Anna Aurora Colosimo, neo prefetto di Vibo Valentia (foto Tonio Verilio)
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Il neo prefetto di Vibo, Anna Aurora Colosimo, incontra i rappresentanti della stampa e, per il loro tramite, si presenta alla comunità vibonese, illustrando quali saranno le direttrici della sua attività alla guida dell’Ufficio territoriale del governo
VIBO VALENTIA – Non una conferenza stampa, ma un rivedersi dopo anni: quella con il neo prefetto di Vibo, Anna Aurora Colosimo, è stata, più che altro, una chiacchierata per i giornalisti, avvenuta questa mattina presso l’Utg.
La massima carica istituzionale del governo, nominata pochi giorni fa, ha inizialmente ricordato i suoi precedenti incarichi nel Vibonese, quali commissario nei Comuni di Tropea e Gerocarne, evidenziando come la nomina a prefetto di Vibo, territorio «al quale sono rimasta molto legata», rappresenti il coronamento di una lunga carriera. «Il mio impegno – ha esordito – è quello di affrontare il mio ruolo e di svolgerlo con grande rigore e serietà, ma al contempo con apertura alla comunità vibonese. La cultura dell’ascolto è una palestra importante, non facile da mettere in pratica. A parole sì, ma nei fatti poi diventa molto più difficile»
LA SITUAZIONE DEL TERRITORIO VIBONESE
«Quello vibonese non è un territorio morto, ma abbastanza vivace. Purtroppo, i problemi non sono cambiati molto nel corso del tempo, e permane un contesto in cui la presenza significativa della criminalità organizzata continua a rappresentare un vulnus per la crescita di questo territorio. Pertanto, l’azione del sistema Stato deve cercare di agevolare il superamento di questo limite».
Certo, la Prefettura non effettua arresti o investigazioni, ma per il capo dell’Utg di Vibo «può fare tanto in materia di prevenzione, soprattutto aiutando la comunità perbene che vuole crescere consapevolmente a liberarsi da un fardello che, bene o male, continua a sentirsi addosso. Del resto, questa è una provincia segnata da scioglimenti per mafia di importanti comuni e anche dell’Asp. Questo deve far riflettere sulle difficoltà del territorio. Ovviamente, la politica non può essere solo quella della repressione, ma anche quella di affiancare le forze positive di questo territorio che hanno voglia di affrancarsi da qualsiasi fenomeno di malaffare».
L’APPROCCIO ALLE PROBLEMATICHE SANITARIE
Tra le numerose problematiche che il prefetto Colosimo si troverà ad affrontare vi è anche quella legata alla sanità, in un territorio in cui i servizi sono sofferenti e in non pochi casi assenti: «Da calabrese che conosce il territorio, nel settore della sanità siamo mille passi indietro, e mi rendo conto che un’Asp commissariata per mafia possa avere difficoltà a mettersi in moto. Pertanto, ha veramente bisogno di grande sostegno, perché dobbiamo far in modo che funzioni, soprattutto adesso che lo Stato si è assunto la responsabilità della governance, con una commissione di alto profilo. Penso – ha aggiunto il prefetto Anna Aurora Colosimo – che si debba mettere in moto positivamente il meccanismo dell’Azienda sanitaria di Vibo, poi, è chiaro che tutti i problemi della sanità non dipendono dall’Asp, ma da un sistema sanitario che, con grandi sforzi, il Presidente Occhiuto sta cercando di ricondurre a una normalità».
Quindi, dalla Colosimo l’assicurazione che il suo «approccio ai problemi della sanità mi vedrà attivamente impegnata per la loro risoluzione. L’apertura all’ascolto è il punto di partenza, e poi da lì si dipana un po’ tutto».
IL RAPPORTO DEL PREFETTO COI SINDACI DELLA PROVINCIA DI VIBO
Parlando del rapporto con i sindaci del territorio, alcuni dei quali si sentono come commissariati, il prefetto Colosimo ha definito questa percezione «un approccio veramente sbagliato. Partiamo da un concetto base: lo scioglimento di un comune per infiltrazione mafiosa è una sconfitta della democrazia. Però, questo non dipende dalla cattiveria della Prefettura o dello Stato, ma dalla capacità di creare quei filtri necessari e quegli argini che un Comune deve avere. Gli enti locali devono dotarsi di questi anticorpi che non sempre sono presenti».
SCIOGLIMENTI PER MAFIA DEGLI ENTI LOCALI E ANTICORPI
Pur non entrando nel merito degli scioglimenti recenti disposti a seguito delle commissioni di accesso volute dal suo predecessore Paolo Giovanni Grieco, il capo dell’Utg di Vibo Valentia ha sottolineato che «quelle situazioni sono state esaminate dagli organi competenti. Si è fatta una valutazione sulla sussistenza dei presupposti per procedere in quel senso. Siamo in un sistema democratico fatto da contrappesi e diverse valutazioni. Non è il prefetto a decidere che un determinato Comune deve essere attenzionato. C’è tutto un sistema di controlli, tutelato nell’ambito di una cornice di assoluta democrazia. Io provengo da territori piccoli come quello vibonese, dove spesso, non dico in malafede, ma per incapacità, non si riesce a dotarsi di questi anticorpi».
IL RIGORE ISTITUZIONALE
Il prefetto ha poi parlato del rigore istituzionale come «capacità di non soggiacere a una mentalità dell’amicizia e del favore, che nella nostra Calabria esiste. Questa è una sconfitta per le nostre comunità. Per esempio, andare in ospedale, chiedere una visita al medico più bravo e farsi raccomandare è un vulnus incredibile. Se la raccomandazione arriva da qualcuno non libero, si crea un condizionamento che mina la democrazia. I comuni sono il front office della democrazia, e proprio per questo creeremo un ufficio dedicato alle relazioni con gli enti locali, perché essi sono il nervo del nostro sistema democratico. Lo Stato non vorrebbe mai giungere allo scioglimento di un ente, perché, ripeto, questo rappresenta una sconfitta della democrazia. Non spetta a me entrare nel dibattito politico in corso, ma ci sono gli strumenti per evitare il commissariamento di un Comune».
IL PREFETTO COLOSIMO E LA COLLABORAZIONE CON LA STAMPA
Infine dal capo dell’Utg l’auspicio di una collaborazione proficua con gli organi di stampa locali: «Spero di trovare con voi quel rapporto che avete sempre avuto con tutti i miei predecessori. Con me troverete una porta aperta, non per raccontarci le piccole cose, ma per capire insieme i problemi e informare bene i cittadini. Credo che il primo aspetto in ogni democrazia sia la consapevolezza dei diritti di ciascuno. Questo approccio potrà fare tantissimo. È uno sforzo che faremo insieme».
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