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Mancano personale e posti letto, situazione drammatica da giorni allo Jazzolino di Vibo: ancora barelle nei corridoi del pronto soccorso
VIBO VALENTIA – NIENTE di nuovo sotto il sole all’ospedale Jazzolino: le barelle coi pazienti che, accompagnati da qualche familiare, aspettano il ricovero continuano ad intasare, letteralmente, il corridoio del pronto soccorso. Ieri mattina ne abbiamo contate ben sette più un’ottava paziente, un’anziana, sistemata su una carrozzella. Una situazione indubbiamente molto precaria che, a quanto si è potuto apprendere, si protrae da giorni.
Del problema avevamo riferito esattamente un mese fa quando avevamo dato conto della situazione davvero insostenibile del pronto soccorso, con quelle sette/otto barelle che stazionavano nel corridoio, di per sé non certo ampio. Le settimane sono passate ma il problema non è certo scomparso. Tutto questo non fa che aggravare il lavoro di medici, infermieri ed Oss i quali, nonostante i buchi nell’organico, cercano con apprezzabile impegno di ridurre i disagi, come abbiamo potuto constatare di persona .Il motivo dell’affollamento è sempre lo stesso: la mancanza di posti letto. E così i medici della struttura, dopo aver visitato e curato i pazienti, sono costretti a passare molto tempo al telefono con gli altri ospedali della provincia e della regione nella speranza che un posto finalmente si liberi.
SURREALE LA DECISIONE DI NON RINNOVO DEL CONTRATTO A INFERMIERI E OSS
Una speranza che, come detto, viene molto spesso frustrata. Anche perché alcuni posti che pure allo Jazzolino ci sono (quelli della medicina d’urgenza, attigua al pronto soccorso) restano incredibilmente inutilizzabili per mancanza di infermieri ed Oss. E’ evidente che tutti quei pazienti sulle barelle ai quali, naturalmente va somministrata la terapia, uniti a quanti arrivano in emergenza, aggravano il problema annoso della carenza di infermieri ed Oss al pronto soccorso. Talché appare davvero surreale la recente decisione della commissione straordinaria antimafia dell’Asp di non rinnovare il contratto a quasi 50 tra infermieri ed Oss, molti dei quali hanno i titoli per la stabilizzazione. Una vicenda che ha infiammato il clima nei giorni scorsi e per la quale ci si augura qualche novità positiva nei prossimi giorni.
Nel Vibonese, insomma, poter essere ricoverati è diventato un miraggio per tanta gente, soprattutto anziani, tanto che, commentava ieri un sanitario, «il sindaco Enzo Romeo dovrebbe imitare il collega di Belcastro, Antonio Torchia, ed emanare anche lui un’ordinanza per vietare ai vibonesi di ammalarsi.
Torchia ha parlato di polemica provocazione ma qui a Vibo non sarebbe una provocazione bensì un’amara constatazione, visto che non c’è proprio verso di trovare un posto letto purchessia». Il problema della carenza dei posti letto nel Vibonese non attiene, in linea generale, alle competenze della dirigenza dell’Asp bensì alla Regione, l’ente che alcuni anni addietro decise di cassarne un bel po’, cancellando anche vari servizi e reparti, in ossequio ad uno scellerato (definizione dei sindacati) piano di rientro dal debito sanitario di cui oggi è commissario lo stesso presidente della Regione Roberto Occhiuto.
SACRIFICARE POSTI LETTO, UNA SCELTA INGIUSTA E CONTROPRODUCENTE
Sacrificare drasticamente, sull’altare di considerazioni meramente finanziarie, i posti letto nei vari ospedali vibonesi e calabresi si è rivelata una scelta ingiusta ed anche controproducente.
Ingiusta perché all’epoca si è badato solo a salvare i conti (per altro ancor oggi problematici…) senza tenere in alcuna considerazione la salute della gente. Controproducente perché la difficoltà di essere ricoverati spinge parecchi utenti, quanto meno quelli che se lo possono permettere, ad andare fuori regione. Una mobilità sanitaria che costa alla Regione fior di milioni ogni anno. Insomma, siamo al cane che si morde la coda. Una considerazione sorge spontanea: il presidente Occhiuto non può non conoscere la reale portata del problema, anche perché sono frequenti le prese di posizione dei consiglieri regionali del Vibonese.
Ora, ammesso e non concesso (anzi, sicuramente non concesso, perché sarebbe inaccettabile) che non voglia dare ascolto ai colleghi dell’opposizione, perché non dà retta almeno quelli della sua maggioranza? A cominciare da Michele Comito che, nella sua veste di apprezzato primario cardiologo, in aspettativa, dello Jazzolino, la questione la conosce molto bene e certamente lo avrà variamente sollecitato. Finora però, purtroppo, senza esito se ancora una volta siamo costretti a raccontare di barelle a go go e corridoi intasati del pronto soccorso. Fino a quando potrà durare una simile inaccettabile situazione?
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