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SAN CALOGERO (VIBO VALENTIA) – La frana di località “Lirda-Sbarrera” (LEGGI), già colpita da gravi fenomeni di dissesto idrogeologico nel 2018, non si è assestata e quella parte del paese che si affaccia verso la Statale continua a scivolare verso il fondovalle, con un’attività commerciale sempre più in bilico, i cui margini adesso praticamente coincidono con i bordi del precipizio. Insomma, da giovedì sera il paese del Vibonese, posizionato tra la Piana di Gioia Tauro e Monte Poro, sta vivendo giorni, ore di angoscia.
Nella giornata di venerdì è stata effettuata una verifica tecnica sul posto da parte dei vigili del fuoco e della Protezione Civile regionale. Dalla verifica si è resa necessaria l’evacuazione di una abitazione privata e, come detto, di una attività commerciale.
«Con il dottor Fortunato Varone, direttore generale della protezione Civile Regione Calabria – ha comunicato il sindaco Giuseppe Maruca – si è avuta una interessante interlocuzione che ha portato a fissare un appuntamento per mercoledì prossimo alla Cittadella regionale per discutere degli atti necessari per attivare le procedure di intervento straordinario e d’urgenza. Spero che all’incontro partecipi anche il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto. Bisogna intervenire al più presto per stabilizzare la zona ed evitare altri smottamenti. La situazione è costantemente monitorata perché ben quindici famiglie, occupanti le case circostanti, sono in pericolo e se ci dovessero essere altri sommovimenti del terreno dovranno essere evacuate».
Adesso a far paura è il maltempo: «I tecnici pensano che con la pioggia un nuovo e più importante smottamento sarebbe praticamente quasi una certezza».
Dopo il vertice convocato a Catanzaro, ci sarà, venerdì prossimo, un tavolo tecnico presso la prefettura di Vibo Valentia per rendere il prefetto, Roberta Lulli, edotto del tragico evento che ha colpito la comunità sangalogerese.
«Evento – ha precisato il primo cittadino – di cui il prefetto è stato già debitamente informato dal vice prefetto Pitaro, il quale mi ha chiamato personalmente per sincerarsi che non vi fossero stati danni a persone. Da parte nostra, abbiamo istituito un tavolo tecnico e operativo per dare continuità ad ogni singola attività amministrativa e mediatica».
Il capo della compagine amministrativa, quindi, ha inteso rimarcare: «Nel sottosuolo dove si è verificata la frana sussistono una miriade di vene d’acqua che rendono la zona in questione instabile. E infatti la stessa rientra nella cosiddetta “Area R4”, ossia a rischio geomorfologico. Non a caso molte abitazioni sono state realizzare abusivamente e successivamente condonate. Le conseguenze adesso sono evidenti».
A dicembre era arrivata la prima tranche di un finanziamento per la stabilizzazione dell’area interessata da ben altri due precedenti crolli (nel 2018 e nel 2020). Parliamo di circa 650mila euro: «L’amministrazione ha adempiuto a quanto di sua competenza facendo la gara d’appalto e assegnando i lavori che sarebbero dovuti partire i primi di gennaio. Ma la sfortuna ci ha messo lo zampino».
La cattiva sorte chiamata in causa da Maruca è consistita nel fatto che la “Sgromo Costruzioni Srl” è rimasta coinvolta nell’inchiesta della Procura di Catanzaro per gli interventi con «prodotti scadenti, al ponte Morandi del capoluogo di regione.
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