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Il sindaco Maria Limardo

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VIBO VALENTIA – Il Tar accoglie il ricorso delle mamme della città di Vibo Valentia e sospende la recente ordinanza del sindaco Maria Limardo con la quale si disponeva fino al 22 dicembre la chiusura delle scuole fino alla Prima media sulla base dei dati epidemiologici e su suggerimento del Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Vibo.

I genitori degli alunni, tuttavia, dopo aver costituito un comitato, il “Cip – Chiedo per i Bambini”, avevano contestato simile decisione nella consapevolezza che gli studenti vibonesi dovessero avere gli stessi diritti dei bambini calabresi, italiani ed europei: tornare in classe in sicurezza: «Perché a Catanzaro – interrogano i promotori – a Reggio, a Cosenza, a Stefanaconi ed in altri comuni del vibonese si va scuola in presenza e a Vibo si deve continuare a fare lezione in didattica a distanza?», era una delle domande che ponevano al sindaco. E che hanno posto poi anche alla magistratura amministrativa, la quale ha dato loro ragione.

Ed infatti il Tar di Catanzaro, nella sua ordinanza, rileva che «l’indiscriminata chiusura di tutte le scuole sul territorio del Comune di Vibo Valentia, rappresenti, anche alla luce del fatto che i dati epidemici di questo territorio sembrano sostanzialmente in linea con l’andamento regionale, una misura oltre che non contemplata dagli atti di governo adottati per fronteggiare l’emergenza, anche non proporzionata e viziata da una istruttoria insufficiente e non in linea con i principi giuridici in materia».

I giudici rilevano che il periculum in termini di grave pregiudizio inerente il diritto allo studio sussista avuto riguardo al fatto che, come osservato dai ricorrenti, la didattica in presenza è da settimane preclusa in dipendenza di pregresse ordinanze sindacali operative fin dal 10 novembre scorso ed ininterrottamente reiterate fino a quella odiernamente impugnata, avente scadenza 22 dicembre prossimo e che pertanto il numero di giorni che ancora manca prima della sospensione per le festività natalizie e di fine anno non appare trascurabile; in ogni caso deve ribadirsi il dato inerente la sostanziale esclusione dal sopra richiamato diritto alla istruzione di quanti, fra gli studenti teoricamente avviati alla Dad subiscono il cosiddetto “divario digitale” connesso a problematiche certo estranee a quelle sanitarie in atto, ma di cui appare doveroso tenere conto per evitare che siffatta modalità di istruzione a distanza allarghi il divario fra alunni di diversa condizione sociale».

Da qui, l’accoglimento dell’istanza e la sospensione dell’atto impugnato, con la fissazione per la trattazione collegiale della camera di consiglio del 13 gennaio 2021.
Adesso tocca al sindaco adeguarsi e, a quanto pare, sembra che mercoledì si riapriranno le scuole. Per sei giorni, prima della nuova chiusura per le vacanze natalizie.

Il comitato #CIB Chiedo per i Bambini ha commentato: «Il Tar della Calabria si è appena pronunciato accogliendo con ordinanza, n. 656 del 14.12.2020, la richiesta di 17 genitori di Vibo Valentia, e per conto di numerosi mamme e papà, che hanno sostenuto l’iniziativa e che chiedevano al tribunale amministrativo regionale di annullare l’ordinanza del sindaco Maria Limardo, che ha chiuso le scuole dell’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado, dal 9 al 22 dicembre Tenendo conto che il fondamentale diritto all’istruzione deve essere bilanciato con il diritto alla salute. Inoltre, il comune di Vibo Valentia non avrebbe tenuto conto delle misure nazionali e la sua decisione non sarebbe stata supportata da una sufficiente istruttoria da parte dell’Asp».

Il comitato ha sottolineato che la decisione del Tar è stata assunta «soprattutto in considerazione del fatto che nessun dirigente scolastico si sia mai pronunciato sul pericolo di tornare a scuola. Siamo per tanto convinti come genitori responsabili che ciò significa che i nostri figli torneranno a scuola nella massima sicurezza».

Dal canto suo, il sindaco Limardo, in ottemperanza all’ordine impartito dall’autorità giudiziaria, ha comunicato che il decreto è stato «senza indugio formalmente comunicato ai Dirigenti scolastici per il seguito di competenza. Si raccomanda vivamente la cittadinanza e si esortano i genitori ad osservare con grande scrupolo, attenzione e rigore, ogni misura stabilita dalla legge a tutela della sicurezza ed incolumità dei bambini e delle loro famiglie».

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