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Il depuratore di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – La situazione è più seria di quanto si pensi e se non si adotteranno a stretto giro di posta le misure necessarie si potrebbe andare incontro ad un vero e proprio disastro ambientale. Lungi dal creare allarmismi, tale circostanza è testimoniata da quanto avvenuto nelle scorse ore con lo sversamento di liquami in un torrente (e quindi a mare) per alcuni problemi sorti ad una delle 28 pompe di sollevamento nel territorio di Longobardi.

Cosa stia succedendo è presto detto: il Corap (Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive della Regione Calabria), ente, com’è noto, in stato di liquidazione, ha manifestato al comune di Vibo l’impossibilità di proseguire la gestione dei depuratori e delle stazioni di sollevamento sparse sul territorio cittadino, frazioni ovviamente comprese. E l’ha fatto con una nota ufficiale inviata a Palazzo Razza lo scorso 12 dicembre. Il motivo è presto detto: da un lato la carenza di personale che non consente lo svolgimento ottimale delle attività di controllo e manutenzione, e dall’altro le condizioni in cui versano alcuni impianti (in particolare proprio le pompe di sollevamento) che secondo una relazione dei vigili del fuoco non sarebbero a norma, e quindi costituirebbero fonte di pericolo per il personale addetto.

Nei giorni scorsi, presso la Regione, si è svolta al dipartimento Ambiente una riunione tra la parte politica e tecnica del Comune di Vibo e i tecnici della Cittadella guidati da Gianfranco Comito ed esponenti del Consorzio, per analizzare la delicata situazione e trovare una soluzione prima che la miccia finisca e la bomba esploda. Il Consorzio avrebbe ribadito le proprie intenzioni ma, a quanto pare, avrebbe aperto alla possibilità di continuare a provvedere alla gestione del solo impianto di località “Silica”.

Per il momento è questa la situazione che è stata affrontata anche nella V commissione dal presidente Pietro Comito il quale ha manifestato tutta la sua preoccupazione: «Ci siamo dirigendo verso la stagione estiva e bisogna fare in modo che tutto il sistema della depurazione sia funzionante perché non possiamo permetterci di vedere liquami in mare. Sarebbe un danno ambientale enorme oltre che di immagine».

E a riprova di quanto lo stato dell’arte necessiti di interventi immediati la rottura, proprio in concomitanza con la seduta di Commissione di una delle pompe di sollevamento che ha provocato la fuoriuscita di liquami nel torrente attiguo, nella zona della frazione Longobardi. Il Comune ha subito inviato i tecnici ma episodi come questo potrebbero ripetersi in altri luoghi. Ecco perché occorre intervenire al più presto altrimenti tutte le buone intenzioni, i protocolli d’intesa e le attività di controllo messe in atto dalle forze dell’ordine, risulteranno vani.

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