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Il palazzetto dello sport di Vibo in cui avvengono le vaccinazioni

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VIBO VALENTIA – «Le vaccinazioni sono andate bene in questo periodo anche perché abbiamo attivato diversi punti e siamo andate a farle addirittura nei centri commerciali con il commissario Bernardi in persona, ad esempio il 14 agosto. Adesso contiamo di dare la spallata finale».

Sono le parole del direttore sanitario dell’Asp, Antonio Talesa, che sta supervisionando da mesi le attività di somministrazione del siero anticovid nella provincia di Vibo Valentia.

Un bilancio, quello che traccia il dirigente di palazzo ex Inam, molto positivo, tra l’altro riconosciuto a livello regionale visto che l’Asp di Vibo risulta essere quella che ha vaccinato in proporzione più soggetti: «Il merito è dell’organizzazione che ci siamo imposti. Bisognava fare in fretta nel periodo più delicato, quando i decessi anche nel territorio erano ancora elevati e si stava per affacciare la variante Delta. E così abbiamo messo in campo tutte le forze possibili contando sulla disponibilità, il sacrificio e la competenza di tutti i medici. E i risultati, come visto, sono arrivati e sono tangibili».

Di fatto, è una no-stop che non tiene conto delle giornate festive: «Anche a ferragosto abbiamo vaccinato: 43 persone, tra residenti e turisti», commenta Talesa, rilevando come ad oggi abbiano ricevuto il trattamento, tra prima e seconda dose, più di 200mila persone, su una popolazione di 168mila circa, e nelle ultime settimane l’età dei soggetti che si sono presentati ai vari hub è scesa drasticamente, complice anche l’introduzione del Green pass: «Abbiamo notato tra la fine di luglio e i primi 15 giorni di agosto un incremento sostanziale delle presenze giovanili, ritengo per via della decisione del governo sulla Carta verde che consentisse loro di poter andare in vacanza anche solo con la prima dose. Il calo, in questi giorni c’è stato, ce l’aspettavamo, tuttavia non è stato sensibile».

Non solo residenti nel territorio di Vibo ma anche turisti: «Sì, abbiamo registrato numerose presenze di persone provenienti da fuori provincia da altre regioni – commenta il dirigente Asp – e questo ci fa piacere perché il messaggio dell’importanza della vaccinazione è sempre forte».

Certo, vi sono ancora alcune “sacche” di utenti senza trattamento, tra questi anche diversi anziani, la categoria più a rischio: «Il numero è residuale, tuttavia, stiamo mettendo in atto una rete capillare, che vede la presenza dei sindaci, in modo tale da consentire di effettuare le somministrazioni a domicilio o nelle strutture sanitarie pubbliche o private».

Per le persone allergiche il giorno stabilito è il martedì, dalle 8 alle 14: «Capisco che c’è ancora chi nutre ritrosie per paura sul vaccino, ma noi forniamo in questo caso un supporto medico che resta con il paziente anche fino ad un’ora dopo il trattamento. Quindi, il mio appello è quello di venire a vaccinarsi anche perché fino ad oggi, tranne in casi che si contano sulle dita di una mano, non abbiamo registrato reazioni allergiche. Forti dell’esperienza di 200mila persone possiamo dire che il siero è sicuro».

Ma tra i non vaccinati ci sono, a giudizio di Talesa, anche una sparuta parte del personale sanitario: «Sì, qualcuno c’è – confessa – ma l’Azienda ha già adottato i provvedimenti del caso. Una volta che si definiranno i nomi degli operatori in questione si procederà alla sospensione dello stipendio fino al 31 dicembre, e il conseguente spostamento in altri uffici. Si tratta di medici, infermieri e qualche impiegato amministrativo, ma sono meno di una dozzina».

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