3 minuti per la lettura
VIBO VALENTIA – «Per noi del Suem 118 quanto accaduto alcune notti addietro non è una novità». Questo il commento di alcuni addetti al servizio di emergenza Suem 118 (che chiedono, per motivi facilmente intuibili, di restare anonimi) all’indomani della morte di un uomo di San Nicola da Crissa (LEGGI), la cui vicenda, per come riportata in esclusiva dal Quotidiano, ha acceso i riflettori sulla ormai annosa carenza di barelle al pronto soccorso dell’ospedale Jazzolino.
L’uomo era stato colpito nella notte da infarto fulminante. In attesa dell’ambulanza, i primi soccorsi, prestati nell’immediatezza da un infermiere del luogo e dalla dottoressa della guardia, sono stati purtroppo del tutto inutili, l’uomo infatti è spirato poco dopo.
L’ambulanza è arrivata dopo circa un’ora dalla telefonata dei familiari al 118, ciò perché l’automezzo era bloccato al pronto soccorso di Vibo perché la barella in dotazione era occupata da un paziente appena trasportato, non essendoci lì disponibili altre barelle o lettini.
In altri termini, il ritardo dell’ambulanza non è da mettere in correlazione col decesso (l’uomo infatti come detto era stato subito soccorso, sia pure invano, dalla guardia medica), pur tuttavia l’interrogativo sulla paradossale carenza di barelle allo Jazzolino rimane.
In pratica ecco cosa succede: all’arrivo dell’ambulanza, l’equipaggio porta il paziente al triage dove l’infermiere in servizio provvede ad “etichettarlo” assegnandogli l’opportuno codice. A questo punto il personale del 118 porta, sempre sulla barella dell’automezzo, il paziente dentro il pronto soccorso dove quasi sempre deve attendere, nel corridoio, che il medico lo prenda in carico.
E quasi sempre deve attendere parecchio, visto che i lettini delle tre stanzette di visita (appena due per ogni postazione) sono perennemente occupati da altri pazienti. E così, fintanto che il medico non prende in carico l’ammalato, l’equipaggio è costretto a restare lì, impossibilitato evidentemente a partire in caso di chiamata di soccorso.
Cosa che, appunto, è accaduta nel caso di San Nicola da Crissa. Quello che potrebbe succedere in caso di emergenza è dunque facilmente immaginabile.
«Ormai purtroppo – spiegano i nostri interlocutori – è consuetudine che le ambulanze del territorio con paziente a bordo rimangano per ore ferme al pronto soccorso dell’ospedale di Vibo, nell’impossibilità di consegnare i pazienti per mancanza di barelle. Questo crea al Suem 118 problemi non indifferenti, noi operatori non sappiamo più cosa fare. E questo di fronte al disinteresse generale di chi dovrebbe porre rimedio».
Che le barelle al pronto soccorso manchino lo conferma la stessa Asp: «Va ribadito – premette Antonio Talesa, referente sanitario aziendale del commissario Maria Bernardi, nonché direttore del Suem 118 – che il paziente di S. Nicola non è deceduto per il ritardo della nostra ambulanza. I soccorsi, infatti, gli sono stati prestati subito dalla guardia medica che però, purtroppo, nulla ha potuto fare».
Sì, ma parlavamo delle barelle… «Purtroppo è vero – ammette con apprezzabile sincerità – al pronto soccorso dello Jazzolino, dove afferisce il maggior numero di pazienti, di barelle ce ne sono pochissime e i nostri operatori sono costretti a rimanere lì per parecchio tempo. È una carenza che non dovrebbe esserci ma la realtà è questa. Di recente col commissario Bernardi abbiamo provveduto ad ordinarne una ventina. A questo punto speriamo solo che ci vengano consegnate in tempi brevi».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA