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VIBO VALENTIA – Lo dice la parola stessa: un farmaco salvavita è una medicina che, in caso di grave crisi, è in grado di salvare il paziente da morte certa. Ci si aspetterebbe, dunque, che la sanità pubblica non ne sia mai sprovvista. Ed è logico che debba essere così, ma a Vibo, almeno in questo caso, la logica viene smentita dalla realtà.

E’ quanto lamenta Salvatore A., commerciante, residente in un centro della zona collinare del Vibonese, il cui figlio soffre di un’accertata e grave forma di allergia alimentare: «L’altro giorno sono andato alla farmacia territoriale dell’Asp per richiedere il consueto farmaco salvavita che, all’occorrenza, mio figlio deve assumere, obbligatoriamente, pena il rischio reale di morte. Tanto per intenderci, se va a mangiare una pizza che contiene qualche sostanza a cui è allergico e non ha a portata di mano quella medicina, comincia a gonfiare, e potrebbe anche morire». Intuibile pertanto lo sconcerto dell’interessato quando si è sentito rispondere dal farmacista che di quel farmaco allo stato non era disponibile nemmeno una confezione.

«Non ce ne mandano – mi ha detto – Sono rimasto letteralmente esterrefatto, anche se non è la prima volta che ciò accade. Già in passato infatti si era verificata la stessa situazione, poi la medicina è arrivata e credevo perciò che tutto fosse stato risolto. Come dicevo, però, l’altro giorno mi sono dovuto ricredere. Mi chiedo, ma lo chiedo soprattutto al commissario straordinario dell’azienda, generale Battistini: com’è possibile che all’Asp manchi un farmaco che salva la vita alle persone?».

Il problema, aggiunge, non riguarda soltanto suo figlio, nel Vibonese infatti tante altre persone hanno bisogno di farmaci salvavita. «Posso capire che un disguido ci possa essere una tantum ma purtroppo non è la prima volta che questa emergenza si verifica». Obiettiamo: è verosimile che il commissario non ne sappia nulla. L’interessato però taglia corto: «Anche se così fosse, ora però lo sa. Gli chiedo pertanto un immediato intervento su chi di competenza affinché si provveda, evitando che possa succedere l’irreparabile. Ed evitando, nel contempo, che tale incredibile emergenza abbia a verificarsi in futuro, mettendo in pericolo la vita di tante persone».

Non è finita qui: «Dalla farmacia ieri mi hanno chiamato per dirmi che erano state trovate, non si sa come, due dosi pediatriche di quel farmaco. Meglio di niente, naturalmente, ma il problema resta».

Il commerciante ha pertanto espresso l’intenzione di andare a trovare personalmente il commissario Battistini: «Domani (oggi per chi legge, ndr) andrò all’Asp, presso la sua segreteria, Spero che mi riceva. Non me ne andrò di là finché non mi avrà ascoltato». Non resta che augurargli di trovarlo in sede, visto che il generale Battistini, inviato alcuni mesi fa a Vibo dal presidente della regione Roberto Occhiuto, è a mezzo servizio con Catanzaro e, a quanto si è appreso in azienda, pare che venga a Vibo appena due giorni alla settimana. Un modo davvero originale di guidare una sanità complessivamente come quella vibonese.

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