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VIBO VALENTIA – «Sì, l’ambulanza è arrivata ma il medico, di fronte alla febbre di mia madre, ha pensato che fosse affetta da Covid e non si è neanche avvicinato. Se ne sono andati senza averle fatto praticamente nulla. Non è da escludere che, se avessero fatto ciò che dovevano, nostra madre potrebbe essere ancora viva».
La denuncia, in verità molto preoccupante, giunge dai familiari di un’anziana di 87 anni, che si trovava in casa dei figli a Bivona. Una seconda ambulanza, inviata alcune ore dopo dalla centrale operativa Suem, è arrivata dopo varie insistenze ma senza medico a bordo, a motivo, così è stato riferito ai familiari, della nota carenza di sanitari del servizio di emergenza urgenza.
«Da giorni – racconta dunque la figlia A. L. – nostra madre stava poco bene e così quando l’altra mattina è peggiorata, con una febbre che non voleva andarsene, abbiamo chiamato il 118. Quando sono arrivati, il medico non si è nemmeno avvicinato: «Vista la febbre potrebbe avere il Covid» – ha detto. Gli abbiamo replicato che era praticamente impossibile, nostra madre non era entrata in contatto con alcuno e noi, a motivo della sua età e stato di salute, stavamo bene attenti alle misure di prevenzione. Non s’è convinto e allora abbiamo chiesto che le facessero il tampone ma la risposta ci ha lasciati davvero basiti: «Qui non ne abbiamo». Dopo alcuni minuti se ne sono andati».
Uno dei figli è corso allora in farmacia a procurare il tampone ma l’esito è stato negativo, la paziente non era contagiata. La febbre intanto non accennava a calare ad anzi ha continuato lentamente a salire fino a superare i 40 gradi. I familiari pertanto hanno chiamato nuovamente il 118 ma, sempre secondo il loro racconto, si sono sentiti rispondere che non c’erano ambulanze disponibili, che erano tutte impegnate in altri soccorsi: «A quel punto – prosegue il figlio L. – abbiamo raccontato tutto a una nostra vicina, ex infermiera dello Jazzolino, che ha ritelefonato alla centrale con toni molto preoccupati ed ultimativi e così poco dopo l’ambulanza, probabilmente rientrata nel frattempo, è arrivata a Bivona ma, sorprendentemente, senza medico a bordo». La paziente è stata trasportata allora all’ospedale dove è stata ricoverata in terapia intensiva: «Lì abbiamo scoperto che aveva avuto alcune ischemie».
Non si è più ripresa e dopo un paio di giorni è deceduta. Gli interessati si dicono perfettamente consapevoli che le condizioni generali della madre erano abbastanza precarie, premettono dunque di non voler puntare il dito strumentalmente contro nessuno ma un sospetto continua a frullare loro in testa: «Se l’avessero visitata forse si sarebbero accorti dell’ischemia in atto, l’avrebbero trasportata subito in ospedale e la storia sarebbe stata probabilmente diversa. Non sappiamo come sarebbe andata ma ci chiediamo: come può accadere che una paziente non venga visitata, che un’ambulanza del 118 non abbia a bordo un tampone anti Covid, che si mandi un equipaggio senza medico?».
I figli non accennano ad alcuna intenzione di rivolgersi alla procura, quindi il loro racconto non sembra strumentale ad un passo del genere. In sostanza, dicono, hanno solo voluto riflettere ad alta voce per porre alcuni interrogativi. Tra l’altro, il loro racconto induce a pensare che quello delle ambulanze senza medico (per via della carenza di sanitari) stia diventando una costante nel Vibonese, L’altro giorno, infatti, come abbiamo già riferito, identico problema è stato denunciato dalla figlia di un pensionato 80enne vibonese, le cui condizioni sono state giudicate dall’infermiere, unico sanitario a bordo, non così preoccupanti da meritare il trasporto in ospedale. Per fortuna in quel caso il paziente si è poi ripreso. Due episodi a distanza di pochi giorni, che inducono a pensare che il fenomeno sia più frequente, che ci si trovi insomma di fronte alla punta di un iceberg ben più corposo.
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