Maria Pompea Bernardi, commissario Asp di Vibo
3 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Suscita reazioni della politica e del management aziendale la denuncia formulata dai tirocinanti dell’Asp di Vibo Valentia rispetto alla procedura di reclutamento di cinque profili amministrativi, affidata ad un’agenzia per il lavoro interinale.
Il bando in questione prevede l’assunzione di unità esterne, ascrivibili alla categoria C del Ccnl, per un periodo di 12 mesi, per un monte orario complessivo di 9.360 ore e un impegno di spesa da parte dell’azienda pari a 186.920,17 euro da spalmare sui conti economici delle annualità 2020 e 2021. Del totale, 2.307,66 euro andranno all’agenzia di somministrazione lavoro.
I tirocinanti lamentano il mancato coinvolgimento nella procedura che avrebbe rappresentato – a loro modo di vedere – un’opportunità per “gratificare” professionalità interne anziché “pescarle” fuori dall’organico aziendale. Di più hanno segnalato “movimenti” sospetti, nei giorni dei colloqui, quando alcuni candidati sarebbero stati accompagnati da esponenti politici.
Da qui la reazione del commissario straordinario dell’Asp di Vibo Maria Pompea Bernardi e del consigliere regionale Vito Pitaro, quest’ultimo sentitosi chiamato in causa benché non citato in alcun passaggio dell’articolo di denuncia.
La replica dell’Asp
La direzione aziendale ricostruisce: «Questa Azienda sanitaria, dovendo sopperire alla cronica carenza di personale, ha inteso attivare la procedura di gara n. 2796997 tramite piattaforma Mepa (Mercato elettronico della pubblica amministrazione) per il servizio di somministrazione lavoro, al fine di reperire risorse umane per esigenze temporanee e a tempo determinato per 5 figure di assistenti amministrativi, per un monte di nr ore 9360 con aggiudicazione tramite criterio del minor prezzo. La gara è stata aggiudicata alla società Gesfor srl la quale ha successivamente inviato, a questa direzione, l’elenco delle persone ammesse, sulla base dei requisiti previsti dal Ccnl per le figure richieste e all’interno del quale erano presenti anche i nominativi di alcuni tirocinanti che avevano deciso di partecipare alla selezione. È seguito colloquio improntato sulla massima trasparenza».
Si aggiunge: «Allorquando si afferma che “nelle chat dei tirocinanti circolano da giorni le foto dei nuovi potenziali lavoratori mentre vengono addirittura scortati nella sede di via Dante Alighieri dai loro padrini” si lede l’immagine di questa Azienda sanitaria. Anche l’affermazione secondo la quale “nel 2020 il ricorso alla formula della somministrazione di lavoro esterno venne bloccato sul nascere dal parere contrario dell’organismo di verifica amministrativa” risulta essere non vera: un’analoga procedura di gare (procedimento di gara nr.2662910) avviata nel 2020 dal Commissario Straordinario pro tempore risultò deserta per mancanza di offerte e che una successiva procedura (gara nr 2676228), su segnalazione del Rup, non fu aggiudicata perché il costo di aggiudicazione risultava superiore alla soglia di utilizzo della piattaforma Mepa».
Inoltre, «il contenuto dell’articolo lascia intendere l’esistenza di comportamenti scorretti e di favore, facendo riferimento ad assunzioni che sarebbero state determinate da presunti “sponsor politici locali e regionali che sarebbero di casa all’Asp di Vibo Valentia”. Al contrario, questa Azienda ha agito correttamente secondo quelle che sono le norme vigenti e le regole di buona amministrazione nel rispetto dei principi di imparzialità e buon andamento».
La precisazione di Pitaro, excusatio non petita…
«Premetto che, entrando nel merito della questione – spiega dal canto suo il consigliere regionale Vito Pitaro -, io sarei anche d’accordo ad attingere dalle figure professionali interne per incarichi di questa natura. Detto questo, visto che le accuse di ingerenze politiche nella procedura di selezione dei candidati sono così generiche (per cui ogni esponente del centrodestra potrebbe sentirsi chiamato in causa), invito chi ha qualcosa da riferire ad essere più esplicito e circostanziato, facendo nomi e cognomi».
Quindi precisa: «Per ciò che mi riguarda rigetto il metodo della segnalazione e promuovo quello della meritocrazia. È però da vigliacchi gettare tutti nella mischia. La denuncia, anche legittima, va fatta in modo chiaro. Si facciano ora, a selezione ancora in corso, i nomi delle persone collegate alle segnalazioni. Non è accettabile che si spari nel mucchio così. Personalmente non sono tra coloro che frequentano l’Asp, non sono certamente un habitué» afferma in conclusione.
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