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Un medico in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Vibo è stato colto da malore durante il proprio turno di lavoro, riportando una frattura ad una costola. Pd e Bruni chiedono risposte al governatore Occhiuto
VIBO VALENTIA – «Ieri sera uno dei miei colleghi medici di pronto soccorso ha avuto una sincope, è caduto e si è fratturato una costola! Siamo rimasti in sei. Nonostante una lettera inviata a tutti, compreso il prefetto, nonostante l’intervento dei sindacati; tutto tace! Nessun nuovo medico è stato inviato al pronto soccorso, dopo i proclami e le promesse di pronta risoluzione delle problematiche da parte della dirigenza aziendale, niente è cambiato. Siamo stremati! Non so quanto resisteremo ancora! Fatelo sapere e girate! La gente deve sapere che i medici al pronto soccorso di Vibo stanno finendo! Dateci una mano!».
È questa la denuncia pubblica che il dottor Giuseppe Loiacono, medico in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Jazzolino di Vibo, ha diffuso tramite i canali social, rendendo noto il malore di un collega durante il turno di lavoro e richiamando, ancora una volta, l’attenzione sullo stato del reparto che gestisce le urgenze del nosocomio.
Solo pochi giorni fa aveva destato clamore la protesta dei sanitari del pronto soccorso che avevano affisso striscioni al cancello dell’ospedale e alla sede dell’Asp (prontamente fatti rimuovere dalla direzione aziendale) minacciando dimissioni di massa. Ora l’episodio citato da Loiacono, dovuto, a suo dire da turni massacranti ai quali è sottoposto il personale in servizio, ha suscitato nuove reazioni da parte della politica.
Medico colto da malore all’ospedale di Vibo, il Pd: «Servono risposte urgenti»
«Nuovo grido di allarme da parte dei medici calabresi che continuano a denunciare lo stato in cui versano le strutture dei pronto soccorso calabresi non più in grado di gestire la richiesta degli utenti. Stavolta è stato Giuseppe Loiacono ad esprimere tutta la sua preoccupazione per quanto avvenuto nel pronto soccorso di Vibo».
A sostenerlo sono i consiglieri regionale del Pd Mimmo Bevacqua, Ernesto Alecci, Franco Iacucci, Nicola Irto e Raffaele Mammoliti.
«Loiacono – spiegano – ha raccontato di quanto avvenuto ad un suo collega, colto da malore durante il turno di servizio proprio per l’eccessivo carico di lavoro. “Non so quanto resisteremo” ha scritto il medico, esprimendo una forte preoccupazione che condividiamo in pieno. Fin dal momento della nomina a Commissario ad acta di Roberto Occhiuto sono stati annunciati interventi immediati per l’emergenza-urgenza in Calabria. Ad oggi – aggiungono i consiglieri del PD – nulla si è modificato, le strutture sono abbandonate a se stesse e non hanno organici sufficienti per riuscire a far fronte alle esigenza della cittadinanza. Si tratta di un problema che non può essere ancora sottovalutato perché mette a rischio la fornitura di un servizio essenziale, oltre allo stesso diritto alla salute dei calabresi”.
Il gruppo del Pd in Consiglio regionale chiede al governatore Occhiuto «risposte urgenti e la possibilità di un confronto in Assemblea sullo stato dell’emergenza-urgenza in Calabria».
Medici allo stremo, Amalia Bruni: «Mandati a morire»
«La situazione della sanità nella nostra regione è drammatica e ogni giorno purtroppo ne abbiamo una dimostrazione. Del 118 parliamo quasi quotidianamente, sulla chiusura del Centro di Farmacovigilanza abbiamo speso, inutilmente, fiumi di parole, sulla carenza cronica di medici, specialisti, personale parasanitario ne raccontiamo da tempo. Ma non basta perché la realtà continua a essere peggiore di qualsiasi incubo immaginabile».
Lo scrive Amalia Bruni, presidente del gruppo misto in Consiglio regionale. «L’ultima brutta notizia – continua – arriva dall’Ospedale Jazzolino di Vibo dove un collega, di Pronto Soccorso ha avuto una sincope, è caduto e si è fratturato una costola. Sono rimasti in sei e hanno denunciato questa situazione insostenibile tempo fa con una lettera inviata a tutti, compreso il prefetto e sindacati senza nessun risultato concreto, solo parole e a volte nemmeno quelle. Sono colleghi allo stremo – osserva – che fanno turni massacranti e l’episodio di ieri sera purtroppo è la normale conseguenza per come si è costretti a lavorare».
Intanto, denuncia Bruni, «continua l’esodo di colleghi verso le strutture private, un medico di Vibo delle infettive Covid, tempo fa è stato picchiato e si è licenziato, una dottoressa del Pronto soccorso è stata aggredita in estate da un parente di un paziente e per le liste di attesa per visite, anche urgenti, siamo già a metà del 2024. I colleghi dello Jazzolino chiedono una mano, altrimenti il Pronto soccorso rischia la chiusura. Situazioni di questo tipo – dice – non si risolvono con incentivi economici come previsto dalla legge regionale che a mio avviso sarà certamente impugnata. Qua parliamo di colleghi che non possono fare oggettivamente di più, hanno già gettato il cuore oltre l’ostacolo e sono distrutti fisicamente e psicologicamente, non si può mandarli a morire in cambio di qualche centinaio di euro in più».
«Assumere medici per mettere in sicurezza le strutture»
Per Bruni: «Bisogna assumere medici per ripristinare le condizioni essenziali perché i reparti, funzionino al meglio e in tutta sicurezza per sanitari e pazienti. Commissario Occhiuto, questa è la situazione della sanità in Calabria a oltre un anno dalla sua elezione e dalle sue promesse per un Rinascimento calabrese. Ieri le abbiamo chiesto di occuparsi non dei massimi sistemi ma delle cose di casa sua. Il triste esempio delle condizioni del Pronto Soccorso dello Jazzolino – conclude – confermano che è tempo di agire rapidamente oppure sarà sempre di più Medioevo per la Sanità».
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