cedro. Nessuna soluzione esotica, pur ventilata in un primo tempo, dopo il doloroso abbattimento del Cedro del Libano, uno dei simboli della città, avvenuto nelle scorse settimane. Una decisione presa a malincuore al fine di garantire la tutela della pubblica incolumità dopo che, nel corso dei lavori di restyling dell’area, erano state rilevate le ridotte dimensioni della zolla radicale a causa dell’elevata impermeabilizzazione, dovuta all’asfalto, cui è stato soggetto l’albero nel corso degli anni. Processo che aveva impedito la crescita corretta della pianta.
L’ASSESSORE MICELI: «COL CEDRO IN PIAZZA TRADIZIONE RISPETTATA»
Il nuovo cedro dell’Atlantico, messo a dimora oggi pomeriggio, ha un’età di 15 anni ed attualmente è alto otto metri. Certo, ci metterà un bel po’ di tempo prima di diventare come il suo predecessore ma indubbiamente va a colmare un vuoto visivo vistoso che si era creato da qualche settimana a questa parte.
Ad annunciarlo è stato l’assessore all’Ambiente Marco Miceli spiegando che l’esemplare arriva direttamente da Pistoia in quanto «in Calabria non ve ne erano. Ci siamo attivati e alla fine siamo riusciti a reperirlo». In precedenza era ventilata l’ipotesi del Ginkgo Biloba, pianta simbolo della città di Tokyo, albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa nel Permiano e per questo è considerato un fossile vivente, ma, seppur affascinante, si «trattava di una ipotesi rivelatasi non percorribile, innanzitutto perché non è un sempreverde e quindi perdendo le foglie non sarebbe stato il massimo per la piazza. Certo, la primaria intenzione era quella di mantenere la tradizione, ma chiaramente se non avessimo trovato questa tipologia di specie avremmo guardato ad altre».
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