Le chiazze comparse nel mare di Pizzo
2 minuti per la letturaPIZZO CALABRO (VV) – Mi scuso anticipatamente con i lettori prima di affrontare un argomento (mi si consenta l’ossimoro) di “trascorsa attualità” (l’inquinamento del mare), poiché mi rendo conto che, anche in autunno, al pari della stagione seguente, lo stesso “è un concetto che il pensiero non considera” (cit. E. Ruggeri).
Ebbene, a neanche un mese dall’inguardabile spettacolo di scarichi a mare (giusto il tempo per Mattarella di rientrare a Roma) le acque antistanti Pizzo, per il secondo giorno consecutivo fanno (si può dire?) schifo.
Davanti al parcheggio, nell’insenatura della Marina, davanti al “lungomare della vergogna” fino alla Seggiola (non so altrove), chiazze grigiastre di chiara provenienza fognaria coprono ampie superfici di mare dove, non più tardi di una decina di giorni fa, qualcuno amava ancora bagnarsi.
Sono certo che, in piena estate, lo stesso fenomeno avrebbe sollevato… un mare di proteste da parte di villeggianti imbufaliti, operatori turistici preoccupati, con appelli, denunce, servizi giornalistici, ricorsi alla magistratura. Intendiamoci: è un bene che ci siano state, ma, ora che le piogge e i primi freddi hanno frettolosamente relegato i mesi estivi tra i ricordi di un recente passato, e fino alla prossima bella stagione, che si fa??
Dopo i proclami altisonanti e i solenni impegni canicolari, mi auguro che per gli sversamenti in mare di questi giorni si sia aperta un’inchiesta, siano state avviate delle indagini, siano stati effettuati dei sopralluoghi, delle rilevazioni nelle varie stazioni di sollevamento, che qualcuno insomma si sia impegnato per scoprire da dove arrivano quelle acque luride e di chi sono eventuali responsabilità. In caso contrario vorrà dire che dei problemi del mare si parlerà (appunto: si parlerà e basta) solo in estate e che nel frattempo questi misfatti ai danni dell’ambiente (perché di questo stiamo parlando) verranno perpetrati per altri nove mesi, preparando la base ideale per le ormai famose fioriture di alghe planctoniche che daranno di nuovo un tocco di colore diverso alla monotonia dell’azzurro del mare.
Ci sono ancora nove mesi di tempo per evitare l’ennesimo oltraggio al mare di Pizzo; un tempo sufficiente, si spera, per dimostrare che questo paese, il “peccato di Gioacchino”, lo ha pagato anche fin troppo abbondantemente.
*Responsabile conservazione Wwf Calabria
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