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VIBO VALENTIA – Un’ambulanza «negata per due volte». Questo il motivo che ha spinto il consigliere comunale di Vibo, Giuseppe Russo, a dare mandato ai propri legali a presentare un esposto alla Procura ordinaria segnalando un presunto caso di malasanità «a tutela dei nostri diritti sanciti dalla nostra Costituzione italiana, affinché ogni cittadino possa curarsi regolarmente a carico del Sistema nazionale sanitario».
Il tutto nasce dalla vicenda vissuta da uno stretto congiunto dell’esponente di opposizione, affetto da molteplici patologie ed invalido: «Gli è stato negato – spiega – dietro regolare chiamata al 118, l’arrivo di un’ambulanza per ben due volte nel giro di tre giorni. Nonostante l’esposizione gravità della situazione, per ben due volte abbiamo ricevuto la stessa risposta: non c’erano mezzi a disposizione, tuttavia gli operatori si sarebbero fatto carico di richiamare al più presto il paziente. Telefonata, ovviamente, mai arrivata e pertanto i miei familiari sono stati costretti a mobilitarsi tramite mezzi privati e con seri rischi per il paziente».
Russo va già duro parlando di «sanità marcia, completamente al collasso nonostante le molteplici promesse da mercanti di soluzioni immediate. Proprio stamattina il primario del Pronto soccorso di Vibo ha definito i medici come carne da macello. Medici abbandonati a sé stessi e costretti a lavorare senza i mezzi necessari per garantire la salute dei cittadini. Una struttura come l’ospedale di Vibo priva di operatori sanitari, medici, reparti chiusi e incredibilmente senza un numero sufficiente di ambulanze per soddisfare il bacino di utenza. Niente è cambiato, anzi tutto è peggiorato».
Il consigliere si rivolge quindi al governatore della Calabria, Roberto Occhiuto esortandolo a mettere «in secondo piano tutte le altre problematiche che affliggono questa amara terra e si dedichi ai problemi di questa sanità malata. Una sanità che oggi lede la dignità dei calabresi e mortifica ancora di più questa terra vista agli occhi delle altre regioni, come terra di nessuno soffocata dalla ‘ndrangheta e con una sanità del terzo mondo. Ritengo che il diritto a curarsi debba essere anteposto prima di ogni cosa, al di là di tutte le manovre che si mettono in campo per portare finanziamenti sulle nostre infrastrutture, che certamente sono importanti per il territorio ma che si riducono al nulla davanti la malasanità».
Infine, un pensiero ai sanitari vibonesi: «Solidarietà a tutti i nostri medici dello Jazzolino, che ritengo degli eroi; uomini, donne, professionisti che ogni giorno non si tirano indietro nonostante le drammatiche difficoltà che incontrano giornalmente. Vi ringrazio tutti. Il mio esposto – conclude Russo – spero serva a scuotere gli animi di chi oggi ha il potere oggettivo di fare. Questo è tenere al proprio territorio, questo è amare i suoi cittadini e la propria terra. Il resto sono solamente chiacchiere mentre la gente muore», ha concluso.
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