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Abbattuto lo storico ristorante La Nave a Pizzo, dopo anni di dispute legali le ruspe hanno smantellato la struttura sorta su area demaniale
PIZZO (VIBO VALENTIA) – Il cielo era plumbeo stamani, solo il vento riusciva a trattenere la pioggia che di lì a poco sarebbe caduta copiosamente. Un giorno dai sentimenti contrastanti per la comunità napitina che dice addio a un luogo iconico. Un luogo che ha segnato la storia della città e non solo: il ristorante “La Nave”. Con il suo profilo inconfondibile, quello appunto di una imbarcazione che dava l’impressione di essersi arenata. Con i colori del cielo a caratterizzarla e il mare che ne bagnava la base. Impossibile restare impassibili davanti alla sua visione.
Una parte coperta, quella delle cucine e di una porzione della sala, e un’altra con solo il tetto, senza pareti che consentiva di volgere lo sguardo verso lo specchio d’acqua che si estendeva davanti, dove i clienti pranzavano o cenavano al rumore dello sciabordio delle onde. Le caratteristiche reti dei pescatori appese alle pareti. Gli altri oggetti della marineria (e non poteva essere altrimenti) come un timone in legno, persino una barchetta di piccole dimensioni. Non era solo un ristorante ma una esperienza particolare per l’avventore che per anni l’ha frequentata, fino all’inizio del suo declino.
Il problema è che quella caratteristica costruzione sorgeva su un terreno di proprietà dello Stato e non aveva le necessarie autorizzazioni. E così, dopo anni di tira e molla giudiziari, poco tempo addietro è arrivata la sentenza definitiva. Una sentenza che pone fine ad una storia durata decenni e che lascia indubbiamente un vuoto e tanta amarezza tra la popolazione della città di Murat.
PIZZO, ABBATTUTO LO STORICO RISTORANTE LA NAVE
Questa mattina, 12 marzo 2024, infatti si è scritto il capitolo finale del libro che ha avuto come protagonista lo storico ristorante di Pizzo sito a poche decine di metri dal lungomare Colombo. Le ruspe sono arrivate per smantellare la struttura in una gelida e piovosa giornata di fine inverno. Davanti agli occhi di alcuni cittadini che hanno documentato l’evento con i propri smartphone, pervasi dalla malinconia.
L’edificio ha ospitato il locale fino al 2017, quando venne chiuso a seguito del sequestro per occupazione abusiva di suolo demaniale, lo scorso anno aveva manifestato i primi segni di cedimento strutturale. Nel 2021 la triade commissariale aveva inserito tra i suoi obiettivi l’abbattimento della struttura. Ne era nata una battaglia legale con i proprietari che però ha portato all’esito odierno. E a poco è servita la petizione promossa da alcuni nostalgici cittadini. La legalità come filo conduttore sia nella coscienza della maggior parte dei cittadini che ovviamente nelle istituzioni, rappresentata dall’amministrazione comunale, dalla Capitaneria e dalla Procura della Repubblica che hanno chiuso l’ultima pagina di un libro di storia pizzitana, nel bene e nel male.
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Ci sono tante cose fatte all’incontrario nella nostra bella Italia. Effettivamente questo manufatto nasce su suolo demaniale, dal 1956 ad oggi quanti comandanti e preposti alla vigilanza alle proprietà marittime sono passati? Qualcuno è stato mai chiamato in causa per omissione atti d’ufficio? Beh! andavano premiati per il buon senso. Nel 2017 qualcuno caricato di sinossi, leggi e regolamenti ha puntato questa meravigliosa realtà. Si poteva salvare capre e cavoli….bastava formulare una concessione temporania, a beneficio non solo degli attuali conduttori oggi parte in causa ma di quanti come lo scrivente (non residente) ama Pizzo, dei turisti che visitano questo luogo naturale e meraviglioso. La prima volta che ho avuto il piacere di ammirare questa opera che nel contesto richiama il mare oltre 60 anni fa, sono rimasto affascinato. Nonostante giusto appunto la civiltà viene dal mare, una fredda norma giuridica distrugge un fondamentale sentimento umano. Adamo Valerio