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SAN NICOLA DA CRISSA (VIBO VALENTIA) – Colto da infarto nella notte, viene soccorso nell’immediatezza da un infermiere professionale del paese e subito dopo dalla guardia medica. L’utilizzo del defibrillatore e un energico massaggio cardiaco non sono però valsi a salvargli la vita. Particolare sconcertante: l’ambulanza del 118 è arrivata da Vibo Valentia dopo circa un’ora, gli automezzi erano infatti bloccati per servizio presso gli ospedali di Vibo e Serra.
E’ accaduto verso le tre del mattino a San Nicola da Crissa, l’uomo si chiamava Antonio I., un sessantenne del luogo. Inizialmente il ritardo dell’ambulanza era stato messo in correlazione con il decesso ma col passare delle ore il quadro si è sufficientemente chiarito anche se resta, come vedremo, un interrogativo di fondo.
Intanto, quale il motivo del ritardo? Da notizie di prima mano raccolte dell’ambiente, sembra che quando, poco dopo le due di notte, al 118 è giunta la chiamata di soccorso, un’ambulanza era bloccata allo Jazzolino con un malato posto sulla barella dell’automezzo. Analoga situazione per quella di Serra S. Bruno mentre un terzo automezzo era in attesa di partire verso Crotone per portarvi un paziente. Insomma, alle due di notte la sanità pubblica di Vibo non aveva un’ambulanza disponibile per un soccorso di emergenza.
A San Nicola stando a quanto si è potuto apprendere in loco, a soccorrere l’uomo colto da infarto era subito arrivato un infermiere del paese, raggiunto nell’immediatezza dalla dottoressa della guardia medica munita di defibrillatore. Il paziente appariva in condizioni critiche, condizioni che sono purtroppo precipitate nonostante il disperato tentativo di rianimarlo con un massaggio cardiaco. Nel frattempo a Vibo si era resa disponibile l’ambulanza pronta a trasportare un malato a Crotone. Era accaduto che il medico di bordo aveva pensato bene di telefonare al nosocomio crotonese per accertare se il posto fosse ancora disponibile. La risposta è stata negativa per cui l’ambulanza ha potuto finalmente avviarsi di gran carriera verso San Nicola dov’è giunta dopo circa mezz’ora, verso le tre del mattino, un’ora dunque dalla chiamata al 118.
L’equipaggio, giunto sul posto, non ha potuto fare altro che constatare, purtropo, l’ormai avvenuto decesso. A quanto si vocifera in paese, non è da escludere che i familiari decidano di rivolgersi alla procura della repubblica perché si faccia piena luce sulla vicenda. Al riguardo però negli ambienti dell’Asp si ostenta una certa sicurezza, sulla base di un ragionamento che suona pressappoco così: è stato un infarto di tipo massivo, detto anche fulminante, una tipologia che comporta un’alta probabilità di morte improvvisa della persona colpita, insomma lascia purtroppo poche speranze. E se anche l’ambulanza fosse stata subito disponibile ci avrebbe messo oltre mezz’ora per giungere da Vibo e una ventina di minuti da Serra, troppo comunque per poter sperare in un intervento positivo.
Se sia proprio così dovrà accertarlo, eventualmente, l’autorità giudiziaria qualora i congiunti dovessero decidere di interessarla. In ogni caso, anche se si volessero prendere per buone le argomentazioni degli addetti ai lavori, resta comunque un interrogativo di fondo: è mai possibile che nella sanità vibonese non ci sia disponibile un’ambulanza per un intervento immediato? E il fatto che di solito i soccorsi siano tempestivi non toglie dalla bocca un amaro sapore di precarietà.
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