Il santuario di Zungri
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ZUNGRI – Il nostro non è nuovo ad uscite temerarie, a volte intempestive, in alcuni casi inopportune. Non lo fa perché animato da “cattive intenzioni”, per carità, ma forse in quanto non riesce proprio a dominare l’istinto di esprimere il suo modo di vedere le cose o un suo pensiero, inconsapevole o incurante delle inevitabili conseguenze.
Il protagonista di questa curiosa cronaca è ancora lui: don Giuseppe Larosa, parroco di Zungri, piccolo centro a due passi da Tropea e ad un tiro di schioppo dal Poro.
I fatti
Ma veniamo all’episodio segnalatoci da alcuni nostri lettori. Durante la messa mattutina dell’ultima domenica, quella per intenderci delle 8, durante l’omelia e di fronte ad una trentina di persone presenti in quel momento nel Santuario Diocesano della Madonna della Neve, il prete in questione avrebbe posto la domanda: «Chi di voi è vaccinato alzi la mano».
Al che i fedeli si sono guardati attoniti e, alcuni di loro, probabilmente spiazzati dallo strano quesito posto da don Larosa hanno risposto all’invito. Altri, però, hanno covato rabbia perché si sono sentiti discriminati e violati nel loro sacrosanto diritto alla privacy e, quindi, hanno inteso rendere l’opinione pubblica partecipe di quanto sarebbe successo. Per carità, il parroco sarà stato animato dalle migliori intenzioni di questo mondo. Probabilmente ha voluto anche spronare i suoi parrocchiani a vaccinarsi, magari la domanda è stata inserita in un discorso più ampio, ma non tutti l’hanno presa bene.
I precedenti
E non è la prima volta che don Larosa “fa notizia”. Nel marzo del 2017 finì nel tritacarne mediatico per una foto postata sui social. Immagine che lo ritraeva mentre puntava una pistola giocattolo verso un televisore, dove in quel momento stava comparendo l’allora segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso. Lo scatto era stato poi condiviso dallo stesso su facebook con la scritta: “Io questa me la farei. Fuori”, quasi subito rimosso ma non prima di diventare virale.
Tanto che don Giuseppe Larosa fu costretto, visto il clamore suscitato dalla pubblicazione della foto, ad intervenire tramite il suo avvocato Carmine Pandullo. Il legale derubricò il tutto ad “equivoca vicenda”, nata dalla «pubblicazione di un’immagine goliardica» e parlò di «sfortunata casualità» che in quel momento stessero trasmettendo l’immagine della Camusso, a cui andarono le scuse del parroco sia «come donna che come segretario del principale sindacato italiano».
La polemica
L’ultima “intemperanza”, chiamiamola così, nel gennaio scorso. A seguito di un diverbio a distanza con una parrocchiana sulla mancata benedizione della salma della mamma al cimitero, morta con il Covid, il sacerdote invece di cercare di stemperare gli animi ha pubblicato un post nella pagina del Santuario nel quale, riportiamo le dichiarazioni rilasciate a questo giornale all’epoca dei fatti dalla signora, «si è permesso di pubblicare una nota di acredine inaudita citando persone e replicando ad affermazioni raccolte per sentito dire».
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