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L'ospedale di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – Spesso, per la carenza di posti letto allo Jazzolino, abbiamo dovuto scrivere di pazienti costretti per ore al pronto soccorso in attesa di poter essere ricoverati in qualche altro ospedale. Oggi invece la vicenda è di segno opposto: il posto letto c’è ma il ricovero non è possibile perché mancano i tamponi molecolari per capire se in atto c’è un’infezione da Covid. Anche se, come vedremo, è sufficiente il test antigienico rapido, qualche medico di reparto si ostina a pretendere l’esame molecolare.

Differenza di vedute sul modo di procedere, insomma, con inevitabili ritardi nei ricoveri. La situazione, invero paradossale, che si è registrata tra domenica e ieri va ad aggiungersi ad altre “perle” che spesso ci regala la sanità pubblica vibonese. Ieri mattina, comunque, pur ammettendo l’inconveniente, i dirigenti sono intervenuti e il problema è stato risolto. Almeno temporaneamente.

Spieghiamo per i non addetti ai lavori: come si sa, per essere ricoverati in un reparto dev’essere accertato che i pazienti non siano affetti dal virus, in una delle sue tante varianti che circolano attualmente. In caso di esito positivo, infatti, i pazienti devono seguire un apposito percorso ed essere curati negli ambienti dedicati alla pandemia. Accade che qualche medico di reparto accetti di ricoverare solo se la negatività è certificata da un tampone molecolare ma sono proprio quelli di tale tipo che attualmente pare manchino al pronto soccorso, il reparto dove tale obbligatorio controllo va effettuato.

In realtà, a quanto si è potuto apprendere, dovrebbe esserci una piccola riserva di kit, da utilizzare in caso di urgenza conclamata, ma pare che attualmente in laboratorio non vi siano nemmeno quelli. In ogni caso, a tale riserva non si potrebbe attingere per pazienti non urgenti. E’ questo il caso di alcune persone, almeno quattro, giunte al pronto soccorso rimaste lì fino a ieri mattina in attesa del ricovero. Comprensibile il loro sconcerto allorché hanno appreso che non si poteva procedere perché, appunto, non c’erano tamponi molecolari disponibili.

Domandare al personale il motivo di tale inconveniente è perfettamente inutile, medici e infermieri alzano le spalle e invitano a rivolgersi in direzione. Ed è quello che abbiamo fatto, con una telefonata al direttore sanitario dello Jazzolino, Michelangelo Miceli. Fiondatosi immediatamente al pronto soccorso, dopo essersi informato meglio sulla questione è intervenuto risolvendo il problema. Sentiamo: «Guardi, le norme prevedono che è sufficiente il test antigienico: essendo risultati tutti negativi, i pazienti in questione potevano e dovevano essere regolarmente ricoverati. Il fatto è che tra i dirigenti medici non tutti sono d’accordo per cui è avvenuto che qualcuno di loro richiedesse il test molecolare. Come direttore sanitario del presidio ho però ribadito ai colleghi quanto prevede la normativa e così i pazienti in questione sono stati subito avviati a destinazione».

Un inconveniente che potrà accadere ancora? Non dovrebbe, perché i reparti, tutti i reparti, si devono attenere a tale disposizione. E per quanto riguarda la mancanza dei tamponi molecolari? Miceli ha garantito che entro la giornata i reagenti sarebbero arrivati. Vedremo.

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