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PARGHELIA (VIBO VALENTIA) – L’associazione Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) di Vibo Valentia non gradisce affatto l’ordinanza balneare 2021 emanata dal sindaco Antonio Landro. Un’ordinanza che ha suscitato nell’associazione «notevole stupore e rammarico» per cui ha inviato al sindaco «una missiva per chiederne in via preventiva la modifica, prima di passare alle vie legali».
Nell’articolo 2 della suddetta ordinanza, scrive l’Enpa «vengono esplicitate le prescrizioni sull’uso delle spiagge, e nello specifico nel punto 1 vengono trattati i divieti per tutto l’anno; addentrandoci ancor di più, il punto 1.6 così recita, rispetto al divieto annuale di “condurre o far permanere, sia sulle spiagge che su ogni altra area demaniale marittima ove è consentita la balneazione, qualsiasi tipo di animale se non espressamente autorizzato”, dove per autorizzato si intendono i cani guida e di salvataggio».
«Partendo dal presupposto che riteniamo sia una discriminazione bella e buona – prosegue l’associazione – in quanto, se i villaggi turistici ammettono i cani, vengono costretti i turisti che decidono di passare le vacanze con il proprio animale a non poter andare in spiaggia con loro, o comunque a limitarsi alla spiaggia in concessione al villaggio turistico, sempre che questo ne abbia una. Se un villeggiante volesse, come è giusto che sia e come facciamo tutti in vacanza, conoscere, esplorare e vivere diverse zone e diverse spiagge del luogo, ahinoi non gli sarebbe concesso».
Secondo il sodalizio, l’ordinanza è una brutta pubblicità per il luogo perché il turista non ci tornerebbe più e avrebbe molto di negativo da dire al suo rientro a casa. E’ un’ordinanza con la quale «viene lesa l’immagine del luogo. E Parghelia è sicuramente una delle mete turistiche balneari più belle della Provincia se non della Calabria. Ma oltre ad una questione “sentimentale” – scrive inoltre l’Enpa – vi è poi una questione ancora più importante e riguarda la legittimità di tale ordinanza» perché, vietare tutte le spiagge, indiscriminatamente, e per giunta tutto l’anno, per l’associazione «non è legittimo».
Quindi riporta alcune sentenze del Tar con le quali è stata annullata la validità delle ordinanze e condannato il Comune a pagare le spese legali. «Piuttosto che vietare indiscriminatamente l’accesso alle spiagge – prosegue la nota – si potrebbero valutare diverse opzioni alternative, come ad esempio individuare alcune spiagge fruibili alle persone con animali, mettere dei sacchetti per le deiezioni con annesso contenitore, un’adeguata cartellonistica sulle regole di comportamento e la previsione di multe per chi non raccoglie le deiezioni dei propri animali o non li custodisce regolarmente. Non è, e non può essere, il divieto assoluto e indiscriminato nel condurre gli animali in spiaggia a garantire l’igiene e il decoro, considerando che sono le persone stesse a sporcare le nostre spiagge e non gli animali, ma ciò che può garantire i suddetti decoro e igiene sono l’utilizzo di alcune regole per la civile convivenza».
Quindi l’Enpa chiede al sindaco, in via preventiva, di modificare il punto dell’ordinanza di cui all’oggetto, prima di procedere per vie legali.
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