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I sindacati del settore sanità lanciano l’allarme: i contratti dei 72 lavoratori precari, tra infermieri e Oss, assunti durante il Covid non saranno prorogati e per gli ospedali della provincia di Vibo sarà il caos totale. Per la Regione Calabria vi è addirittura un esubero di personale. Si tenta di evitare il disastro


VIBO VALENTIA – La situazione è seria: si rischia il blocco dei servizi sanitari in tutta la provincia e questo perché la Regione Calabria – nello specifico il dipartimento Salute – ha inviato ai commissari straordinari dell’Asp di Vibo una comunicazione nella quale si evidenzia un esubero di personale nell’ordine delle 81 unità, il che in un territorio comune quello vibonese – dove invece la carenza di figure professionali è rilevante e grave – suona come un paradosso e pertanto sulla scorta di quanto reso noto, si andrà a non rinnovare i contratti dei lavoratori precari, per lo più infermieri e operatori sociosanitari assunti durante il Covid, in servizio nei vari reparti, pronto soccorso compreso, degli ospedali di tutta la provincia.

Sarà il caos, quindi, e questo dovrebbe partire già dall’1 novembre prossimo quando una prima tranche di sanitari, che nell’epoca del Covid vennero definiti “eroi”, riceverà il ben servito. Entro il 31 dicembre prossimo saranno oltre le 70 persone a ritrovarsi senza impiego e per il settore sanitario sarà il collasso.

LA DOCCIA FREDDA APPRESA DAI SINDACATI ALL’INCONTRO CON I VERTICI ASP

È questo l’allarme lanciato oggi pomeriggio in una conferenza stampa convocata in via d’urgenza, presso la sede dalla Cgil, dai segretari di categoria delle varie organizzazioni sindacali, Luciano Contartese (Cgil Fp), Tonino D’Aloi (Cisl Fp), Massimiliano Lo Gatto (Uil Fpl), Mimmo Pafumi (Fials), Domenico La Bella (Nursind) e Giuseppe Gliozzi (Nursign Up), che hanno appreso la notizia, o per meglio dire “la doccia fredda”, nel corso del vertice del 23 ottobre scorso presso l’Asp di Vibo con i commissari straordinari, Piscitelli e Orlando, alla presenza del funzionari Tripodi, Manasia, Ventrici e della responsabile relazioni sindacali Beatrice Amore.

Queste figure erano state assunte, come detto, nel corso della pandemia con contratti a termine e attendevano come l’acqua nel deserto il bando per la stabilizzazione. Bando che non solo non è mai arrivato ma adesso per giunta si ritrovano la strada occupazionale sbarrata. I primi a lasciare, il 31 ottobre, saranno 7 operatori socio-sanitari e un infermiere in servizio al pronto soccorso, seguiti dagli altri il 3 e 16 novembre e infine il 31 dicembre, per un totale di 72 persone. È vero che si tratta di professionisti già formati e quindi appetibili sul mercato ma è altrettanto vero che fin quando non troveranno un nuovo impiego resteranno fermi, con evidenti ripercussioni anche sulle rispettive famiglie.

“SÌ ALLA RIORGANIZZAZIONE MA NON TAGLIANDO SUI PRECARI O SARÀ IL CAOS NEGLI OSPEDALI DI VIBO”

“Che ci voglia una riorganizzazione in seno all’Asp di Vibo è ineluttabile, ma chiaramente non si può partire col privarsi di una forza lavoro che rischia di mandare in tilt il sistema sanitario vibonese”, affermano all’unisono i sindacalisti rilevando come nelle altre Asp della Calabria si sia già partiti con le stabilizzazioni “anche perché non hanno il blocco come invece ha quella di Vibo” mentre qui “assistiamo ad un depauperamento della forza lavoro, in strutture che spesso sono sulle cronache nazionali per le aggressioni al personale soprattutto per via della carenza di figure professionali e dove i concorsi vanno spesso deserti”.

Cosa si può fare, dunque? I sindacati chiederanno urgentemente la sospensione della nota della Regione Calabria e nelle more un tavolo tecnico all’Asp di Vibo per arrivare ad una proroga di tutti i contratti dei precari assunti durante il Covid fino al 31 dicembre proprio per evitare il blocco dei servizi negli ospedali: “Il problema – rilevano – è che si parla di esubero quando invece qui esiste e persiste una criticità occupazionale e una crisi  del sistema sanitario. Si fa fede al fabbisogno triennale dettato dal il vincolo in bilancio, però secondo noi vi sono difficoltà che la gente vive quotidianamente. Ecco perché non possiamo permetterci di perdere questa forza di lavoro”.

E pertanto si chiederà anche un incontro urgente al prefetto per illustrargli nel dettaglio la situazione e i rischi che essa comporta visto che quello a cui si va incontro è anche un problema sociale. Ovviamente investiremo della cosa anche la politica e i nostri rappresentanti regionali. Li hanno definiti eroi durante la pandemia e adesso si dà loro il ben servito. È assurdo oltre che ingiusto”.

IL BANDO PER 12 SANITARI ORMAI INUTILE E I 70MILA EURO BUTTATI AL VENTO

Ma c’è anche un’altra circostanza emersa clamorosa nel corso della conferenza stampa: Il nuovo padiglione accanto al pronto soccorso che avrebbe dovuto ospitare 12 letti di medicina d’urgenza continuerà a rimanere chiuso. Questo perché, spiegano ancora i sindacalisti, il bando per l’assunzione di 12 sanitari è come se non fosse mai avvenuto in quanto dopo quest’ultima comunicazione della Regione che segnala un esubero di figure non ha più ragion d’esistere. Bando che risale ad aprile scorso e che aveva visto pervenire ben 3000 domande. L’Azienda non aveva personale per visionarle tutte in tempi ragionevoli e pertanto si era appoggiata ad una società privata al costo di ben 70mila euro. “Soldi buttati – commentano i rappresentanti sindacali – col risultato che quel padiglione per il momento continuerà a rimanere fuori servizio perché l’Asp non può più assumere”.

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