L’impianto di San Pietro Lametino, “rivendicato” dall’Ato di Vibo
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – «Ma quale mano tesa? Siamo al ridicolo». Una risposta secca, dura e pesante quella che il sindaco di Vibo, Maria Limardo, il suo vice, Domenico Primerano e l’assessore all’ambiente Vincenzo Bruni, rivolgono all’Ato di Catanzaro. La direzione tecnica dell’organismo guidato dal primo cittadino del capoluogo di regione, Sergio Abramo, ha inviato una lettera al suo omologo vibonese (la Limardo appunto) nella quale si avanzava una proposta temporanea per non sovraccaricare l’impianto di Lamezia e offrendo la possibilità di imballare e stoccare l’indifferenziata vibonese nella discarica di Alli.
«Letta in questo modo può apparire una buona notizia – hanno affermato nello specifico Bruni e Primerano – peccato che non sia per nulla così». E infatti, a giudizio degli interessati «si vuole far apparire per vero ciò che non è tale: dal 14 maggio l’impianto di Alli era già saturo tanto è vero che per quasi 10 giorni siamo rimasti fermi. Ora riusciamo a far conferire un camion. Siamo stati, quindi, dirottati in maniera scientifica da Lamezia a Catanzaro dove l’impianto non poteva contenere il nostro indifferenziato e questo avviene la sera prima per l’indomani con una semplice email. Ma siamo all’assurdo».
Vibo e il Vibonese, la crisi dei rifiuti, iniziata verso fine aprile, è riuscita a tenerla sotto controllo fino a metà maggio in quanto era ancora possibile scaricare a Lamezia che è tarata per ospitare tutto il territorio e 25 Comuni dell’area della Piana: «Ma nel momento in cui l’Ato di Catanzaro si rende conto che Alli sta iniziando ad esplodere perché non si riesce ad avere più uscite del rifiuto trattato, per tutelare i Comuni della propria area attua questo passaggio: dirottano il conferimento di tutti gli enti della fascia ionica a Lamezia, che è in grado di ricevere l’indifferenziato, e quello della zona tirrenica, quindi anche il Vibonese, invece ad Alli». Una decisione apparentemente «senza senso».
E a rincarare la dose è proprio il sindaco Maria Limardo che parla senza mezzi termini di «sottrazione dell’impianto di San Pietro lametino da parte dell’Ato di Catanzaro il quale sta mettendo in atto una serie di azioni che vorrebbero condurci ad “utilizzare” quello di Alli che è obsoleto; in più la storia delle ecoballe è una balla di per sé in quanto noi dovremmo effettuare il procedimento non per i nostri rifiuti ma per un totale di 3mila di tonnellate presenti nel sito in modo tale da consentire per poi consentire a nostra volta di poter procedere al trattamento, facendo, di fatto, una cortesia alla società che ha in gestione l’impianto, e con oneri economici elevati. Ma stiamo scherzando?», ha tuonato il primo cittadino di palazzo Luigi Razza domandando retoricamente: «Se noi abbiamo San Pietro Lametino, che paghiamo sempre in anticipo, per quale assurda ragione dobbiamo andare altrove?», e la risposta è stata quella, come detto, di «conferire incarico ad un avvocato per adire le vie legali e presentare un esposto in Procura».
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