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Gli utenti "parcheggiati" sulle barelle all'interno del Pronto soccorso

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Piena emergenza nell’ospedale Jazzolino di Vibo dove al pronto soccorso gli utenti sono sistemati su barelle o sedie che si portano da casa


VIBO VALENTIA – Ci sono giorni che all’ospedale di Vibo di posti letto non se ne trovano nemmeno a cercarli col lanternino e così, in questa emergenza, i pazienti che giungono al pronto soccorso, davvero parecchi in questi giorni estivi, vengono giocoforza “parcheggiati” per alcuni giorni, con le loro sofferenze, su barelle, qualcuno addirittura su una sedia di plastica che lui stesso si è portato da casa.

Questo il quadro raccontato da alcuni medici, soprattutto da qualcuno di quelli che ogni giorno è alle prese col problema, stressante, di trovare un ricovero per chi arriva con patologie serie. Ricerca che, pur rivolgendosi a vari altri ospedali della regione, il più delle volte si rivela infruttuosa. Cose vibonesi insomma, verrebbe da dire, cose che in una sanità appena dignitosa non avrebbero diritto di cittadinanza. Ma tant’è, allo “Jazzolino” le cose procedono così, senza che i ribaditi impegni del presidente Occhiuto e del commissario Battistini abbiano finora prodotto risultati tangibili.

PRONTO SOCCORSO DI VIBO IN EMERGENZA, PAZIENTI SU BARELLE E SEDIE: FOTO E TESTIMONIANZE

Le foto che pubblichiamo sono state scattate l’altra mattina, mostrano scene di “ordinario” disagio nel corridoio del pronto soccorso dove medici e infermieri non riescono a fare fronte al continuo e sostenuto afflusso di gente che arriva anche per problemi di modesta entità. Segno, questo, che per una medicina del territorio efficiente (medici di base, guardie mediche, poliambulatori) i vibonesi dovranno ancora attendere. «Questi pazienti – spiegano alcuni addetti – sono stati regolarmente visitati e soccorsi ma ora aspettano, alcuni anche da giorni, che salti fuori un posto letto purchessia. Qui allo Jazzolino la risposta è quasi sempre negativa ma nemmeno fuori provincia se ne trovano. E così aspettano qui sulle barelle».

I CASI DI CARDIOLOGIA E MEDICINA

A fronte di questa carenza, accusano alcuni operatori, c’è qualche particolare davvero paradossale: «Prendiamo il terzo piano dell’ala A. Prima ospitava la cardiologia, l’Utic e la Medicina che aveva una quindicina di posti letto. Oggi tutti quei locali, naturalmente con l’assenso dell’Asp, sono riservati alla cardiologia, un reparto che evidentemente deve avere qualche potente santo in paradiso. Insomma, un intero piano dell’ospedale è utilizzato ad un solo reparto. Gli ex locali di medicina oggi sono adibiti alcuni per le degenze, altri a spogliatoio o addirittura vuoti. Mentre qui noi abbiamo i pazienti in corridoio e sulle barelle…».

Medicina, dal canto suo, traslocato dal terzo piano per far posto alla cardiologia, è attualmente allocato al piano terra, nell’ala che un tempo ospitava l’ortopedia e presenta un altro particolare che lascia sconcertati: ci sono stanze utilizzabili al 50%, in una metà sono sistemati i pazienti l’altra è off limits, una linea rossa indica il rischio di crolli. «Se si entra in quelle stanze si noterà immediatamente che accanto al lettino c’è una linea rossa che indica il “no trespassing”, è cioè una linea da non superare. Il motivo è presto detto: qualche mente acuta, verosimilmente qualche tecnico, ha stabilito che lì, e solo da lì in poi, c’è pericolo di crollo… Insomma: secondo questi intelligentoni, nella stessa stanza prima della linea rossa il paziente è al sicuro, dopo la linea rischia l’incolumità… Come commentare una cosa del genere? O le stanze sono sicure o non lo sono. E se lo sono per i lettini, perché la linea rossa? Si potrebbero ricavare altri tre letti».

OSPEDALE DI VIBO: PAZIENTI SU BARELLE E SEDIE: LE POSSIBILI SOLUZIONI

Qualcosa insomma, concludono gli interessati, si potrebbe fare: «E’ vero sarebbe una goccia nel mare ma sarebbe pur sempre qualcosa, anche se il problema principale è lo scippo dei posti letto consumato alcuni anni fa dalla Regione, nella sostanziale indifferenza dei politici locali. E così, mentre politici e dirigenti sono ormai in vacanza, al pronto soccorso si combatte con la mancanza di posti letto e, spesso, con i malumori e le proteste (a volte anche accese) degli utenti».

PARLA IL DIRETTORE DEL PRONTO SOCCORSO DI VIBO

Non smentisce le criticità il direttore del pronto soccorso Enzo Natale, la cui valutazione è però meno allarmistica: «L’affollamento di queste postazioni è comune a tutti gli ospedali italiani, non è una caratteristica di Vibo. Le posso anzi dire che qui da noi la sistemazione dei pazienti in barelle non dura più di un paio di giorni. Oggi, ad esempio, ne abbiamo ricoverati sei, quattro posti letto si sono liberati qui allo Jazzolino, gli altri fuori provincia». Ogni tanto, dunque, uno spiraglio c’è, ma è, appunto, un piccolo spiraglio.

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