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A Vibo un’auto blocca l’accesso al laboratorio d’analisi ad una donna disabile in carrozzella costretta così a fare il prelievo in strada. La denuncia della figlia: “Calpestata la dignità umana”. E sui social è un’ondata di indignazione


VIBO VALENTIA – Una storia di disagio e maleducazione, di protesta e di diritto (quasi) negato. È quella denunciata sui social – che ha creato ovviamente un’ondata di indignazione – da una donna disabile in carrozzella che non ha potuto effettuare il prelievo nel laboratorio analisi, bensì in strada. Il motivo? Un’auto parcheggiata lungo l’unica strada di accesso ai locali. Alla fine, alla paziente, non è rimasto altro che effettuare il prelievo in strada (come testimonia la foto), con le auto che transitavano a poche decine di centimetri e i loro conducenti sbigottiti.

Siamo a Vibo Valentia, precisamente in piazza Luigi Razza, luogo soggetto in queste settimane ad interventi di restyling totale. Un cantiere che avvolge tutta l’area e che ha ridotto ad una lingua di asfalto l’accesso al laboratorio analisi Nusdeo-Pacetti, luogo in cui giornalmente vi si recano svariate decine di persone. E tra queste, ieri mattina c’era anche la signora in carrozzella che si è vista la via sbarrata da una Mercedes nera. Ha atteso che qualcuno tornasse all’auto ma senza risultato; ha chiesto ai passanti: “Questa macchina è sua?”, ma nessuno le ha dato la risposta che attendeva.
E così non le è rimasto altro che aspettare ancora, fino a quando non ha fatto avvisare il personale del laboratorio dell’impossibilità di raggiungere i locali e l’arrivo dell’infermiere che, constatata l’impossibilità di passare, è tornato nella struttura per prendere tutto quanto occorreva per fare il prelievo in strada E fortunatamente in quel frangente non ha piovuto.

E questo, aggiunge la figlia, nonostante le chiamate alle forze dell’ordine: “Oggi voglio ringraziare pubblicamente i vigili urbani per il loro mancato intervento – esordisce sarcasticamente sui social – all’operatore del 113 che ha rimbalzato la palla e alla pattuglia di carabinieri che transitava da piazza Santa Maria che ad un mio cenno di aiuto verosimilmente non mi ha vista”. Una storia di “dignità umana calpestata – aggiunge – perché la signora in carrozzella è rimasta bloccata per due ore senza poter accedere all’interno di un servizio quale è un laboratorio analisi; è calpestata quando un medico è costretto a fare il prelievo in mezzo alla strada tra le macchine; è calpestata quando non vi è garantita igiene perché in mezzo la strada vi è un cantiere aperto; è calpestata quando un medico viene a chiederti scusa dell’inconveniente quando invece le scuse dovrebbe farle chi ha parcheggiato male chi non è intervenuto per multare”.

E i “ringraziamenti” sono andati proprio al signore “che ha parcheggiato, ostruendo il passaggio all’accesso del laboratorio. È facile quando hai due gambe e due braccia che funzionano, ma una sedia a rotelle con un corpo che pesa100 e passa è tutto più difficile. E dovrebbe anche chiedere scusa la signora che alle spalle della mia sedia ha suonato il clacson perché dovevo spostarmi affinché lei parcheggiasse. Ma credo con rammarico che queste scuse non arriveranno mai e forse neanche le vorrei, tanto non cambierebbero quanto è accaduto oggi, non cambierebbe la maleducazione che vige su Vibo, non cambierebbe la legge del menefreghismo nei confronti di una disabile che non ha ricevuto neanche intervento dalle forze dell’ordine di fronte alla sua una richiesta di aiuto”.

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